Il BookAvenue Book Festival 2011 si chiude, ancora una volta con un indiscutibile successo. Desideriamo condividerlo con tutti coloro che hanno partecipato a questa festa e che hanno consultato, con migliaia di visite, le pagine di questo sito nella sua brevità. I conti li faremo più tardi e ve li faremo conoscere.
Abbiamo voluto dedicare alla letteratura d’esordio un pò di visibilità e anche di speranza. Sappiamo quanto sìa difficile il lavoro della piccola editoria per difficoltà distributiva e promozionale e lo spirito che muove le azioni che stanno dietro il nome di una casa editrice.
Se non altro, abbiamo “smosso le acque” e messo un pò di disordine nelle vite degli autori per qualche giorno. E’ stata, speriamo, una bella esperienza per i giovani talenti che hanno presentato le loro opere e ai quali, va il nostro più caldo augurio di farle conoscere ad un più ampio pubblico.>>
Chiuso il BookAvenue Book Festival 2011. Un successo.

Può uno cui «vengono bene» le rapine provare solidarietà verso gli sfruttati? Può, uno che vede e percepisce le innumerevoli ingiustizie del mondo, fare il criminale? A leggere il romanzo di Massimiliano Smeriglio («Garbatella combat zone», edito da Voland) parrebbe di sì. Del resto, per capire di cosa stiamo parlando citiamo una riga, suprema chiave interpretativa della fatica dell’autore che compare a pagina 136: «Il tema delle coerenza lo svolgeva su un canovaccio tutto suo, incomprensibile ai più». L’incoerenza, dunque, come dramma esistenziale: è questo il tema dominante di un romanzo difficile da dimenticare.
di Michela Murgia


Quando nel 1932 Louis-Ferdinand Céline diede alla stampe il suo primo romanzo, Voyage au bout de la nuit, nel coro di lodi per il capolavoro non mancò la voce di Georges Bernanos. Secondo lo scrittore cattolico e monarchico l’esordiente collega anarchico e miscredente era stato “creato da Dio per dare scandalo”. Col passare degli anni forse la situazione si capovolse e più che scandalizzare il mondo Céline finì per esserne scandalizzato.
Chissà perché, quando si discutedi narrativa ‘gialla’ (definizione di comodo, filologicamente non correttissima, che include anche il ‘noir’, il ‘poliziesco’, l”hard boiled’ e tutti i generi e sottogeneri affini), salta sempre fuori la definizione: «E’ arrivato il Montalbano…» con annessa provenienza cittadina. Ecco quindi il ‘Montalbano fiorentino’, ‘bolognese’, ‘perugino’, ‘spezzino’… Nel caso che analizziamo siamo in presenza, secondo questa vulgata un po’ stucchevole, del ‘Montalbano romano’.