Ho terminato da poche ore il saggio in forma narrativa 1947 e non riesco a digerirlo, continuo a rimuginarci. È palese che il libro non mi ha lasciato indifferente. Se dovessi usare un aggettivo per definirlo direi: interessante. Ma sarebbe nascondere l’inquietudine che ha mi ha trasmesso. Ecco, la biografia di quell’anno del dopoguerra ti tramette le macerie nell’animo. Non perché descrive le macerie lasciate dalla seconda guerra mondiale, ma perché inocula l’assenza di speranza di quel libro. Non c’è speranza, né spazio per un mondo migliore. Sarò un pessimista, ma questo è ciò che ho ricavato dal libro. Continuo a rimuginare su quello che ho letto e vedo nella cronaca attuale quello che succedeva allora protrarsi senza sosta e senza speranza di soluzione. Ecco un altro aggettivo per quel libro: amaro.
In questa sezione del sito raccogliamo il meglio delle nostre e vostre letture. Il libro vecchio o nuovo che ha animato le giornate di ognuno.
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Letture
Pura gioia di leggere
Zadie Smith è oramai una conferma tra i nuovi grandi talenti della narrativa contemporanea. E’ nata a Londra nel 1975 da padre inglese e madre giamaicana e si è laureata in letteratura inglese a Cambridge nel 1997. Sostiene di non aver mai partecipato a un corso di scrittura creativa in tutta la sua vita, anzi dice di averne orrore. “Denti bianchi” è un ritratto vibrante di una Londra contemporanea multiculturale, raccontata attraverso la storia di tre famiglie di diverse etnie.
Sarah Perry, Il Serpente dell’Essex
E’ il 1893 e il vecchio Seaborne muore, lasciando soli la giovane moglie Cora e il figlio Francis. Mentre le campane di Londra suonano a lutto, Cora non finge di essere triste. Non sa ancora cosa fare della sua nuova libertà, ma la brezza dell’Essex la chiama: hanno appena scoperto dei fossili a Colchester e lei è appassionata – in linea con la moda dell’epoca – di naturalismo e paleontologia. Un vecchio cappotto maschile e stivali comodi vanno benissimo per immerge le mani nella sabbia bagnata: Cora vuole scavare, scavare… scavare alla ricerca di tesori.
Il diritto di avere diritti
Riproponiamo l’articolo di Antonio Capitano sul libro, Il diritto di avere diritti , di Stefano Rodotà scomparso ieri a 84anni.
Rodotà è stato un grande Italiano. Un uomo fedele alla parola data al Paese, cioè a tutti, e per questo smarcato dalle congerie piu deteriori della politica. Rodotà è stato un giurista di idee, assai spesso illuminanti, ma soprattutto un uomo colto e indipendente che ha speso la sua vita al servizio delle grandi battaglie di civiltà in un paese che sembra smarrire, talvolta, la propria. Stefano Rodotà è stato uomo libero. >>
il prezzo del sogno
Nell’America degli anni Quaranta, Pat (Patricia Highsmith) è una sorta di malvivente: determinata e spietatamente libera, ama le donne e vuole fuggire da ogni ipocrisia. È scappata dal Texas e da una madre autoritaria e accentratrice per inseguire il sogno di diventare scrittrice: nei salotti letterari si sente fuori luogo e in grande imbarazzo, ma ha una prontezza e una perspicacia uniche, oltre a un talento straordinario. Per lei la vita e la scrittura – che è piacere, felicità, beatitudine, qualcosa di incredibile che fa sentire vivi – si fondono tra loro nutrendosi l’una dell’altra in modo prodigioso. È questo il prezzo del sogno: è inquietudine, cura, impegno, ma anche frustrazione e inappagamento.
Le nostre anime di notte
C’è qualcosa di molto raro e accurato e lucido in questo libro il cui tema cercato è la ricerca della felicità. Un tema trattato in un modo molto delicato che è come una rugiada benefica che ammanta l’erba di una mattina d’estate quando l’aria è pervasa da odori diversi come quello del grano che inverdisce i campi o il profumo acre e pungente delle fronde bagnate e la fragranza dei fiori tutt’intorno.
Kate Chopin, Il risveglio
“Non v’era alcuna repressione nel suo sguardo e nei suoi movimenti.
Gli ricordò un animale meraviglioso e agile che si risveglia nel sole”.
Eccomi qui, sul finire dell’estate. Ritorno da abissi di letture come un sommozzatore, porgendovi una manciata di gemme preziose. Dunque sedetevi un momento accanto a me, su questa spiaggia settembrina, e guardate un po’ cosa ho scovato.
Tempo fa mi sono ricordata che in Vagina, il suo ultimo saggio di risonanza mondiale, la scrittrice e attivista Naomi Wolf sostiene “che molte scrittrici, attive fra il 1850 il 1920, esprimevano aspetti dell’esistenza erotica femminile in cui si intuiva un nesso fra il risveglio sessuale e il risveglio creativo”. E mi sono ricordata anche che fra le artiste menzionate dalla Wolf c’era l’americana Kate Chopin con il suo romanzo Il risveglio, pubblicato per la prima volta nel 1889. E dal momento che l’estate è sicuramente il momento più adatto per affrontare un “risveglio” dei sensi letterari, mi sono data alla lettura in lingua originale. E mi sono accorta di essere incappata in un piccolo gioiello di straordinaria purezza, un classico dimenticato.
La figlia del boia
Magdalena è orgogliosa della propria famiglia anche se suo padre Jakob e suo nonno Johannes Kulsl sono stati carnefici. Una volta sua madre le aveva raccontato che il padre non aveva sempre fatto il boia, ma aveva partecipato alla grande guerra e poi era tornato a di nuovo a Schongau. Quando aveva domandato a sua madre cosa avesse fatto in guerra e perché preferisse tagliare la testa alla gente lei aveva taciuto e le aveva posato un dito sulle labbra.
Douglas Coupland, Generazione A
Me le ricordavo, le api. Ricordo che le vedevo in primavera fra la sanguinaria, la barba di becco gialla e i ranuncoli di palude nel fosso dietro casa dei miei nonni: gaie, industriose, pelosette e condannatissime all’estinzione. Poi avevano cominciato a fuggire dagli alveari e prima ancora che ci fosse il tempo di capire perché, erano sparite tutte”.