Con questo articolo Davide Zotto comincia la sua collaborazione con BookAvenue…a sua insaputa.
Dalla redazione un caloroso benvenuto.
Non cercate sullo scaffale della libreria la guida Lonely della Galizia, perché non la troverete. Non chiedete nemmeno al solerte commesso. Sarebbe inutile; forse vi risponderebbe che quella guida non la stampano più. Perché la Galizia è stata inghiottita dalla storia; come è stato inghiottito l’impero Austroungarico di cui era la regione più orientale, come sono stati inghiottiti gli shtetl ebraici che la punteggiavano.>>
Se volete un viaggio nel tempo in una regione che non esiste più dovete affidarvi a Martin Pollack e sfogliare il suo libro Galizia. Viaggio nel cuore scomparso della Mitteleuropa, edito da Keller. Per mezzo delle ferrovie Imperial Regie degli Asburgo potrete visitare questa regione tra fine ottocento e inizio novecento; con qualche deviazione per strade polverose; polverose quando non piove, perché altrimenti si trasformano in un pantano che vi inzacchererà le scarpe. Ma non temete, ne vale la pena.
Qui sembra essere tutto in minore: la Galizia era nota come la Piccola Polonia, Leopoli era la piccola Vienna, poi c’era la piccola Venezia, la piccola Merano, mentre Drohobyc, per i suoi pozzi di petrolio era la piccola California. Ma anche terra di minoranze e minoranze di… minoranze: polacchi, ruteni (ucraini), tedeschi, ebrei delle più svariate osservanze, Lipovani, Huzuli, Boyko; una regione che avrebbe fatto la felicità di qualunque etnologo. E proprio da questa situazione complessa si osserva nell’ottocento la nascita e lo svilupparsi dei nazionalisti e i primi conflitti culturali, ma anche le radici dell’antisemitismo che sfoceranno in pogrom e nell’annientamento della popolazione ebraica. Simbolo di tutto ciò è Leopoli, che vede il suo nome associato alla distruzione degli ebrei e che nel corso del tempo ha cambiato nome a seconda dello stato dominante: Lemberg, L’viv, L’vov; con relative varianti grafiche. Terra di frontiera, terra contesa, quasi un paradosso per una regione famosa per la sua povertà. Come era una contraddizione che nella regione a più alto tasso di analfabetismo dell’impero si stampassero molti giornali e un albergo potesse vantarsi di avere a disposizione 160 diversi giornali da tutta Europa.
Galizia, Bucovina, Rutenia, Podolia erano regioni povere, terre da cui si emigrava; paesi con piccole case, villaggi ebrei; le città sorgevano tutte attorno ad una piazza principale, ovunque chiamata ringplatz, attorniata dai palazzi più importanti, spesso si trasformava in un pantano perché non era lastricata. Nonostante ciò dal Settecento questa regione è stata una delle zone più al centro di interesse della politica militare europea.
Sarà un viaggio in un vecchio treno a vapore e potrete attraversare la campagna e i paesi osservandoli dal finestrino, e puntuali arriverete a destinazione di questo affascinante viaggio nel tempo. Ma fate attenzione che in alcune tratte il treno al sabato non circola: nessuno lo usa, è Sabbath, è vietato.
per BookAvenue, Davide Zotto
l’Autore: Nato nel 1944 a Bad Hall, ha studiato slavistica e storia dell’Europa orientale. È traduttore dal polacco (vari i reportage di Kapuściński che ha fatto conoscere nel mondo tedesco), giornalista e scrittore. È stato corrispondente dall’estero per lo «Spiegel», a Vienna e Varsavia tra il 1987 e il 1998. Il suo lavoro è stato premiato tra gli altri con l’Ehrenpreis des österreichischen Buchhandels für Toleranz in Denken und Handeln (2007) e con il Leipziger Buchpreis zur Europäischen Verständigung (2001). Vive nel Burgenland e a Vienna. Tra i suoi libri più recenti: Il morto nel bunker (Bollati Boringhieri, 2007), Kaiser von Amerika. Die große Flucht aus Galizien (2010).