“Quelli sulla cultura sono tagli precedenti che danno effetti ora. Nella legge di stabilità, come ho promesso, invertiremo la rotta”. Così il premier Enrico Letta, su Twitter, risponde ad un follower che gli chiedeva perchè, nonostante il suo impegno, sono stati tagliati i fondi al ministero dei Beni Culturali.
Il bilancio: dal 2008 a quest’anno il bilancio del ministero per i Beni culturali e ambientali ha subito una riduzione del 24%, passando da 2.037.446.020 a 1.546.779.172 euro. L’allarme emerge dai dati allegati alle linee programmatiche illustrate dal ministro Bray alle Camere, dati che – sempre con riferimento allo stesso periodo – presentano una lunga, preoccupanti serie di saldi negativi: -58,2% di “risorse relative alle principali programmazioni per l’esercizio dell’attività di tutela”, -71% di risorse derivanti dagli introiti del lotto, -31% di contributi per il finanziamento degli interventi di conservazione e restauro. A complicare il tutto, anche debiti per circa 40 milioni dovuti per lo più “al mancato pagamento di utenze e canoni”.>>
Nel dettaglio, le risorse programmabili per il 2013 per gli “interventi urgenti di tutela”, ammontano a 27.543.974 euro, oltre il 58% in meno di cinque anni prima, mentre le risorse programmabili relative al “programma ordinario dei lavori pubblici finalizzato all’attività di tutela del patrimonio culturale” risulta essere pari a 47.607.295 euro, il 52% in meno.
Dominusicono i soldi arrivati dal Lotto: quest’anno le risorse derivanti dagli introiti del gioco, anch’esse finalizzate all’attività di tutela, saranno di 25.432.847 con un calo del 71% rispetto al 2008. In “rosso” pure le disponibilità destinate a conservazione e restauro di beni di privati: erano 21.985.261 euro nel 2008, saranno 15.047.923 quest’anno, il 31% in meno appunto.
E ancora: i 14.670.000 stanziati per gli istituti culturali corrispondono a una riduzione vicina al 18% (rispetto al 2009) mentre la disponibilità finanziaria per il Fondo unico per lo spettacolo 2013 (389.847.077, “soggetti a modifiche”) scende del 15% nello stesso arco di tempo.
Notizie cattive arrivano anche sul fronte degli “stanziamenti per il funzionamento” del ministero. “Ammontano complessivamente a circa 23 milioni di euro per il 2013 – si legge nel report – a fronte di una esigenza di circa 50 milioni di euro, comprovata anche dalla recente ricognizione che ha evidenziato debiti per circa 40 milioni di euro (già comunicati al ministero dell’Economia e delle finanze per l’eventuale ripianamento), dovuti principalmente al mancato pagamento di utenze e canoni”. La situazione sarà “ancor più critica a decorrere dal 2014, che presenta uno stanziamento di circa 14,5 milioni, con un decremento pari a oltre il 37%”.