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La storia è un fatto personale

La pubblicazione del romanzo corale di Chiara Rango, Nel limbo sospesi richiama, attraverso le molte voci dei protagonisti, di un tempo di attesa. Ha ragione Erri De Luca: aspettare è un verbo al femminile. Solo le donne sanno cosa vuol dire. Ma questo romanzo è molte cose. E’ la storia di un’educazione sentimentale che si misura con i lascito e i pericoli della storia dei (e nei) Balcani attraverso la voce di Libera, che tiene assieme i volti che animano quelle terre di confine di fronte a noi.
Ne parla Michele Genchi nella sua cronaca di lettura.

Santi e selvaggi. Dickens e i silenzi sulla Tasmania

Richard Flanagan è nato in Tasmania nel 1961. Forte canoista, ha scalato il fiume Franklin tredici volte ed è stato un membro della prima spedizione in canoa il fiume Jane e nella gola di Gordon. E’ anche un apprezzato pittore: Un dipinto di Richard Flanagan e Geoffrey Dyer ha vinto il premio Archibald anni fa. Ha raggiunto il grado d’onore di prima classe presso l’Università della Tasmania, nel 1982 e l’anno successivo si è aggiudicato una borsa di studio Rodi. E’ considerato internazionalmente come uno dei più preminenti romanzieri australiani, tra i il suoi molti libri, il pluripremiato romanzi Death of a river Guide Ha scritto pure, The Sound of One Hand Clapping, Gould’s Book of fish e Unknow terrorist che sono stati pubblicati con molto successo popolare e di critica in venticinque paesi. Vive a Hobart, in Australia.

La setta

Un oggetto di studio sociale è il “culto”, un tipo di struttura relazionale che secondo loro si presenta simile nel privato, nel pubblico e a tutti i livelli intermedi della società (scuola, azienda, comunità, ecc). Nel privato usiamo il termine “abuso” ma, quando il “culto” diventa un sistema politico, si può parlare di “totalitarismo”.
Silvia Belcastro ne parla con entusiasmo recensendo il libro di Alexandra Stein.

robot al lavoro

Più umano dell’umano.

Un grande romanzo di Ian McEwn la cui distopia visionaria del racconto già ambisce al classico e lo mette al pari dei grandi romanzi che hanno saputo guardare avanti come: Zero K di De Lillo, il bellissimo l’Uomo bicentenario di Asimov, Gli androidi sognano pecore elettriche? di Philip Dick o L’amore al tempo dei morti di Silverberg.
Non senza l’immancabile tagliente ironia del più grande scrittore inglese.

La lingua nativa delle donne e il tessuto del mondo

Ambientato nel ventiduesimo secolo dopo l’abolizione del XIX emendamento, si racconta di un mondo in cui alle donne sono ancora una volta negati i diritti civili. La popolazione dipende dai Linguisti, famiglie i cui infanti sono allevati per diventare interpreti di tutte le lingue umanoidi della galassia e permettere il commercio interplanetario, fonte di ricchezza.
Silvia Belcastro per il romanzo di Suzette Haden Elgin.

Schierarsi con la parola. La letteratura black: una lista dal Pen Club.

n qualità di organizzazione formata da scrittori, lettori e persone che credono nel potere trasformativo della parola, il PEN America si dedica alla ricerca di verità condivise, alla promozione del progresso sociale e alla costruzione di un mondo più equo. Ci schieriamo quindi in solidarietà con gli scrittori e gli artisti – e con la comunità letteraria in generale – impegnati nella battaglia per mettere fine al razzismo, e alla violenza ad opera della polizia.

Alice Munro è precisa, dà i nomi alle cose

ndr. è del tutto evidente che il nuovo libro di Alice Munro sia molto piaciuto da queste parti!. L’articolo di Marco Crestani segue quello di Silvia Belcastro pubblicato su queste pagine i giorni scorsi.

“Un tempo sognavo spesso mia madre, e sebbene i particolari variassero di volta in volta, la sorpresa era sempre la stessa. Il sogno si interrompeva perché era troppo palese la speranza, troppo scontato il perdono, credo. Nel sogno avevo la mia vera età e facevo la mia vera vita, ma scoprivo che mia madre era ancora viva. (In realtà, è morta quando io avevo poco più di vent’anni e lei poco più di cinquanta).>>

Una crudele idea di ordine

Lulu Miller, autrice del libro “ I pesci non esistono” oggetto delle righe che seguono, ha lottato con la depressione per molto tempo; ho letto notizie di un tentativo di suicidio: sono vere.  Suo padre, biochimico e scienziato a modo suo, le ha insegnato che le vite umane sono, nel grande schema delle cose, roba insignificante. La ricerca di una risposta alternativa a quella di suo padre l’ha segnata per tutta la vita, facendo della ricerca e della divulgazione scientifica lo scopo della sua esistenza.