Émeric Fisset. Partire dai piedi.

particolare dalla copertina di l'ebbrezza del camminare di émeric fisset
   Tempo di lettura: 5 minuti

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Émeric Fisset è da molto tempo un grande viaggiatore solitario; parte spesso con premeditazione ma senza supporto logistico. Parte e basta: decide il luogo non la destinazione. La sua passione per i libri e le letture sulla mitologia, la geografia, l’etnografia e i grandi esploratori, l’hanno incoraggiato a esplorare il mondo da solo.

Émeric Fisset è sempre stato più di se stesso. Ha iniziato a interessarsi ai senzatetto quando aveva solo diciassette anni presso l’Hôpital Sans Frontière in Thailandia, Uganda e poi in Ciad dove ha vissuto. Dal 1984 al 1986 ha camminato da Parigi a Roma. Instancabile, ha poi attraversato a piedi diciassette paesi europei, per oltre 12,500 km e ha pedalato (nel senso che ha usato la bici) per 25,000 km (dicansi, signore e signori, venticinquemila) fino al Pakistan attraversando tredici paesi del Vicino e Medio Oriente. 

ogni viaggio è la ricerca di una meta raggiunta con la sola forza del proprio corpo.

È proprio in Alaska che ha probabilmente vissuto la sua più grande avventura. Nel 1990, ha iniziato il suo primo raid in solitaria attraverso l’Alaska, percorrendo oltre 3,500 km a piedi, remando e sciando. In seguito, nel 1994 e nel 1995, ha percorso a piedi, in kayak da mare e in slitta i 5,000 km che lo separavano da Seattle al Galles, in Alaska, sullo stretto di Bering. 

Per lui ogni viaggio è la ricerca di una via verso una meta precisa raggiunta con la sola forza del proprio corpo.

È nel 1998 che quest’uomo che ha ispirato migliaia di camminatori, amante dei libri e dei cammini si affaccia nel mondo dell’editoria inaugurando la casa editrice Transboréal con cui ripubblica “Dans les pas de l’ours”, la storia del suo primo viaggio in Alaska, la cui prima edizione lo aveva deluso. Anzi: non lo aveva letto quasi nessuno.

Fin dalle sue prime pubblicazioni, Transboréal si è caratterizzata con le pubblicazioni sui viaggi e racconti di viaggio sulla lunga distanza. Ogni volta, Émeric promuove l’opera di un autore che mostra un impegno personale nei confronti di una regione o di un paese, il più delle volte in solitaria. Testimonianze di una reale complicità del camminatore con l’ambiente umano e il mondo naturale. Fisset ha sempre dedicato molta energia all’editoria, in compagnia di Marc Alaux. A oggi sono state create cinque collane che raccolgono circa 200 titoli di viaggio d’autore. Un lavoro distintivo che trova poche analogie in Francia.

Forte di queste esperienze e arricchito dalle riflessioni che ha maturato e portato avanti nel corso degli anni, Émeric Fisset ha avviato da qualche tempo un nuovo ambizioso progetto intorno all’Abbazia di Notre-Dame de Bonnecombe. L’idea è di ristrutturare l’abbazia cistercense vecchia di 850 anni trasformandola in un importante centro di riflessione, di studi e formazione sulle questioni sociali e le sfide ecologiche del nostro tempo, compreso l’impatto della globalizzazione sulle nostre vite. Alla fine, questo complesso monastico, che si estende per più di 180 ettari a sud di Rodez (Aveyron), potrebbe ospitare una cinquantina di studenti, con l’obiettivo di istruirli su come dare un significato alle nostre azioni.

Nel piccolo e prezioso libretto edito nell’imperdibile collana di Edicilo, tutta dedicata ai cammini, Emeric ci spiega perché il viaggio a piedi è, secondo lui, l’unico modo di progressione che ci permette di apprezzare così tanto il dettaglio di un paesaggio. Ho raccontato altrove il dialogo mente-piedi, inteso come il camminare e dell’immaginario che si mette in modo insieme al camminare.

Quali sono i luoghi del pensiero ai quali accede il camminatore di lungo corso? Grazie alla diversità dei terreni e del clima che egli affronta, al rapporto specifico che intesse con i luoghi che attraversa, il viaggiatore a piedi prova scoperte e sensazioni particolari, intimamente legate all’ascesi e alla semplicità della propria vita nomade: l’incontro umano, che il cammino rende più sincero, il confronto con la fauna selvaggia, che l’andare a piedi consente di avvicinare meglio, un ritorno meditativo su di sé infine, sono le ricompense per chi fa lo sforzo di camminare liberamente e di prendere il suo tempo.

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per BookAvenue, Michele Genchi


Il libro:

Émeric Fisset,
L’ebrezza del camminare,
piccolo manifesto in favore del viaggio a piedi
Edicliclo edizioni
2012 pp.96

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