Soggetto mobile e aerostatico, tutti sanno che il tuo è il segno preferito dalla curiosità. E questo mese hai voglia di essere stupito più del solito, di modificare l’ordine degli addendi, di abbandonare i soliti accoppiamenti di colore per riceverne in cambio nuovi spunti di passione; vuoi non porti più il problema tra incominciare e perseverare, quel che desideri è solo guardarti intorno e rimanere folgorato. Ti meriti allora “Il libro di tutte le cose”, di Guus Kuijer, dove per tutte si intendono proprio tutte.
Il libro di tutte le cose, Guus Kuijer
Thomas inspirò e cantò: “Oh Signore coi ragni nei cieli, abbi miseri ricordi di noi seccatori”.
Poi calò un silenzio di tomba. Thomas vide davanti a sé un abito nero con più di mille bottoni. Sul davanzale della finestra due passerotti suonavano le loro squillanti trombette. Non sapevano che era domenica.
La mamma disse: “Ha solo nove anni non lo fa apposta”.
Il papà taceva. Posò con solennità la forchetta e il coltello sul piatto e si alzò lentamente. Diventò più alto, sempre più alto, finché con la testa superò la lampada sopra il tavolo.
Tutti gli esseri viventi della Terra trattennero il fiato. I passerotti sul davanzale soffocarono il suono delle loro trombette. Il sole si oscurò e il cielo si accartocciò su se stesso.
“Cos’hai intenzione di fare?” gridò la mamma con voce acuta. Balzò in piedi e tirò Thomas verso di sé.
“Levati di mezzo, donna” disse il papà con voce da gigante. “Sto parlando con tuo figlio”.
Ma la mamma allontanò Thomas ancora di più dalla tavola e gli mise un braccio intorno alle spalle.
A quel punto la mano del papà scattò all’improvviso e mollò uno schiaffo sonoro sulla guancia della mamma.
Lei barcollò all’indietro e lasciò andare Thomas.
Gli angeli nel cielo si coprirono gli occhi e scoppiarono in singhiozzi, come fanno ogni volta che un uomo picchia sua moglie. Una profonda tristezza scese sulla Terra.