Un cane in viaggio

un cane in viaggio… «  In un giorno piovoso di maggio
un cane si mise in viaggio,
era un bel po’ coraggioso,
anche un bel po’ pauroso.
Aveva un orecchio bianco
e un orecchio marrone
era così obbediente,
era così legato al suo “padrone”
… Perché lasciò un posto tranquillo
aveva ogni giorno un osso
per
andarsene senza uno spillo
finendo a dormire in un fosso …»
( pag. 3 )
[segue ]

Podcast. Belli e dannati vers.2: Jaco Pastorius

Jaco Pastorius potrebbe essere stato l’ultimo musicista jazz del 20° secolo ad avere avuto un impatto così importante sul mondo musicale in generale. Ovunque si vada, a volte anche nei luoghi più improbabili si sente il suono del suo basso per radio, o per gli “stacchi” per la pubblicità in tv o per puro caso, come mi è capitato di sentire mentre attraversavo la strada da un auto a tutto volume Ma è anche l’eco di quel suono inconfondibile in molti dei bassisti in giro per il mondo (credo, anzi, possa essere il timbro più imitato che il suono del jazz abbia mai avuto in precedenza). La forma principale che caratterizzò la musica e la vita di JP fu l’ intensità.. Essere stato il primo ad usare il basso elettrico senza tasti, la sua tecnica innovativa e il suo talento compositivo portarono Pastorius, senza falsa modestia, ad auto proclamarsi “il più grande bassista del mondo.” Sfortunatamente dopo la sua ascesa al vertice seguì una rapida caduta verso il baratro, provocata dall’ abuso di alcool e droghe ed accentuata da una specie di istinto di auto-distruzione.

Un libro a forma di nuvola, ovvero “Ogni giorno, ogni ora” di Nataša Dragnić

Siamo in Croazia, e gli anni ’60 si affacciano con la semplicità di un est che non ha ancora conosciuto l’ossessione della modernità all’occidentale. Siamo al mare, che impronta il ritmo della vita secondo i propri, immodificabili tempi. E siamo dentro un’infanzia fatta di quelle mancanze che rendono grande la fantasia dei bambini, come quando guardare le nuvole e trovare una forma è un passatempo che resta impresso per sempre. Chiunque abbia visto un cane o un’astronave in una nuvola da piccolo, sempre ci vedrà un bicchiere o un tridente da grande.

Marco Crestani e una Dyane 6 in viaggio

Forse è una semplice coincidenza, oppure l’autore è un grande estimatore di questa utilitaria francese molto di moda una trentina d’anni fa.
Resta il fatto che la Dyane 6 del titolo – coprotagonista dei sei racconti che compongono il libro di Marco Crestani – porta il nome della dea Diana e, proprio come essa, vive le proprie avventure in piccoli mondi sperduti nella natura e nei boschi, nel silenzio e nella solitudine.