Il COVID-19 ha cambiato il lavoro come lo conoscevamo. Mentre lo spazio fisico esiste ancora, l’idea generale di cosa sia un luogo di lavoro e a cosa serva deve essere ancora reinventata del tutto. Le organizzazioni devono affrontare i cambiamenti provocati dalla pandemia, della recente crisi internazionale e il rapido ritmo degli investimenti tecnologici per consentire il lavoro a distanza e flessibile. In particolare, le organizzazioni devono intraprendere molte azioni chiavi. Senza contare che ogni paese deve fare i conti anche con le proprie economie e geografie regionali dove questi processi possono o no avere velocità diverse. L’innovazione spaventa i più deboli: i profili sociali più vulnerabili, in particolare coloro che vivono in famiglie di basso livello socio-economico o che sono privi di titoli di studio superiori, sono infatti convinti che i processi innovativi finiranno per ampliare la forbice tra i ceti sociali.
Che si tratti di supervisionare le casse self-service in un negozio, di fare acquisti da remoto o di fare scorte digitali, non c’è dubbio che la tecnologia renda le attività più veloci.
Io robot.
L’automazione supporta i modi di lavoro esistenti, migliorando la velocità con cui i lavoratori completano ogni attività del processo produttivo. Si pensi, ad esempio, agli obiettivi e al monitoraggio costanti nei grandi magazzini abilitati alla tecnologia della distribuzione dei libri. Questo può mettere molto stress e pressione sulle persone per potenziare una maggiore produttività nonostante le enormi innovazioni teconologiche introdotte nel settore della distribuzione editoriale.
Ancora. L’automazione delle attività di base e ripetitive già crea spazi per i lavoratori per svolgere meglio altre funzioni. Per un altro esempio, l’uso di robot nel lavoro delle catene di montaggio automotiv, fa in modo che i lavoratori si occupino dei sistemi di controllo o di altre attività che ognuno di loro sa fare meglio. E’ una realtà diffusa: non è una novità vedere al lavoro robot meccanici che svolgono attività considerate usuranti per le persone e che appartengono ormai alla storia del secolo scorso.
Molte attività che un tempo erano eseguite dalle persone ora sono completamente automatizzate. L’intelligenza artificiale può fare molte cose più rapidamente. I robot non renderanno tutti i lavori obsoleti, ma quelli che consistono principalmente in attività di base, potrebbero essere a rischio. D’altra parte, ogni nuova tecnologia può anche creare altrettante opportunità e la necessità di nuovi ruoli lavorativi. Ad esempio, un hotel potrebbe trasferire le attività amministrative di accoglienza in chioschi self-service per il check-in/out. Significa che gli addetti alla reception trascorrano meno tempo a compilare moduli e possono invece utilizzare le loro abilità personali per assicurarsi che gli ospiti abbiano un’esperienza dei servizi offerti migliore. Nella maggior parte dei casi potrebbe trattarsi di lavori aggiornati a nuove funzioni piuttosto che sostituiti del tutto.
Il timore che l’automazione faccia perdere il posto di lavoro, è un timore del tutto giustificato. Si guarda all’automazione con diffidenza; dopotutto, i robot garantiscono più alti livelli performativi e di efficienza. I datori di lavoro dovranno concentrarsi su come aiutare i lavoratori a sviluppare le competenze di cui hanno bisogno per svolgere compiti più complicati o creativi. Troppe aziende si concentrano sull’assunzione di personale temporaneo e non investono risorse per sviluppare competenze proprie e capitale umano.
Che cosa sta succedendo al lavoro?
Ogni settore risentirà dell’impatto dell’automazione nei prossimi anni. Mentre siamo ancora nel mezzo di questi grandi cambiamenti, può essere difficile prevedere dove stiano andando le cose nel nostro lavoro. Quando la pandemia da COVID-19 ha costretto le persone a lavorare da casa nel 2020, ha messo le società di fronte a un nuovo paradigma; quello, cioè, che potevano far continuare a operare e lavorare il proprio personale in modo efficiente ovunque si trovasse. I lavoratori sono stati in grado di riadattare il proprio equilibrio tra lavoro e vita privata, spendendo meno tempo e denaro per il pendolarismo e avendo una maggiore flessibilità nelle giornate lavorative. Per molte società, ha significato una maggiore attenzione alle prestazioni e ai risultati. È stata una situazione vantaggiosa per tutti e uno stile di lavoro che molte società ha deciso di adottare anche oltre il COVID-19.
Lavorare da casa.
Il nome, non nuovo, ma che abbiamo diffusamente imparato a pronunciare per questo nuovo stile di lavoro è: smartwork. Una parola che riunisce persone, processi, tecnologia, tempo e luogo per trovare modi di lavoro più flessibili, efficaci ed efficienti. Implica il lavorare in modo diverso, concentrandosi sulle prestazioni e sui risultati, oltre a comportarsi in modo diverso. Implica la fiducia e rendere responsabili i dipendenti a supportare il loro equilibrio tra lavoro e vita privata in modo trasformativo.
A molte società conviene. Smartwork significa creare e fruire di uno spazio innovativo per far lavorare da remoto e “ruotare” i dipendenti sulla stessa scrivania in sede creando giuste turnazioni in presenza e presupposti per ottenere riguardevoli risparmi di costi di gestione e utilizzo degli spazi di lavoro, riorganizzandone di nuovi per ospitarli nelle giornate richieste per riunire i team.
Lavoro e benessere
Fino a poco tempo, la maggior parte delle società pubbliche e private, in particolare quelle che forniscono servizi, hanno operato in modo molto tradizionale, preferendo che tutto il personale fosse in ufficio. Anche se, rispetto ai paesi continentali, il nostro non è tra i primi a passare ad un modello di lavoro agile, molte attività offrono sempre più diffusamente ai loro dipendenti una maggiore flessibilità per gestire la giornata lavorativa mantenendo alti livelli di prestazioni e fornendo supporto logistico e strumentale per poterlo svolgere con efficienza secondo risultati attesi. Per non parlare delle ricadute molte positive che riguardano il benessere del personale.
E’ un tema, quello della salute del personale, che ha un ruolo fondamentale nella pianificazione dello smartwork. Si è ormai consapevoli che l’introduzione di questo modello offra alle persone l’opportunità di gestire autonomamente equilibrio tra casa e vita lavorativa in modo più flessibile, tuttavia questo potrebbe non essere il caso per tutti. Anzi, si è consapevoli che riguarderà un parte, sia pur consistente, non complessiva del processo produttivo.
Un ultima considerazione non meno importante è l’aspetto economico. E’ indubbio che l’attuale crisi internazionale dell’energia finisca con il far ricadere sulle persone in smartworking il costo dell’energia risparmiato dalle aziende che a loro volta sono chiamate a nuove revisioni contrattuali.
Molti responsabili d’azienda stanno supportando i loro quadri a gestire in modo efficace i team in smartwork; aiutano i team a decidere come vogliono lavorare insieme se da remoto che fisicamente in ufficio e stanno, in molti casi, risolvendo i problemi individuali del personale. Ogni team ha un mandato diverso, risultati diversi e diverse esigenze individuali, l’impegno è quello di garantire che questo approccio trasformativo al modo in cui si lavora, funzioni per tutti.
per Bookavenue, Michele Genchi