Le borse traballano, dell’Euro meglio non parlare, i nostri bond hanno la febbre, il mattone non va: stai a vedere che, alla fine, il vero bene rifugio in tempi di crisi è il caro vecchio fumetto. Sempre più soppiantata (Francia a parte) da altri passatempi giovanili molto più tecnologici, è proprio la “letteratura disegnata” la grande protagonista di un mercato per collezionisti che raggiunge prezzi sempre più esorbitanti. L’ultimo colpo di un’escalation impressionante, è quello fatto segnare dal numero 1 di «Action Comics» (1938), contenente la prima storia di Superman. Una copia perfettamente conservata con la prima storia di Superman (ne esisterebbero solo cento in tutto il mondo) è stata venduta ad un’asta online per ben 2,16 milioni di dollari, circa un milione e 600mila euro. Per la prima volta, dunque, un albo di fumetti supera la barriera dei due milioni di dollari e continua, così, il singolare derby tra supereroi a colpi di record: nel 2010 il numero 27 di Detective Comics (1939), con l’esordio di Batman, era stato venduto a un milione e 75mila dollari, poi a marzo scorso, invece, il numero 1 di “Action Comics” aveva toccato il milione e mezzo di dollari.
Pobabilmente, sul superamento della barriera dei due milioni di dollari ha influito la storia particolare dell’albo in questione, visto che, secondo voci insistenti (non confermate ufficialmente), si tratterebbe della copia appartenuta all’attore Nicolas Cage (grande fan dei fumetti supereroistici, tanto da scegliere il nome Cage in omaggio a un personaggio della Marvel), un albo rubato all’attore nel 2000 e poi ritrovato. Proprio il fatto che questo fumetto fu comprato da Cage nel 1997 al prezzo di 150mila dollari, dà un’idea di come i prezzi si siano impennati e di come possedere una di queste cento copie (solo una decina sarebbero in buone condizioni) equivalga ad avere una fortuna.
In Italia, il mercato è decisamente più moderato anche se investimenti sicuri e di sicura rivalutazione sono i numeri 1 di serie storiche come “Topolino” (formato libretto, del 1949), di Tex Willer (formato striscia, del 1948) e di Diabolik (1962).
«Qui il mercato è molto diverso – spiega Sergio Pignatone, titolare della galleria d’arte e casa d’aste a fumetti “Little Nemo” di Torino — questi albi possono andare dai 4 ai 10mila euro, purché in condizioni da edicola. Recentemente un numero 1 del “Topolino” libretto dell’aprile 1949 è arrivato a 8mila euro».
Diverso il caso delle tavole originali, con un mercato ricchissimo soprattutto in Francia, dove vanno forte i nostri autori di fumetti più da “esportazione”: Hugo Pratt, Milo Manara, Andrea Pazienza, ma anche Battaglia, Jacovitti e Toppi. «Le tavole originali di questi autori hanno una rivalutazione annua del 15% — spiega Pignatone— anche se il caso di Pratt è ancora più clamoroso, visto che il suo valore è quadruplicato in cinque anni».
Resta da capire perché il fenomeno del mercato da collezione in Italia sia così lontano dai valori di quello statunitense o, soprattutto per le tavole originali, anche di quello francese: «Negli Stati Uniti ci sono dei miliardari che si divertono tra loro a colpi di acquisti record — continua Pignatone— però, è vero che in Europa ci sono cifre più alte che in Italia. Perché qui siamo partiti più tardi con questo tipo di mercato e c’è minore consapevolezza del valore artistico del fumetto». Comunque, il buon vecchio Tex è un investimento sicuro. Al momento molto più dei bond.