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Il premio Campiello a Ugo Riccarelli. Cosa buona e giusta
Un po' si sapeva, un po' si sperava. Il Campiello è andato a Ugo Riccarelli, scomparso due mesi fa e rimasto in concorso nonostante qualche polemica di troppo. L'amore graffia il mondo edito da Mondadori, dunque, si aggiudica la 51ma edizione del premio più celebrato d'Italia con 102 voti sull' emozione della forza struggente delle figure femminili del romanzo, come ha detto la moglie dello scrittore che ha ritirato il premio ricordando, commossa, pure alcuni aspetti della loro vita famigliare e orgogliosa, ha aggiunto, di rappresentare proprio quelle figure femminili del romanzo.
Perchè dare il Campiello a Ugo Riccarelli
Se tutto rischia di morire, che almeno il filo della vita di questo luogo possa arrotolarsi e srotolarsi attraverso le sue parole” pensò l’Annina in quelle giornate di nuova solitudine - e se proprio un filo c’era, nelle sue storie, allora le sembrò che narrarlo fosse il solo scopo di tanta vita. Così scriveva Ugo Riccarelli ne Il dolore perfetto a sottolineare il potere salvifico della parola e del racconto “Credo fortemente nella forza della narrativa, del raccontare come esigenza anche proprio ancestrale, fisica delle persone. Il raccontare e raccontarsi. Raccontare le proprie storie minute, che incollate una assieme all’altra formano poi la Storia”. Raccontare storie è stato per Ugo Riccarelli uno straordinario strumento per tenersi attaccato alla vita già dal suo libro d’esordio, Le scarpe appese al cuore, una sorta di diario del periodo in cui fu sottoposto al trapianto di cuore e polmoni. E cucire la vita e cucire le storie è diventata la cifra caratteristica della sua scrittura insieme alla capacità di rovistare nella Storia attraverso le storie dei singoli, delle persone più semplici.
Antonio Manzini. Per Rocco Schiavone la pista è nera.
Dell’indagine si deve occupare il vicequestore Rocco Schiavone da poco trasferito in punizione da Roma ad Aosta. Poche le tracce intorno al corpo maciullato, briciole di tabacco, qualche lembo di indumento e qualche altro segno che fa pensare a un delitto. La vittima è un catanese, Leone Micciché, che ha lasciato la Sicilia per avviare quassù in mezz0 alla neve una riuscita attività turistica.
Walter Siti ha vinto il Premio Strega 2013
E' il premio letterario più ambito da editori e scrittori e il perché è facile da capire: il libro che vince lo Strega ha un'impennata nelle vendite, almeno 100mila copie in più, calcolano gli esperti del settore.
Il Toto-Strega di questi giorni ha dato sempre per favorito Walter Siti e i pronostici hanno avuto ragione confermando l'Autore, nella serata di Villa Giulia, vincitore con 165 voti (quasi il doppio del secondo arrivato).>>
Mattia Signorini, Ora
"Non esiste un passato né un futuro" gli aveva detto suo padre il giorno che lo aveva visto andare via. "Solo un ora. La decisione che stai prendendo te la porterai dietro per sempre."
Ora: non c’è passato e neppure futuro che non appaia nel presente e da qui si irradi avanti e indietro, illuminando il senso dell’esperienza e la direzione del cammino. Mattia Signorini, uno dei più originali e felici narratori italiani dell’ultima generazione, a poco più di trent’anni azzarda un bilancio esistenziale, misurandosi con il turbamento della memoria, la violenza dei ricordi, e con lo svaporare di un progetto sostenuto soprattutto dalla rabbia e dal desiderio di rivolta, per giungere a conclusioni che per la loro solidità morale, per la maturità che le sostiene, non possono non sorprendere il lettore, lasciandolo interdetto a interrogarsi sul destino di questa nostra società smarrita tra resistenza e innovazione, appunto.
Carlo Valentini, Elvira: la modella di Modigliani
La Parigi degli artisti, da Picasso a Renoir, da Cézanne a Matisse, la città della Belle Epoque, della mondanità e delle corse dei cavalli, dell’invasione tedesca nella prima guerra mondiale, ma soprattutto la Parigi di Modigliani coi suoi eccessi, la sua creatività, i suoi patimenti e la sua umanità, narrata attraverso la vita rocambolesca di una delle protagoniste di quel periodo, Elvira la Quique, che di Modigliani fu modella e amante.
Quando Roma era una paradiso di grandi maestri
Una fan fiction – recita Wikipedia - è un'opera scritta dai fan prendendo come spunto le storie o i personaggi di un'altra opera originale di natura letteraria, cinematografica o televisiva. Non credo che Sandra Petrignani sappia nemmeno che esiste una cosa chiamata fan fiction, eppure Addio a Roma, il suo libro appena uscito per Neri Pozza, rientra a suo modo correttamente nella descrizione di quel fenomeno, con la complicazione che l'opera a cui risulta ispirato non è un libro né un film, ma la straordinaria scena culturale di Roma tra gli anni '50 e i primi anni '70.
Nessun requiem per mia madre, il romanzo d’esordio di Claudiléia Lemes Dias contro stereotipi e pregiudizi
La famiglia, simbolo sacro italiano, luogo privilegiato di crescita e dannazione allo stesso tempo. Con sarcasmo tagliente, attimi di folgorante comicità e tragici sobbalzi, Claudiléia Lemes Dias imbastisce una trama tanto amara quanto possibile. Nessun requiem per mia madre (Fazi Editore, 2012) è un ritratto nudo e crudo dell’ipocrita quadro perfetto tipico borghese e ipercattolico. E’ anche il disvelamento degli atteggiamenti razzisti che possono covare nel cuore delle persone e la denuncia delle discutibili azioni persecutorie che l’odio può arrivare a provocare nei confronti del “diverso”. Alla base due elementi portanti, fragilità camuffata da forza e ignoranza camuffata da saggezza cristiana, che qui si congiungono per distruggere un unico bersaglio, la donna straniera.
La patria sospesa dell’emigrante, nella musica narrata di Angel Luis Galzerano
Nativo dell’Uruguay (è nato a Montevideo) e di origini italiane, Angel Luis Galzerano è un esempio suggestivo ed emozionante di quanto può regalarci la commistione artistica di narrazione e musica nel panorama letterario in questi ultimi anni. Il suo raccontare musicato itinerante (o cantare narrato itinerante), crea un nuovo tango letterario, un nuovo genere di scrittura, nonostante lui tenga a sottolineare “sono un cantautore, non uno scrittore”. Non è solo scrittura migrante, è anche testimonianza orale che si stacca dalla carta vibrando in musica; Galzerano è cantore del frammento poetico che arriva all’orecchio passando sempre prima attraverso gli occhi e il cuore.
I quattro canti della resistenza civile.
Forse stiamo scrivendo accertate banalità. Ma per capire un libro (il 'senso', a scuola ci avrebbero fatto scrivere: il 'messaggio') spesso bastano pochissime righe. Dunque, prima di entrare in tema, leggete attentamente questa citazione: «Vorrei avere nella mia casa una donna ragionevole, un gatto che passa tra i libri, degli amici in ogni stagione senza i quali non posso vivere». Parole di un poeta francese riportate pari pari a pagina 190 del romanzo d'esordio di Giuseppe Di Piazza: «i quattro canti di Palermo», edito da Bompiani. Siccome Di Piazza è un noto giornalista cercheremo di non esagerare con le lodi.