Quella volta che scipparono Le Goff a Bari

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Andò più o meno cosi. L’illustre storico andò a trovare il suo principale editore italiano, Laterza, a Bari sede della casa editrice. Non fece in tempo a uscire dall’hotel Oriente di via Cavour (Càvur, in barese) dove alloggiava, che sua moglie fu strattonata da tue topini (così vengono chiamati i scippatori) a bordo di uno scooter, e le portarono via – scippandola, appunto – il borsello con dentro tutta la sua vita. Non bastò il tentativo (solo il tentativo!) di rincorrere i ladri in motoretta: “le voleur voleur! arrêté le voleur”; la corsa durò la breve distanza di qualche metro. L’editore Vito Laterza, mortificato per l’accaduto, corse ai ripari, ricomprando tutto quello che alla moglie dell’illustre ospite, potesse essere utile, compreso un nuova borsa.

Non finì qui. Non passarono 24 ore che, durante una passeggiatina a Bari vecchia, il povero intellettuale francese, fu scippato una seconda volta, e questa toccò a lui, del secondo borsello. Fu così che andò su tutte le furie, in particolare per la Montblanc perduta, maledì il giorno in cui aveva messo piede nella città di San Nicola e scappò via insieme alla consorte. Vito Laterza rincorse fino all’ultimo il celebre autore: non vi fù nulla da fare; si fermò dall’insistere perchè lo storico era così arrabbiato che minacciò di trovarsi un altro editore.

Ci furono moltissime polemiche; il questore fece venire di corsa altri 70 poliziotti da fuori perchè ci si mise il sindacato della polizia di mezzo per protestare il clima da jaccuse e sospetti, alzando la voce sul fatto che la polizia aveva già dato. Per non parlare di un certo cattivo odore della politica che, intrommettendosi  non richiesta, non vedeva l’ora di togliersi qualche sassolino: la destra accussò la sinistra, la sinistra la destra, il centro se la prese con tutte e due. Un guaio, insomma.

I topini (diciamo così, gli addetti ai lavori) scesero in piazza protestando contro tutto e tutti: per loro era impossibile riconoscere, e quindi “salvare” dallo scippo, l’ospite illustre di turno del Sindaco e della città. Scrissero pure una paradossale e divertentissima lettera aperta al questore dicendo “siamo scippatori è vero, ma considerateci onesti lavoratori che hanno bisogno di portare il pane a casa. Per piacere. Non si può mica campare solo di autoradio rubate e di automobili sventrate per i pezzi di ricambio”, dissero lamentandosi. Una cammurrìa, direbbe Montalbano.

Per dire che è scomparso oggi a Parigi all’età di 90, Jacques Le Goff.

E’ stato senza dubbio uno dei più grandi medievalisti francesi. Le sue molte opere hanno contribuito a modificare profondamente la conoscenza di una tradizione secolare medievale superando l’idea di considerarla solo come un periodo oscurantista.

La civiltà in Occidente medievale, la Fantasia medievale, La nascita del Purgatorio … Jacques Le Goff, grande erede della Scuola degli Annales di Lucien Febvre e Marc Bloch è stato uno dei principali promotori del nuovo corso denominato “nuova storia “, una disciplina antropologica, connessa pienamente con le altre scienze sociali, il cui progetto era di essere paragonata per capire meglio il passato e, quindi, il presente. La morte stà nell’ordine naturale delle cose, tuttavia la perdita per il mondo accademico, intellettuale e per i molti estimatori, è davvero enorme. Le Goff amava moltissimo il nostro Paese e in nostro Paese lo ha molto amato e tradotto. Ha ricevuto una Laurea Honoris causae dall’università di Pavia.

Di “scippati” in quel di Bari, però, la lista non si è fermata al malcapitato autore francese e sua moglie. L’elenco delle vittime celebri dell’arte barese dello scippo e del furto (in questo caso si deve parlare appunto di furto) si allunga ancora, quindi. Una delle vittime più celebri dei maestri dello strappo fu nell’estate del 2002 Irene Papas. La celebre attrice si stava imbarcando a bordo dell’auto su un traghetto diretto nella sua Grecia. Sfogliando le cronache, fra le persone aggredite da scippatori compaiono anche Milva , la regina del bon-ton Lina Sotis, il grande regista polacco Tadeusz Kantor e l’ambasciatore, sì, proprio l’ambasciatore albanese in Italia Llesh Zef Kola è stata derubata di una borsa da viaggio, per citarne alcuni. Lasciato in brache di tela dai ladri anche il celebre jazzista Pat Metheny derubato di soldi, abiti, telefonino e borsa mentre faceva il bagno in mare. Che ingenuo!

 

 

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