Leggendo un libro mi sono imbattuta in un gioco molto divertente, che consiste nel riuscire a spiegare nel modo più breve e spassoso la trama del film in questione. Ci provo.
Titanic: due ragazzi si innamorano ma gli dice male perchè la nave su cui viaggiano affonda, uno muore e l’altra si salva ma è costretta a cambiare identità. Una sfiga di proporzioni titaniche.
Il signore degli anelli: un gruppo misto di protagonisti di diverse altezze, diversi tipi di piede e di orecchie deve buttare un anello di proprietà di un signore oscuro in un vulcano e ci impiegano tre interi e lunghissimi film.
Guerre stellari: un cattivo con l’asma e la fissa del total black insieme al suo capo pallido e decisamente bruttino se ne vanno in giro per le galassie su un’astronave tonda a far la guerra ai ribelli con delle spade laser colorate. I ribelli si difendono con la forza (nel senso letterale del termine) insieme a due robot, a un gruppo di orsacchiotti, ad una principessa che avrebbe bisogno di una brava influencer per sistemarle i capelli e l’infinita guerra tra il bene e il male è raccontata con scritte che scorrono dal basso verso l’alto.
Poi ci sarebbe quel bellissimo film interpretato da Robert De Niro e Robin Williams intitolato “Risvegli”, ma piuttosto che fare dell’ironia su questo film preferisco parlarne. Meglio: vorrei parlarvi del libro “Musicofilia” di Oliver Sacks, neurologo e scrittore che ha firmato sia questo libro che l’altro, da cui è tratto il film “Risvegli”.
Musicofilia è stato pubblicato da Adelphi nel 2008, e l’autore è stato un noto e controverso neurologo. Il testo ha il merito di spiegare e diffondere sorprendenti scoperte in campo neurologico tramite aneddoti e storie dei pazienti di Sacks. Certo, il tema è complesso ma quando ho letto la quarta di copertina non mi sono tirata indietro. Complice forse il ricordo di una scena di un famosissimo film, “Il discorso del Re”, ispirato dalla storia (vera) della balbuzie che affliggeva re Giorgio V: il logopedista Lionel Logue, invita il re ad ascoltare della musica indossando delle cuffie e contemporaneamente parlare ad un microfono leggendo un testo.
Il risultato è stato un sorprendente eloquio fluente e senza alcuna traccia di balbuzie da parte del re. Quando vidi questa scena al cinema, ricordo che pensai a quanto poco sappiamo ancora del nostro cervello, argomento che ho approfondito perchè mi ha sempre affascinato molto. Forse è anche per questo che Musicofilia ha attirato la mia attenzione. Infatti, in questo libro Sacks si è spinto ancora più in là, raccontandoci cosa succede se il cervello prende sotto braccio la musica, ma facendoci vedere cosa succede quando qualcosa va storto. Ed ecco che il binomio cervello-orecchio invece di essere un connubio nostro alleato, ci crea sorprendenti difficoltà.
Tra i tanti ci illustra il caso di una paziente che ascoltando con immenso trasporto delle canzoni napoletane, inizia ad avere seri problemi; o come un motivetto innoquo e molto orecchiabile ci entra in testa, e può non uscirne più, costringendo un paziente a riascoltare di continuo le stesse note, o addirittura una sola nota, ripetuta dal nostro cervello all’infinito. O come un gruppo di pazienti con la sindrome di Tourrette, suonando insieme ad un musicista dei tamburi, vedono scomparire i loro tic finchè continuano a suonare.
Ogni capitolo è affascinante, perchè il Sacks neurologo intreccia la capacità del Sacks scrittore raccontandoci le storie dei suoi pazienti e raccontandoci in modo apparentemente così semplice casi medici complessi e scoperte affascinanti. Certo, non si tratta di un romanzo sia per la questione affrontata sia per i casi trattati, ma se siete affascinati dalle scienze neurolinguistiche come me, apprezzerete molto il modo con cui l’autore ci spiega e ci guida in questo sorprendente binomio cervello-musica. Con una piacevole ulteriore scoperta, inoltre, ho letto in rete che una traccia della maturità 2022 era presa proprio da un brano di questo libro, Musicofilia.
Devo dire onestamente che questo libro l’ho letto alternato ad altri (di taglio molto più leggero!!) per riuscire ad arrivare alla fine con una certa baldanza, perchè effettivamente è una lettura impegnata e impegnativa, ma il bello dei libri è anche questo: ci aspettano con garbo e pazientano sul comodino finchè non ci decidiamo a riprenderli in mano.
per BookAvenue, Marina Andruccioli
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