.
“Questa missione non è mai stata designata al successo. Se fossero sinceri ce lo direbbero. Ci direbbero che con tutta la gente che muore, chi se ne frega dell’arte. Ma sbagliano. Perchè è per questo che combattiamo, per la nostra cultura e per il nostro stile di vita. Puoi sterminare una generazione di persone, radere al suolo le loro case, troveranno una via di ritorno. Ma se distruggi i loro conseguimenti e la loro storia è come se non fossero mai esistiti. Solo ceneri che galleggiano. E’ quello che vuole Hitler, ed è la sola cosa che non possiamo permettere”.
Questo è il toccante discorso di Frank Stokes, uno studioso d’arte (interpretato da George Clooney nella pellicola The Monuments Man), al gruppo di uomini da lui riunito con lo scopo di ritrovare e restituire ai legittimi proprietari le opere d’arte trafugate su ordine di Hitler in tutta Europa.
Il film è liberamente tratto dalla storia dell’organizzazione Monuments, Fine arts and Archives realmente esistita; la bellezza dei film è proprio questa: ti trasportano immediatamente in quel mondo che vogliono farti vivere, arrivando direttamente in quel luogo nascosto e ben protetto, dove in tutti noi vivono le emozioni.
Con i libri non è affatto così immediato, ma quando trovi un libro che ti ci accompagna cosi velocemente, in quel luogo, resta solo e solamente una cosa da fare: leggere. Franco Faggiani, ha questa dote tra le sue mani, verga un modo di narrare le storie che pare intingere la penna direttamente nei colori della Natura. E’ un maestro in questo.
Stephen King nel suo celebre “On writing” ha dichiarato che La descrizione inizia nell’immaginazione dello scrittore, ma deve finire in quella del lettore, ed io ho preso alla lettera le sue parole quando mi sono accomodata a bordo del camion seduta affianco all’archeologo Filippo Cavalcanti e guardato con un certo timore verso Quintino (visto il modo in cui guida!) e mi sono ritrovata a fare la mia parte in questa rocambolesca fuga da Bressanone a Roma con il carico di preziose opere d’arte sottratte dai protagonisti di questo bel libro ai nazisti nell’aprile del ’44.
Franco Faggiani nel suo “Non esistono posti lontani” ci trasporta davvero in quei posti lontani con la sua scrittura che delinea per noi dei paesaggi meravigliosi e due magnifici personaggi in un avventuroso viaggio ideato dai due protagonisti per un nobile gesto, ma anche per tentare di salvarsi la pelle.
Mentre si trova a Bressanone su ordine del Ministero per controllare delle opere d’arte destinate ad essere trasportate in Germania, l’anziano professore Cavalcanti mal giudica il giovane Quintino di Ischia: …mi accorsi che era una persona giovane; già calvo, con le spalle curve in avanti come se fosse malato o avesse già portato i duri carichi della vita. Mi era sembrato subito un ragazzo malmesso. Ma questa opinione, vuoi la forzata vicinanza, vuoi il rischio del viaggio gli farà cambiare idea e farà scoprire ad entrambi le caratteristiche e la preziosità di una profonda amicizia.
Girando e girando pagina mi sono trovata a trattenere il fiato ed a fare ripetuti sospiri di sollievo per ogni rocambolesca via di fuga e sorrisi complici per ogni trovata dell’uno o dell’altro protagonista, e si finisce per fare il tifo per questi due amici a bordo del camion su cui viaggiano, sentendoci assolutamente parte integrante della storia, come suggerisce King.
Un romanzo che ci racconta di un piano azzardato, di un’improbabile amicizia, sì, ma è anche un libro ricco di azione, di paesaggi descritti con quella preziosa ma profonda semplicità che sembra di vederli, di incontri con furfanti, di brave persone, disperati, di soldati e baronesse; ma è disseminato anche di perle di fulgida saggezza incastonate in ogni dove tra le pagine di questo libro che fanno da luminoso contrappeso alla continua paura di questa guerra che impregna con la sua bruma tutta la storia.
Finalmente una Natura che è esaltata da una penna che profuma di petricore. Avete presente quel particolare profumo che emana la terra asciutta, appena comincia a piovere?
Ecco, queste pagine emanano un petricore di Natura come in pochi altri libri sono riuscita a sentire.
Come dice Quintino: “Professore, non ci sono posti lontani. Ci sono solo posti da raggiungere, dovreste averlo imparato oramai. Magari ci vuole tempo, ma noi il tempo ce l’abbiamo, o no? Che avete da fare nei prossimi giorni?”.
Esattamente, caro Quintino, e quindi so già cosa fare nei prossimi giorni, ovvero leggere un altro libro di questo autore per intrufolarmi nuovamente tra quei paesaggi montani a lui tanto cari.
Ci leggiamo alla fine del mese, allora, per farvi sapere cosa ne penso.
Vi aspetto qui, su BookAvenue, e dove sennò?
Marina Andruccioli
Da RAI Cultura, Franco Faggiani, Non esistono posti lontani
Il libro
Franco Faggiani,
Non esistono posti lontani,
Fazi editore
ed.2020 pp.183
.
.
altri articoli dell’autore