Il ritorno del vampiro

foto autore
   Tempo di lettura: 7 minuti

L’autrice
Il vero nome di Fred Vargas è Frédérique Audouin-Rouzeau, è nata a Parigi nel 1957. Il suo pseudonimo lo deve al diminutivo del suo nome e al nome d’arte (è una pittrice) della sorella gemella Jo Vargas.
Ha inseguito per tutti gli studi i suoi interessi per l’archeologia per poi specializzarsi in medievalistica. È ricercatrice di archeozoologia presso il Centro nazionale francese per le ricerche scientifiche.
Scrive dall’85. Dal ’92 ha pubblicato quasi un libro l’anno. Il suo primo romanzo “Gioco di amore e di morte”, ha vinto il Premio per il romanzo poliziesco nel 1986, e pubblicato da Mask. Tutte le cronache letterarie scrivono che redige i suoi romanzi in ventuno giorni, durante il periodo di ferie che si concede ogni anno. Poi rivede sempre i suoi romanzi con il suo editor privilegiato che è la sorella.

Atteso successo per il suo l’ultimo libro “Un lieu incertan” (Un luogo incerto), uscito in Francia a giugno e già rincorso da un vasto pubblico di appassionati lettori.
All’origine del caso Vargas in Francia, dove i suoi romanzi raggiungono regolarmente il vertice delle classifiche come pure in tutta Europa, ci sono lo stile ironico e incisivo, la capacità di prendere per mano il lettore fino alla rivelazione finale e l’accuratezza nei dettagli più sorprendenti, che le viene dalla passione medievalista e dalla professione di zooarcheologa.
Ma andiamo con ordine.
Anche se l’autrice non è certo felice di certe coincidenze, gli animali nel bene e nel male, hanno certamente contribuito ad accrescere la sua fama di “scrittrice di animali”, non fosse altro perché è stata tirata in ballo dalla cronaca ogni volta che gli animali sono stati oggetto di qualche fattaccio: vedi il caso della mucca pazza piuttosto che la moria di pecore a causa dei lupi nella regione montuosa del Mercantour.

Proprio in “L’Homme à l’verso” (l’uomo a rovescio, edito nel 2000), aveva affrontato il tema della licantropia (non lupi veri, ma …mannari), poco dopo è scoppiata la crisi circa i lupi del Mercantour .
In “Dans Pars vite et reviens tard” (abbi pietà di noi, pubblicato nel 2001), si è parlato di bacillo della peste, poco prima della psicosi sul terrorismo biologico e il carbonchio ematico. Non a caso, ha lavorato sui meccanismi di trasmissione della peste dagli animali all’uomo.
Nel suo più recente romanzo, “Dans le bois èternels” (nei boschi eterni, del 2006), il protagonista di tutti i suoi romanzi, Adamsberg con il suo fido amico Antler, erano a caccia dell’assassino dei due lavoratori del mercato delle pulci, mentre qualcuno, in Normandia, si divertiva a squartare i cervi e ad estirparne il cuore. Naturalmente c’era dell’altro: chi non ricorda la casa appena acquistata da Adamsberg infestata dai fantasmi?
Non che gli animali siano apparsi per caso, quindi.

Il libro
In quest’ultimo, Il commissario Adamsberg aiuta un gatto a partorire. La buona azione regalerà al poliziotto, la cattura di un serial killer grazie proprio ad un gatto. Vi è anche un piccolo cane che svolgerà un ruolo significativo nel risolvere l’inchiesta. Ma non c’è solo questo.
Ovviamente, sul regolamento di conti tra i vampiri e le loro vittime non si possono costruire intrighi molto realistici. Per quanto, le attitudini dei personaggi di Fred Vargas non sono mai abbastanza realistiche. Ma è reale l’interesse dell’autrice sui pipistrelli. Soprattutto se la storia raccontanta aderisce a un caso che ha fatto grande rumore in Serbia nel XVIII secolo: la storia di Petar Blagojevic (o Pietro Plogojowitz), assassinato nel 1725 nel suo paese nativo di Kisilova, e noto come uno dei primi vampiri della storia.

Adamsberg parte per tre giorni per un congresso a Londra con il giovane sergente Danglard, terrorizzati da l’idea di passare sotto la Manica. Tutto lascerebbe pensare a tre giorni di relax lontani dalla routine quotidiana, ma un evento macabro dovuto all’allarme lanciato da un loro collega di Scotland Yard, Radstock, guasta i loro piani.
Clyde-Fox un locale, parla di Highgate: un vecchio cimitero. Uno dei cimiteri più romantici del barocco d’Occidente, ma anche macabro e gotico: unico nel suo genere, dove vengono ritrovate diciasette paia di scarpe con dentro… i piedi.
Mentre l’indagine parte per attribuire il contenuto a un nome, i due poliziotti, rientrati in patria, devono vedersela con un massacro avvenuto in un paese periferico. Cosa unisce il terribile episodio con una lettera ricevuta, tanto da spingere il commissario Adamsberg in un villaggio serbo presso la tomba di una anima dannata alla ricerca della chiave dell’enigma? Alcune tracce dell’indagine portano a supporre la ricomparsa di un vampiro.

Nel libro ci sono un paio di uccisioni “gotiche”. Siccome non ne sappiamo abbastanza di come neutralizzare i vampiri, il buon vecchio rimedio dell’ aglio o di un paletto piantato nel cuore, non sono sempre sufficienti. In tutti i casi è meglio bruciare i cadaveri, che non è sempre pratico da fare in specie se effettuato in un moderno appartamento.
Resta la possibilità di dispersione. Un puzzle umano: tagliare cioè, ciò che può servire la locomozione o a masticare: i piedi, le articolazioni, denti … e abbandonarli in luoghi lontani tra loro. Come le scarpe trovate “piene” al cimitero di Highgate. Per istruzioni dettagliate, fare riferimento al libro non appena sarà tradotto.

Fred Vargas gioca bene in leggerezza scherzando sulla lingua: Adamsberg, che non ha alcun dono per le lingue, apprende dei rudimenti di serbo, e persino crea alcuni neologismi che riassumono la sua filosofia di vita. E’ svolto in gran parte secondo le convenzioni del thriller: spingendo al limite la tensione, ma pure tenendo conto di quello che è sempre stato: un tipo di intrattenimento che non va preso troppo sul serio. In ciascuno dei suoi romanzi, Fred Vargas analizza la parte in ombra degli esseri umani, responsabili ognuno a suo modo dei propri crimini. In questo libro dimostra che è anche facile divertire con le superstizioni del passato. Dopotutto, nonostante il nostro tempo moderno, viviamo ancora le stesse paure di sempre.

All’Einaudi sorridono: questo libro, di sicuro successo, darà una mano al conto economico. E se lo meritano: il loro lavoro continua a sorprenderci e a farci scoprire autori straordinari.

 

per Bookavenue, Michele Genchi

 

copertinaFred Vargas
Un lieu incertain
Edtions Viviane-Hamy

BookAvenue Newsletter

Hey, ciao 👋
Piacere di conoscerti.

La nostra newsletter arriva ogni mese. Iscriviti! Niente pubblicità e promettiamo di non abusarne.

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Articoli consigliati