L’inferno (dei traduttori) di Dan Brown. Quello che i lettori non sanno

Quello che non si sa del nuovo successo annunciato di Dan Brown.

Gli undici traduttori del nuovo libro di Dan Brown, sono stati rinchiusi in un bunker super protetto per due mesi, da febbraio dello scorso anno nei pressi di Milano (Segrate?) , sono stati pure tenuti sotto scorta (della serie: ufficio-albergo-ufficio) impedendo loro qualsiasi attività extra lavorativa.

I traduttori hanno riferito di aver subito un calendario durissimo con orari da catena di montaggio, dalle otto alle venti, sette giorni a settimana, con evidente poco altro tempo per fare qualsiasi cosa se non quelle strettamente necessarie per sopravvivere tipo: mangiare, lavarsi, dormire ecc.. Tutta la faccenda è venuta fuori dalla confessione di uno di loro su TV Sorrisi e Canzoni.

Podcast. Un talento che non è di questo mondo. Aaliyah

Aaliyah Dana Haughton ha iniziato a seguire lezioni di canto poco dopo aver imparato a parlare. Determinata a essere una star, ha firmato il suo primo contratto con la Jive Records all’età di soli 12 anni. E come promesso a se stessa è divenuta una star 1994. Mentre tornava a casa dalle Bahamas per una registrazione di un video musicale per promuovere il suo album omonimo, nel 2001, un tragico incidente aereo l’ha uccisa insieme agli altri otto membri della sua troupe. Aveva 22 anni quando è accaduto.

Raffaele Sardo racconta le storie di morti dimenticati

Vincenzo Polverino era nato da poco. Doveva essere battezzato l’8 maggio del 1977. Ma quel giorno andò a finire che invece del suo battesimo si dovette celebrare il funerale del padre. Pasquale Polverino, un cameriere di 23 anni, fu ammazzato durante una rapina al ristorante ´La Taverna del Ghiottoª, a Napoli. Lo uccise un colpo alla schiena, sparato da un fucile a canne mozze. Oggi Vincenzo ha 36 anni. Del papà-ragazzo non ha ricordi, conserva solo qualche fotografia e ritagli di giornale.

I dialoghi di Bologna. La sfida della cultura

Il Paese con il patrimonio artistico più importante al mondo non è capace di trasformarlo in lavoro e sviluppo. Perché? E cosa si può fare? Ne hanno parlato a Bologna con il direttore dell’Espresso Bruno Manfellotto , Lucia Annunziata, Marzia Corraini, Linus e Marino Sinibaldi

Cosa può fare la cultura per l’Italia, e come cambia il modo di produrla e di usufruirne nell’era di internet e dei nuovi mezzi di comunicazione. E’ intorno a questo tema che si è sviluppata la terza tappa dei Dialoghi dell’Espresso, la manifestazione che porta il dibattito sulle emergenze nazionali nei principali atenei italiani, alimentando il confronto con gli studenti e con il mondo accademico.

C’è un posto accanto a me

Mamma dice/ Che ogni bambino / Nel cuore ha una rosa/ O un ciclamino.

Lei non conosce/ Bene la scuola/ I miei compagni/ Non sono un’aiuola.

C’è una di quarta sempre arrabbiata/ Che forse nel cuore ha una patata.

E quelli che rubano/ le merendine/ cos’hanno dentro?/ Solo le spine?

O quelli che gridano/ “Ti picchio! Ti picchio!”/ Forse nel petto/ Hanno radicchio.

Ma quello gentile/ Nel banco là in fondo/Scommetto che ha tutti/ I fiori del mondo…

Le sorelle dell’oceano

Mentre fa la verticale reggendosi sulle mani, Katie sogna il mare con le sue acque scure e misteriose. Da qualche parte, nel suo appartamento, suona il telefono. La sveglia sul comodino segna le 2.14 e Katie pensa immediatamente a sua sorella Mia che è dall’altra parte del mondo e sbaglia sempre il calcolo dei fusi orari.

C’è qualcosa di minaccioso e angosciante in quello strano suono nella notte. Katie è preoccupata e mentre sta per raggiungere l’apparecchio pensa alla brutta litigata con Mia del giorno prima. Parole taglienti, dure, velenose. Pensa che ora finalmente potrebbe chiarirsi e forse anche scusarsi con Mia… Fa per rispondere, ma il telefono è muto, non suona più. Forse si è sognata tutto, pensa.

bill friser

Podcast. Il chitarrista che venne dal freddo. William “Bill” Frisell

Nel corso degli anni Bill Frisell ha contribuito al lavoro di un sacco di gente come, Elvis Costello, Ginger Baker, la…Los Angeles Philarmonic, Suzanne Vega, Marc Johnson, John Scofield, Jan Garbarek, Lyle Mays, Vernon Reid, Julius Hemphill, Paul Bley, Wayne Horvitz, Hal Willner, Robin Holcomb , Bono, Ryuichi Sakamoto, Brian Eno e un bel pò di altri artisti. 
Questo per dire che, molto spesso, sottolineo il mio personale legame riguardo artisti dal nome “importante” dimentica, invece, che a parlare di jazz non si finisce mai.