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BookAvenue Book Festival. Alla ricerca dell’editore perduto.

di Carla Casazza

Esordire? Non siete soli: dalle agenzie letterarie al BookAvenue Book Festival, sono vari gli strumenti di promozione.
Nella mia rubrica First Circle, qui su Bookavenue, vi parlo di autori esordienti: “scovare” quelli bravi e aiutarli a pubblicare fa parte del mio lavoro. A volte è un cammino faticoso ma estremamente stimolante, soprattutto perché mi dà l’occasione di leggere cose molto interessanti che meritano di essere introdotte nel mercato editoriale. Ovviamente mi capita di leggere anche manoscritti piuttosto “tristi”, ma non è di questi che voglio parlare.
Da questa introduzione probabilmente avrete già capito che di mestiere faccio l’agente letterario e non solo: diciamo che la mia “azienda” si occupa degli autori “chiavi in mano” fornendo loro tutti i servizi utili a portare avanti il proprio lavoro delegando a me e alle mie collaboratrici tutte le incombenze che non siano la scrittura.

Chiude Travel Bookshop

Tra i suoi scaffali polverosi era nata la storia romantica tra Hugh Grant e Julia Roberts nel film del 1999 ‘Notting Hill’: oggi la celebre libreria ‘Travel Bookshop’, a due passi da Portobello Road a Londra, rischia di chiudere. Se non si troverà un compratore entro due settimane il negozio di libri di viaggio gestito nel film dal timidissimo Grant, sbaraccherà una volta per tutte dopo circa 32 anni di storia.

foto autore

Don DeLillo, L’uomo che cade

riproponiamo l’articolo di Michele Genchi, libro del mese di settembre 2009, in occasione del decimo infame anniversario.pm

foto autore

Dove eravamo tutti l’undici settembre 2001?
Abbiamo ancora il ricordo di quel giorno prima che diventassimo tutti reduci di quel giorno?
Io, per esempio, mi ero sposato solo 48 ore prima. Ero tornato a casa con mia moglie ed eravamo partiti per il viaggio di nozze verso l’altra parte del mondo. In quell’isola lontana le immagini di quanto accadeva in diretta arrivavano come un eco di uno scoppio lontano. Era il telegiornale della CNN che trasmetteva il crollo delle torri mentre noi, tornati dal mare, ci asciugavamo i capelli increduli di quanto era davanti ai nostri occhi e cambiando la prospettiva di un giorno qualunque della nostra vita.

nina simone

Podcast. Storia di un amore: Nina Simone

Non voglio tediarvi con questioni sentimentali e personali, ma la scelta di Nina Simone, questo mese e questa settimana in particolare, hanno a che fare con il mio due di coppia. Ogni essere vivente che abbia qualcuno da amare ha una canzone del cuore: la nostra è “My Baby just Cares for Me” E ho detto tutto.

Nonostante la povertà in una famiglia numerosa, i primi ricordi familiari di Nina sono piacevoli e legati al cibo e alla musica. In uno degli articoli che ho letto per scrivere questo articolo dice: “Il mio primo ricordo, Ë di mia madre che canta. Quand’era in casa cantava sempre con una voce alta, squillante. Erano le canzoni degli incontri della chiesa Metodista e divennero la colonna sonora della mia infanzia. “I’ll fly Away” e “If You Pray Right” oppure “Heaven Belongs to Me. Mentre cucinava mi faceve sedere sul piano di lavoro e mi dava un barattolo vuoto per dare la forma ai biscotti nell’impasto. E intanto cantava.”

Premio Campiello. Vince Andrea Molesini

Ultimo atto della premiopoli 2011: il Campiello è stato vinto da Andrea Molesini che per Sellerio ha pubblicato Non tutti i bastardi sono di Vienna. Molesini che ha vinto con 102 voti, molto emozionato, ha voluto dedicare il premio all’indimenticabile Elvira Sellerio e ai librai “che fanno un lavoro molto difficile”. 
Orgoglio, patriottismo, odio, amore: passioni pure e antiche si mescolano e si scontrano tra loro, intorbidate più che raffrenate dal senso, anch’esso antico, di reticenza e onore. Villa Spada, dimora signorile di un paesino a pochi chilometri dal Piave, nei giorni compresi tra il 9 novembre 1917 e il 30 ottobre 1918: siamo nell’area geografica e nell’arco temporale della disfatta di Caporetto e della conquista austriaca.

Marco Crestani, Dall’Altopiano al Mayumbe

«Lasciavo la mia famiglia separata da quella di mio padre, composta di mia moglie Brunello Maria dei due figli Sebastiano d’anni 6, Silvio di 4½, ed il 3 gennaio 1903 alle ore 2 p.m. ci separammo impreda alla mortificazione ricordo sempre che il povero di mio padre, mi salutava dandomi l’addio per sempre, dicendomi che non si saressimo più visti, sopra la terra, e piangente andava in stalla, ah! Ben raggione ebbe, poiché dopo circa un anno moriva all’Ospitale di Marostica per subita operazione vescicale.
Mia madre poi povera anch’essa non meno dispiacente di mio padre, nel vedermi partire, piangeva si dirottamente ed infrà i di lei singhiozzi pronunziava parole che a stento potevo capire, intesi solamente va che il Signore ti sia per compagno, mi baciò teneramente come suole le madri ai suoi figli, a rivederci mi disse al mondo di là. Non parlo poi di mia moglie, anch’essa, più ancora dei miei genitori, ma più forte di animo, e cercava di nascondere il proprio dolore, si tratteneva le lagrime, e come fuori di sé mi baciò stringendosi al seno in affetto di tenerezza et amore, la lasciai.

Intervista a Dacia Maraini

Vive a Roma in un appartamento all’ottavo piano. Con un cruccio: «Non so dove mettere i libri». Per avere più spazio, trascorre sei mesi all’anno nella sua grande casa in montagna, «a 1200 metri di altezza, nel parco nazionale dell’Abruzzo. Scrivendo e facendo lunghe passeggiate», confida.
È una donna serena e forte, Dacia Maraini, in una forma assolutamente spettacolare rispetto agli anni che nessuno mai le darebbe. «Sarà perché cammino molto – sorride, illuminando gli occhi chiari e luminosi – anche quando non ne ho voglia, visto che avere un cane mi obbliga a uscire almeno quattro volte al giorno. A Roma vado in piscina due volte a settimana; e poi d’inverno c’è lo sci».