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Mia mamma è un gorilla, e allora?

E poi, onestamente, certe volte trovavo un po’ esagerata tutta quella mania di lavarsi. Da quel che avevo capito, ci si poteva piazzare al lavandino e strofinarsi per anni interi, però, non appena si fosse smesso, ci si sarebbe subito sporcati di nuovo. Ma questa è una cosa che non avevo mai osato dire a Gerda. Lei ripeteva che era “un’ironia della sorte”, quella di essersi ritrovata sul groppone una sudiciona come me. Io non capivo bene che cosa significasse, ma di certo non era niente di buono…”

 

Non piangere non ridere non giocare

Guidata da Paul, Teresa si muoveva sospesa in quel cielo che aveva solo guardato a lungo dalla prigione della sua stanza. Ora poteva vedere tutto il paesaggio che la circondava, l’altro lato della strada, con le persone che camminavano frettolose, l’intero giardino pubblico con i bambini che si rincorrevano fra lo svicolo e le altalene, il tram che sembrava un lungo bruco vede e giallo.

Storielle al contrario.

Oirartnoc è il nome di una città, ma è l’unica alla rovescia. Anche la lingua è singolare, molte delle parole e dei nomi propri sono al contrario/oirartnoc. Alle domande si risponde ìs o on, e si esulta con “aviv!”. Anche le maestre, che giocano a calcio durante l’intervallo, gridano “LOG! LOG!”, mentre gli alunni le richiamano a gran voce perché è suonata la campanella e le maestre dovrebbero tornare in classe. Che fatica farle smettere, affu!

Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza

“… Le lumache sapevano di essere lente e silenziose, molto lente e molto silenziose, e sapevano anche che quella lentezza e quel silenzio le rendevano vulnerabili…

Lo scoiattolo squittisce e salta svelto di ramo in ramo, il cardellino e la gazza volano veloci, uno canta e l’altra stride, il gatto e il cane corrono veloci, uno miagola e l’altro abbaia, ma noi siamo lente e silenziose, è la vita e non c’è niente da fare…”