Mostra: 19 - 23 di 23 RISULTATI

Philip Roth. Difficile lasciarlo andare

philiproth elabora by ©mg

Da poco, il 19 marzo esattamente, Philip Roth ha compiuto ottantatré anni e quattro dall’annuncio della sua andata in pensione come scrittore.  In effetti, dal 2012 non sono più uscite novità se per novità si escludono tutti i libri non ancora tradotti in italiano.  L’ultimo pubblicato è in realtà il primo. E’ di qualche settimana o poco meno l’uscita in italiano del suo primo romanzo “Letting go” tr. Lasciar andare, pubblicato come tutti gli altri da Einaudi, e splendidamente tradotto da Norman Gobetti già curatore in precedenza di: Professore di desiderio e Nemesi, ed anche di autori come Hamid Mohsin e di Martin Amis.

Scrivere bene è un gioco da ragazzi

“La gente non ha fantasia. Cosa ci vuole a inventare una vampira vegetariana?”, si lamenta Ketty la forchetta.

Ti sbagli Ketty, con questo libro ci si riesce ancora meglio! Tutti abbiamo fantasia, basta stimolarla. I protagonisti di questa storia ne hanno parecchia! L’avventura che devono affrontare, loro malgrado, è tutta frutto della loro fantasia: pensata, scritta, infine vissuta. Funziona così a Scriptoria. >>

 

La memoria fa brutti scherzi

Ho finito di leggere questi giorni “Il senso di una fine” di Julian Barnes quasi con un anno di ritardo dal premio che lo ha consacrato in patria con il Booker Prize.
Il libro ritengo sia molto ben scritto e, per quanto contrariamente letto sui blog e nel web dove, pur trovando recensioni molto favorevoli (c’è chi ha parlato di classico della letteratura),  molti hanno “spostato” più il merito della scrittura che la storia vera e propria, il libro è molto bello a tal punto che consiglio vivamente di leggerlo.

 

Intervista a Maria Pace Ottieri

Maria Pace Ottieri, scrittrice e giornalista, figlia di Ottiero Ottieri e di Silvana Mauri, nipote di Valentino Bompiani, ”si riconcilia con le sue radici” con il racconto Promettimi di non morire, scritto in collaborazione con l’americana Carol Gaiser.

Un lungo cammino, da Roma, dalla dolce vite fino a New York e alla beat generation. Maria Pace Ottieri si racconta e parla del suo nuovo racconto in una lunga intervista concessa a Mirella Serri per Il Corriere della Sera. Nell’apparta­mento milanese di Maria Pa­ce, vicino a via Brera, i libri so­no una componente dell’arredamento. «Per anni, però, pur avendo a portata di mano intere biblioteche e pure tanti artisti in carne e ossa, come Moravia o Soldati, habitué della casa delle vacanze a Lerici, giravo alla larga Frequentavo il Liceo classico Berchet e non mi potevo lamentare per i risultati scolastici. Con l’italiano me la cavavo. Però i libri che consumavo erano quelli assolutamente indispensabili».