Non c’è gioia paragonabile alla lettura di un romanzo di David Grossman perché la sua scrittura esalta alla perfezione la qualità sublime della parola.
“Che tu sia per me il coltello” è una strana ed emozionante storia d’amore tra un uomo e una donna che non si sono mai realmente incontrati.
E’ un romanzo che solleva gravi interrogativi, un capogiro, un viaggio mozzafiato negli angoli più oscuri dell’animo umano.
Il goffo Yair, venditore di libri rari, vede una bella donna, Miriam, che non conosce e si sente in dovere di scriverle suggerendole una relazione basata solo sulla corrispondenza. Lei accetta l’offerta e da questo momento in poi tra i due inizia una relazione intensa.
mondadori
Magie di Lavinia & C .
Una notte d’inverno, verso Natale, in una Milano fredda e frettolosa, una piccola mendicante di 7 anni, Lavinia, sola di fronte ad un modo di grandi, arroganti e indifferenti, sta per morire di freddo e di stenti …
Preparate i fazzoletti.
Ma vi assicuro non per piangerete di commozione davanti alla fine miserabile della piccola fiammiferaia di Andersen bensì per sbellicarvi dalle risate fino alle lacrime perché a salvare Lavinia arriverà un’ammagliante Fata Madrina, in taxi, che regalerà alla piccola una anello magico dal potere sorprendente.
Un anello magico dagli effetti di una lampada di Aladino spiritosa e liberatoria, grazie al quale, Lavinia si trasformerà nel “ Zorro” in gonnella della situazione che al posto della famigerata “Z” per vendicarsi delle ingiustizie altrui, lascia, invece, dei semplici, disarmanti, puzzolenti, mucchietti… di cacca!
Maria Duenas, La notte ha cambiato rumore
Vi ho fissato un appuntamento, è per oggi 13 settembre, nel pomeriggio vi aspettano alle casse di una qualsiasi libreria per l’acquisto di uno dei libri più belli del 2010.
Mi sono permessa di farlo, di prendervi questo impegno perché so che poi ne sarete entusiaste.
Entrate in libreria, puntate le novità, guardate le copertine, il mio libro sulla sua ha un quadro di Jack Vettriano (già solo per questo merita di essere preso tra le mani…) e un titolo poetico.
Afferratelo e andate a casa. Se credete che oggi pomeriggio avrete di meglio da fare, o che non vi sarà possibile mantenere l’impegno, o se semplicemente non vi fidate di me (nel tempo vi ho mai deluso?) cliccate su google il nome della mia autrice e troverete altri che come me hanno letto questo libro, in spagnolo (400.000 copie vendute in Spagna, scusate se è poco…) o in anteprima in Italia… Signore il fatto che dobbiate comprare questo libro non può essere oggetto di discussione: fatelo e basta.
Le radici di Abdulrahman Zeitoun
Quando l’uragano Katrina colpisce New Orleans, Abdulrahman Zeitoun, un ricco siriano-americano (è nato a Jebleh, sulla costa mediterranea della Siria) padre di quattro figli, sceglie di rimanere per proteggere la sua casa e i suoi affari mentre la sua famiglia ha deciso di lasciare la città per precauzione. Nei giorni successivi viaggia per le strade allagate con una canoa di seconda mano, aiutando chi può.
Premio Strega: è Pennacchi.
Antonio Pennacchi è il vincitore della 64ma edizione del Premio Strega; il suo libro, Canale Mussolini edito da Mondadori, ha vinto di stretta misura sul romanzo di Silvia Avallone con Acciaio: 133 voti contro i 129 della giovane scrittrice venticinquenne.
Gli altri finalisti hanno concluso la manifestazione con un certo distacco dal duo di testa rispettivamente con 59 voti per Francesco Sorrentino, 38 per Matteo Nucci e 32, infine, per Lorenzo Pavolini.
Alberto Bevilacqua nei Meridiani
E’ uscito il Meridiano di Alberto Bevilacqua. I primi sette romanzi, la scatola nera dell’opera di uno dei più grandi scrittori del nostro tempo.
L’arrivo ai Meridiani è il riconoscimento all’uomo, alla personalità, allo scrittore, alla sua appartenenza alla nostra civiltà culturale il cui lavoro si è espresso sempre in maniera non comune e con grande indipendenza intellettuale. Curato e introdotto da Alberto Bertoni, il Meridiano Bevilacqua «Romanzi» offre anche una cronologia redatta da Antonio Franchini, cronologia che è un vero e proprio racconto di un figlio del secolo. E pochi nostri narratori del Novecento possono, ritengo, ambire a simile sostanza.
L’angolo di Layla
Il periodo è florido.
Non capita così spesso di leggere di fila libri che ci sorprendono e soprattutto che una volta finiti ci mancano. Eppure questo momento d’oro mi è capitato…non posso far altro che condividerlo.
Signore, quando entrerete in libreria, gironzolando senza scopo, toccando le copertine qui e là, cercando di orientarvi tra la miriade di fascette del tipo “sensazionale” “indimenticabile” “avrei voluto scriverlo io” e chi più ne ha più ne metta…dirigetevi senza timore al settore dei classici afferrate Persuasione di Jane Austen e non mollatelo fino a quando non sarà posizionato sul vostro comodino.
Diaz Junot, La breve favolosa vita di Oscar Wao
La breve favolosa vita di Junot Díaz “di Oscar Wao„ è un romanzo meraviglioso scritto in modo originale.
È divertente: sembra osservato e scritto per strada e spiega il ritratto comico di un disadattato domenicano di seconda generazione in una meditazione straziante sulla storia pubblica di un Paese: quello Domenicano, e riservata: sulle difficoltà di una storia familiare.
E’ un libro vibrante che è ben rifornito da una prosa che non da tregua alla lettura.
E’ confidenziale, nel senso che, descrive i parecchi decenni della storia di uno sconsiderato, e quella di un paese dove si narra di anime e maledizioni antiche del Kufù, (ma anche di incursioni sessuali all’università di Rutgers) ed evoca con perpendicolarità apparente che non richiede sforzo per capire i due mondi, i caratteri che abitano nella Repubblica dominicana, patria fantasma che modella gli incubi e i sogni di questa famiglia, e l’America (leggi, il New Jersey), la terra di libertà, speranza e possibilità luogo di fuga come componente della grande diaspora domenicana.
Stephen Amidon, Il capitale umano
Il profeta dell’America post 11 settembre
di Vittorio Macioce*
Qualche tempo fa David Foster Wallace parlava di quel gruppo di “grossi maschi bianchi”, quarantenni o giù di lì, alti almeno un metro e ottanta, quasi tutti con gli occhiali, che stanno cercando di raccontare l’America. Wallace faceva i nomi di Jonathan Franzen, Donald Antrim, Jeffrey Eugenides, Rick Moody, Richard Powers, William Vollman. Ricordava che “CivilWarLand in Bad Decline” di George Saunders è un gran bel libro. Parlava anche di A. M. Homes: “Le cose più lunghe magari non sono perfette, ma ogni due o tre pagine ti colpisce allo stomaco e ti fa piegare in due”. Ma se c’è qualcuno che ti mette davanti allo specchio e ti dice “guardati, questo sei tu” è un ex critico cinematografico e giornalista culturale. Si chiama Stephen Amidon. Uno che in Italia è riuscito a far crepare d’invidia Niccolò Ammaniti.