Ne nasce una narrazione che víola le leggi del tempo – proprio come l’Antartide, dove «ogni settantacinque chilometri cade un fuso orario» – per raccontare l’esperienza dell’autore e contemporaneamente le spedizioni ottocentesche degli esploratori Giacomo Bove e Adrien de Gerlache, dei cui taccuini di bordo Del Giudice ripercorre le pagine più intense. E, al termine di questo viaggio di formazione, l’uomo moderno prende atto della sua incapacità di ripetere, in un presente in cui l’avventura non è più possibile, le mitiche imprese del passato, vera epica di un continente in cui le storie degli uomini si sono sovrapposte nei secoli come gli strati del ghiaccio antartico: «Le storie non sono nelle basi – suggerisce un compagno allo scrittore visitando un ghiacciaio – le storie sono qui.
Questa è una memoria in cristalli, lei dovrebbe imparare a leggerla».Sullo sfondo una natura potente e del tutto indifferente ai pochi esseri viventi che la abitano, un paesaggio primordiale che diventa il vero protagonista, insieme agli esploratori, di un romanzo che esercita sul lettore il fascino di una sfida infinita. Del Giudice, Orizzonte mobile, Einaudi.È un mosaico di storie il nuovo romanzo di Daniele Del Giudice, Orizzonte mobile, ambientato nell’estremo Sud del mondo. Un racconto di viaggio ricchissimo di memorie storiche e letterarie, in cui le mitiche avventure di Darwin e Chatwin, Scott e Amundsen accompagnano Del Giudice da Santiago del Cile all’Antartide – un’esperienza vissuta dallo scrittore nel 1990 e raccontata nei Taccuini australi, pubblicati a puntate su Corriere della Sera e Frankfurter Allgemeine Zeitung.