Tempo di carnevale che come ogni anno a febbraio ci delizia della sua presenza. Da sempre maschere, coriandoli e stelle filanti colorano questo splendido mese che si arricchisce di giornate un po’ più lunghe. A me il carnevale è sempre piaciuto perché adoro i travestimenti, il trucco e le maschere. In Italia è una tradizione folcloristica molto sentita che ogni anno attira turisti in ogni parte d’Italia. I carnevali italiani più famosi al mondo sono quello di Venezia, di Cento e di Viareggio finiti in innumerevoli guide turistiche a suon di fotografie.
Vi racconto quello di Viareggio che conosco bene, la cui prima sfilata ci fu nel 1873. Ogni anno ci sono ben cinque corsi mascherati in cui i carri che sono grandi maschere allegoriche sfilano a suon di musica, danze e coriandoli sui viali a mare, la cosiddetta passeggiata di Viareggio. La sfilata dura tre ore e l’inizio e la fine vengono annunciati da tre colpi di cannone udibili in ogni parte della città. Le maschere allegoriche in anni passati facevano più satira politica, ultimamente sono più attente alle tematiche ambientali, al carovita.
I simboli per eccellenza di Viareggio sono Burlamacco e Ondina, il primo è una sorta di clown dai colori bianchi e rossi, la seconda è una deliziosa ragazza dal bel fisico che indossa un costume celeste e un mantello rosso. Quest’anno per la ricorrenza dei 150 anni del carnevale di Viareggio è stato fatto un carro in onore a Burlamacco e Ondina di cui vi regalo una bella foto (in coda all’articolo, ndr). Su questi bei carri salgono anche i figuranti che vestiti in tema con il carro ballano e cantano per ben tre ore regalando caramelle a chi assiste alla sfilata. Ho assistito alla prima sfilata con un gran numero di persone che dopo anni pesanti hanno una gran voglia di leggerezza. Questi carri allegorici sono talmente alti che arrivano ai balconi delle case, beato chi si gode la sfilata da casa e che può, si fa per dire, toccare i carri dal suo terrazzo.
Gli artisti della cartapesta mettono mano alle loro maschere già nell’estate alla cittadella del carnevale dove nascono i carri e dove vengono tenuti in appositi hangar fino a tutta la durata del carnevale. Nella cittadella c’è anche il Museo del Carnevale che racconta la sua storia dal 1873 a oggi con tanto di bozzetti originali e processo di creazione. Si va dalla lavorazione della carta alla costruzione della maschera allegorica. A me fa sempre un certo effetto quando vado alla cittadella e vedo quei carri altissimi con queste maschere frutto del lavoro di questi artisti che fanno magie. Respiro l’arte. In anni passati ho visto tigri, orsi, in questa sfilata un gorilla, che sembrano veri se non fosse che toccandoli si sente la cartapesta. Grandi bocche, artigli e occhi giganteschi che dominano sfilando. Quando poi la sfilata è notturna i carri illuminati sono ancora più impressionanti, fasci di luci colorate e tanti figuranti che a terra sfilano ballando davanti ai carri. Per gli abitanti di Viareggio è una tradizione molto sentita. La città è addobbata a festa con maschere e lustrini. Le maschere e i coriandoli si affacciano nelle vetrine dei negozi e su ogni terrazza. A fine sfilata la festa prosegue nei rioni dove i viareggini vestiti in maschera continuano a ballare, famiglie intere vestite a tema. Aggiungo una parentesi dolciaria del carnevale, che vede la produzione di dolci tipici in ogni parte d’Italia, a Firenze oltre ai cenci facciamo la schiacciata alla fiorentina ricoperta di zucchero a velo che si può farcire a piacimento, meglio con la panna.
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per BookAvenue, Francesca Lombardi
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