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Siamo arrivati al countdown, il Natale si sta avvicinando a grandi passi. Anzi, devo dire che ogni anno si comincia sempre prima a decorare le città con gli addobbi natalizi. Le piazze si illuminano a festa, con luci, stelle, pupazzi, elfi, gnomi e mercatini che offrono leccornie. Le luminarie colorano gli edifici. La gente si riunisce nelle piazze partecipando alle iniziative, assistendo a cori che intonano canti natalizi, a spettacoli di luce.
Il motivo per cui si ha sempre più voglia di festa? Da tre anni a questa parte tra pandemia, lockdown, carovita e guerre, la gente è cambiata. Prima del Covid, oramai il tempo si divide fra prima del Covid e post Covid, c’era la crisi economica, l’Italia il cui PIL non cresceva, la percentuale di occupati e disoccupati altalenante. I governi di vari colori, con strane combinazioni di colori che si alternavano in media ogni anno e mezzo e gli Italiani che erano scotenti ma distratti forse ancora da ciò che recava loro piacere.
Il concentrato degli eventi che ho menzionato, Covid, carovita, guerre, l’inflazione che erode il potere d’acquisto degli Italiani hanno inasprito gli animi. Sono cambiate troppe cose e in peggio a cominciare dall’umore italico che non è più quello di prima. I portafogli sempre più leggeri e i tanti pensieri hanno visto un incupimento generale. La frase “I soldi non fanno la felicità” andrebbe rivista, forse può ancora valere per qualcuno, ma va comunque detto che se non fanno la felicità, alleggeriscono i problemi. In alcune regioni c’è stata anche l’alluvione e molte persone hanno subito danni che ancora non sono stati ripagati. Gli stati d’animo si sono appesantiti per opposto ai portafogli. Ecco perché forse visto il periodo e la voglia di scrollarsi di dosso le preoccupazioni, la gente accorre dove c’è festa.
Credere a Babbo Natale e in questo aiutano molto i bambini, permette di essere più contenti, di esprimere desideri, di credere che ancora sia possibile, quello che ognuno sa il suo possibile:
“Caro Babbo Natale quest’anno vorrei che fosse possibile quello che so, che ci fossero più sorrisi, che la gente fosse più felice e che si lasciasse andare di più alle emozioni. Vorrei che ognuno festeggiasse come meglio crede, con gli amici veri, con i parenti se ci tiene, con le persone che ama, con un animale che ama. Vorrei che le tavole fossero imbandite di profumi, di cibo, di dolci. Facciamo peccati di gola, in barba all’inflazione. Vorrei che ognuno si sentisse libero di prendere quella decisione, di fare quella scelta, di cambiare, di avere voglia di nuovo. Vorrei che ognuno facesse quello che ha rimandato per un anno intero e che si sentisse vincente. Vorrei che ognuno osasse di più per sé e per gli altri. Vorrei tornare a sentirmi bambina e a vivere la festa con gli occhi che brillano come le lucine che stanno sull’albero”.
Per BookAvenue, Francesca Lombardi
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