C’è Napoli, c’è il dopoguerra, c’è un’infanzia vissuta nei quartieri popolari. Temi e luoghi cari a Erri De Luca tornano nella storia di un giovane orfano con la passione per i libri e per Anna, la ragazzina del terzo piano. A prendersi cura di lui sarà Don Gaetano, portinaio tuttofare dell’immobile in cui vive. Muratore, elettricista, offrirà ala ragazzo l’arte di un mestiere e il calore di lunghe serate passate a chiacchierare attorno a un tavolo. Attraverso lui, il ragazzo, conoscerà la storia di un ebreo rifugiatosi nella cantina del palazzo durante l’occupazione e apprenderà i fatti accaduti nell’autunno caldo del ’43, all’epoca della rivolta di Napoli contro i tedeschi.
La memoria di De Luca cede il passo al narratore con una scrittura che è il marchio di fabbrica di tutti i suoi libri. Sembrerebbe scarno, ma le parole sono come sempre dense e sembrano voler spogliare il mondo con esse. Il libro, bellissimo, coglie i sentimenti di purezza ma anche di precarietà dell’esistenza e ci restituisce la parola com-passione, intesa come di patire assieme condividere le sofferenze del tempo corrente quasi per portarne meglio il peso. Più leggero.