Milan Kundera, Un incontro

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copertina libro kundera

Un incontro é l’ultimo libro di Milan Kundera, edito in Francia e tradotto in Italia nel 2009.
Non ci troviamo innanzi ad un romanzo ma ad una raccolta di saggi, sull’onda de I testamenti traditi (1993) e L’arte del romanzo (1986), anche se la produzione saggistica dello scrittore ceco nulla ha da invidiare a quella narrativa. L’autore introduce il testo dicendo che si tratta di “incontri tra le sue riflessioni e i suoi ricordi; tra i suoi vecchi temi (esistenziali ed estetici) e i suoi vecchi amori” letterari. Effettivamente ci troviamo davanti a tutti i temi cari a Kundera: la letteratura, la musica, la storia, l’esilio, l’occupazione, l’Europa, l’esistenza e i sentimenti.
Niente di banale, anche il più breve resoconto di uno dei suoi incontri con personaggi e intellettuali, diventa una piccola variazione, dai toni filosofici o letterari.

Perché il Kundera saggista é fondamentalmente questo: un letterato nel senso più positivo del termine, un uomo che fa della letteratura la sua propria vita, senza dimenticare la dimensione della Storia di cui la sua esistenza é altrettanto intrisa.
Francese d’adozione, spesso gli autori che affronta appartengono alla letteratura francofona, fra classici (Rabelais, France) e contemporanei (Céline, Breton), come pure al contesto mitteleuropeo (Kafka, Broch, Roth) mentre per quanto riguarda la musica, i compositori considerati sono i grandi nomi dei due secoli scorsi (da Beethoven a Stravinsky, da Milhaud a Schoenberg). Autori celebri vengono accostati a nomi meno conosciuti, ma cio’ che è interessante è l’andamento del discorso dalle molteplici sfumature analitiche e poetiche.
E’ certo che per un lettore medio, molti dei riferimenti a scrittori o musicisti possono risultare del tutto sconosciuti. Questo tuttavia non rappresenta un ostacolo, bensi’ il preludio per nuove scoperte, dal momento che ogni analisi é del tutto accessibile e l’accento é posto su una ricerca volta sempre al ritrovamento di una bellezza artistica, come valore assoluto e tuttavia concreto.
Non vi sono tracce di accademismo, di analisi scolastiche e tanto meno sofistiche, le considerazioni di Kundera sono digressioni musicali e dai formati a volte informali di lettere, articoli, appunti, riflessioni, resoconti di episodi. Una sorta di conversazione in tono minore, che conserva però sempre un nucleo di originalità assoluta in termini di approccio o suggestione.
A volte, per rimanere in ambito musicale, temi già affrontati in passato sono ripresi, come per esempio nel saggio su Bacon che apre il testo, in cui Kundera riporta un suo vecchio articolo qui ampliato e commentato, con considerazioni più recenti rispetto anche alla sua stessa posizione critica.
Uno degli approcci più originali e tipici dell’autore ceco è quello di conferire all’opera d’arte presa in esame la centralità assoluta, senza necessariamente assimilarla ad un contesto storico, politico o estetico, ma considerandola nella sua stessa struttura. Ecco quindi la risposta al conflitto archetipo: “Come si possono cogliere uno stile nuovo, un’estetica nuova? Correndo a ritroso, verso la giovinezza dell’artista, verso il suo primo amplesso, verso i pannolini da neonato, come amano fare gli storici? Oppure, come fanno coloro che esercitano l’arte, soffermandosi sull’opera stessa, sulla sua struttura al fine di analizzarla, sviscerarla, paragonarla e confrontarla?” (p. 140).

Da ultimo, un apprezzamento particolare va allo stile di Kundera. Il suo prendere le distanze da cio’ che è sentimentale o scontato, lo fa propendere per una prosa priva di ogni pesantezza e artificiosità, scegliendo al contrario un linguaggio lucido e essenziale, che spesso ricorre al punto di domanda, ma con uno scopo quasi (ancora una volta) musicale. I temi spesso si ricompongono e si rincorrono, sul filo dei ricordi o dei pensieri, trasportandoci in un “sostenibilissimo” percorso fatto di molteplici incontri, il primo fra tutti con la Bellezza, che l’autore riesce a farci scoprire in artisti e opera d’arte più o meno conosciuti.

per BookAvenue, Silvia Bertolotti

 

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2 commenti

  1. Silvia Bertolotti

    Grazie Fabrizio. Gli amanti del Kundera romanziere, lo ritroveranno senza dubbio anche qui. Sono d’accordo, Kundera é uno degli autori da ri-leggere…Buona lettura!

    Silvia

  2. Non l’ho letto e mi riprometto di farlo. Di Kundera ho uno splendido ricordo, per altro rinnovato da una recente ri-lettura, del suo – credo -capolavoro: l’insostenibile leggerezza dell’essere, che rimane per me una delle letture più intense e colte che abbia mai fatto in vita mia.

    grazie cara Silvia. A buon rendere

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