Guardatela. Si chiama Chimamanda Ngozi Adichie è di una bellezza impressionante. Bella davvero. Il libro su cui vorrei vi fermaste un momento è Americanah, lo è altrettanto. Per questo libro ha ricevuto il premio della critica degli Stati Uniti (il National Book Critics Circle) battendo il già molto famoso Cardellino di Donna Tartt. Il che vorrebbe dire poco, in fondo. E’ bello perchè è diventato famoso, piuttosto che il suo contrario, è un vecchio modo per tirare delle belle fregature. Ora è disponibile in italiano per Einaudi. In America non hanno perso tempo a definirlo un capolavoro.
La storia è quella di Ifemelu, una blogger che lascia Princeton per incontrare un uomo che è stato l’amore della sua vita e con il quale sente di avere qualcosa in sospeso. Lei è un autrice affermata che attraverso il suo blog molto seguito racconta i malesseri della società americana e la prima parte del libro è un interessante sguardo sui pregiudizi ancora molto forti presenti nella cultura e nel modo di pensare della maggior parte delle persone, comprese quelle dal volto liberal che mai diresti, soprattutto se sei Nigeriana e/o più in generale africana. Americanah altri non è, infatti, che il modo dispregiativo con il quale i nativi chiamano i nuovi americani.
In questo senso il libro è sprezzante, tagliente al vetriolo, un libro che tira le fila sullo sconcerto dei nostri tempi e, in questo, molto vero e, aggiungo, quasi spietato nel dire in faccia la verità che si nasconde dietro il politicamente corretto.
Proprio coloro che girano intorno al suo blog e alla sua vita la sconsigliano fortemente di prendere quel volo verso Lagos e che invece, contro il parere di tutti, prende. L’idea è quela di inseguire Obinze, il suo amore perduto di gioventù (sposato con prole) e capire senza tirare la corda abbastanza da spezzare il legame che la tiene vincolata ad una (alla) storia d’amore del suo passato. Ma è la scusa per guardare, di controcanto, la storia di diverse generazioni capace di creare empatia, ammirazione e affetto per i personaggi che girano intorno alla protagonista “intenzionata a riprendere il filo della storia interrotta”. Come dice la scheda del libro: “un salto nel buio”.
Il libro è stato pure inserito nella prestigiosa lista di Bayley, un premio assai prestigioso che segnala i libri che influenzano maggiormente l’universo femminile; si sà: negli Usa ci sono molti premi, ma questo è importante.
per BookAvenue, Michele Genchi
Il libro
Chimamanda Ngozi Adichie
Americanah
Einaudi
traduzione di Andrea Sirotti
ndr. questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2019 in questa stessa rubrica