Scrivendo il precedente articolo mi sono ricordata, a proposito di “groove”, di un’altro artista memorabile, anche se avevo promesso di parlarne più avanti. Mi piace parlarne, però, perché Marvin Gaye è stato davvero un grande. Profonda fede religiosa e la raffinatissima sensibilità furono le molle che spinsero Marvin Perez Gay (la “e” fu poi aggiunta per evitare qualsiasi comprensibile equivoco) a dedicarsi alla musica. Nato a Washington D.C., figlio di un pastore apostolico, durante le sue celebrazioni capì cosa veramente significasse “l’essenziale gioia della musica”, come un volta ricordò. Ancora di più di altri giganti del soul, Marvin Gaye è stato forse il più emblematico degli artisti che hanno incarnato l’essenza della soul music.
Ovvero l’incontro-scontro tra la pura spiritualità del gospel e la vocazione commerciale dell’industria discografica. Durante la sua vita e la sua carriera, ha sempre cercato la purezza interiore. Di semplici sentimenti prima, come furono le canzoni dei duetti anni Sessanta. Di valori assoluti per l’intera umanità come cantava in “What’s Going On”. Infine in “Let’s Get It On” la purezza del sentimento e il piacere fisico davano vita allo scontro metaforico più sensuale della soul music. Il tutto con una voce che dietro il memorabile falsetto nascondeva il bisogno sofferto di cantare l’amore nei suoi vari aspetti.
Gaye è stato anche uno degli artisti che ha dovuto scontrarsi tra le esigenze spirituali personali e quelle più materiali e commerciali. Se ha potuto nei Settanta cambiare completamente registro e tematiche fu solo perché i grandi successi dei Sessanta lo resero ricco e famoso e per questo capace di avere un controllo totale sui propri prodotti. Rimanendo sempre all’interno della Motown, solo Gaye e (in parte) Wonder furono capaci di ciò. Nel 1971 esce What’s Going On , suo assoluto capolavoro nonché manifesto del soul anni Settanta. Ancora prima di “Songs in The Key Of Life” di Wonder, è un’inversione di tendenza nella musica black. Al centro della canzone non è più la gioia di vivere, ma il terrore per un cambiamento troppo violento e repentino. Perché tutto questo? Cosa sta succedendo? (“What’s going on”) si chiede Gaye senza falsa retorica. E qualsiasi razionale risposta poco riduce il dubbio e l’angoscia. Invece solo la fede religiosa, la spiritualità e quella ricerca della purezza interiore allentano la paura. Il lavoro è pervaso dalla fede religiosa. La canzone “God Is Love” è inequivocabile.
Purtroppo, però, l’epilogo è triste.
Il 2 aprile del 1984, esattamente il giorno prima del suo 45esimo compleanno, il padre omonimo di Marvin Gaye in seguito ad una lite molto probabilmente per una questione legata all’eredità, sparò uccidendo il figlio. Ma nessuno potrà chiarire le circostanze dell’episodio, visto che anche l’autore di quel folle gesto è morto. Con la morte di Gaye, la musica soul subiva una perdita impossibile da quantificare. E nonostante potesse ancora contare su Stevie Wonder, anche che la Motown lo seguiva inevitabilmente nella tomba.
Dallo scaffale di casa, consigli per gli acquisti.
Naturalmente il già citato What’s Going On, ma anche Let’s Get It On: il preferito in assoluto dal mio due di coppia (Motown, 1973) che vi faccio ascoltare in un live, Live (Motown, 1974), I Want You (Motown, 1976) e infine Greatest Hits (Motown, 1970). Buon ascolto e alla prossima.
Il libro:
Proprio lo scorso anno Arcana ha pubblicato Un’anima divise in due. che è la biografia più aggiornata sul grande cantante soul. Basandosi su una lunga serie di interviste esclusive e sulle intime confidenze del Principe del Soul, David Ritz ricompone la vicenda umana e artistica di Marvin Gaye senza mai scadere nel sensazionalismo Dalle voci del cantante, dei suoi familiari, dei suoi amici e dei suoi colleghi, oltre che dalla penetrante narrazione di Ritz, emerge il multiforme ritratto di un uomo affascinante e tormentato, sublime artista con “un’anima divisa”, salito dai bassifondi di Washington alle vette dorate della Motown. Ma “Un’anima divisa in due” è anche l’appassionante storia di cinquant’anni di musica nera americana, dal gospel al doowop, dal soul al funk. E un libro denso e avvincente, popolato da grandi personaggi e da un primattore dotato di grande talento e sensibilità, figura tra le più complesse e seducenti della storia della musica.