Una notte d’inverno, verso Natale, in una Milano fredda e frettolosa, una piccola mendicante di 7 anni, Lavinia, sola di fronte ad un modo di grandi, arroganti e indifferenti, sta per morire di freddo e di stenti …
Preparate i fazzoletti.
Ma vi assicuro non per piangerete di commozione davanti alla fine miserabile della piccola fiammiferaia di Andersen bensì per sbellicarvi dalle risate fino alle lacrime perché a salvare Lavinia arriverà un’ammagliante Fata Madrina, in taxi, che regalerà alla piccola una anello magico dal potere sorprendente.
Un anello magico dagli effetti di una lampada di Aladino spiritosa e liberatoria, grazie al quale, Lavinia si trasformerà nel “ Zorro” in gonnella della situazione che al posto della famigerata “Z” per vendicarsi delle ingiustizie altrui, lascia, invece, dei semplici, disarmanti, puzzolenti, mucchietti… di cacca!


Nabokov diceva che la curiosità è “insubordinazione allo stato puro”. Di sicuro ci fa aprire al nuovo e il premio Nobel assegnato a Mario Vargas Llosa ha stimolato la mia di curiosità facendomi avvicinare per la prima volta a un suo libro scritto in uno stile diverso da qualsiasi altro. Nuovo, appunto.
Non c’è dubbio che Graham Greene sia stato una figura importante nella letteratura del XX° secolo per le opere teatrali, le sceneggiature, i saggi e le critiche, così come per i thriller. Greene ha creato indimenticabili personaggi ed è stato probabilmente l’autore più volte “nominato” al Nobel, anche se non lo ha mai vinto.