La scrittrice Christa Wolf, uno dei massimi autori tedeschi, a lungo simbolo della letteratura del dissenso in Germania est, è morta a Berlino; lo riferisce Der Spiegel.
L’autrice di “Cassandra” e “Un cielo diviso” aveva 82 anni. L’annuncio è stato dato dalla casa editrice tedesca Suhrkamp Verlag Lo spiegel la ricorda come “una delle maggiori scrittrici tedesche del dopoguerra e la più importante cronista della Ddr e della spartizione tedesca”.
Nata nell’attuale Polonia, trascorre l’infanzia sotto il nazismo ma alla fine della seconda guerra mondiale si ritrova nella Germania Est. Laureata in germanistica all’università di Jena negli anni 50 sposa lo scrittore Gerhard Wolf. Dal 1962 lavora come critica letteraria presso la rivista dell’Unione degli Scrittori della DDR “Neue Deutsche Literatur”.
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Dalla caduta dell’Etica pubblica all’Elogio del Moralismo. Il nuovo libro di Rodotà.
Stefano Rodotà è poliedrico. Multidisciplinare. Ed ha un punto fermo nella sua vita di insigne studioso e di stimato uomo politico: il rispetto delle regole.
E se pensiamo ad un Garante della Privacy pensiamo sempre a Rodotà. E se pensiamo ad un garante “istituzionale” ci viene sempre in mente il nome dell’autorevole giurista.
Provando a fare una recensione del suo ultimo libro “Elogio del Moralismo” edito da Laterza (fa piacere la sobrietà della copertina) , la mente è andata subito ad un altro Elogio. Quello della Mitezza di Bobbio.
Contro ogni arroganza. E contro l’arroganza del potere. Il moralista non è un debole, ma un giusto. Un giusto che si è stancato di vedere le ingiustizie.
E’ significativo che il libro di Rodotà esca proprio in tempi di saldi di costumi e valori. Tempi che però ci piace sperare che stiano cambiando. In dieci giorni tutto si è ribaltato. Dal carnevale si è passati alla Quaresima. Una Quaresima non già di privazioni, ma di senso della misura. Come è giusto che sia. E qui torna il termine “giustizia” con l’immagine della bilancia.
Podcast. Marvin Gaye. Signore e Signori parliamo di soul.
Scrivendo il precedente articolo mi sono ricordata, a proposito di “groove”, di un’altro artista memorabile, anche se avevo promesso di parlarne più avanti. Mi piace parlarne, però, perché Marvin Gaye è stato davvero un grande. Profonda fede religiosa e la raffinatissima sensibilità furono le molle che spinsero Marvin Perez Gay (la “e” fu poi aggiunta per evitare qualsiasi comprensibile equivoco) a dedicarsi alla musica. Nato a Washington D.C., figlio di un pastore apostolico, durante le sue celebrazioni capì cosa veramente significasse “l’essenziale gioia della musica”, come un volta ricordò. Ancora di più di altri giganti del soul, Marvin Gaye è stato forse il più emblematico degli artisti che hanno incarnato l’essenza della soul music.
Una Cultura per crescere. Alla ricerca del Bene Comune
Cultura e Ricerca per perseguire il “bene comune”: è questa la politica adottata da molti Paesi e che dovrebbe sposare anche l’Italia. Per una crescita sociale, economica e culturale, che assicuri maggior benessere alle generazioni future, non si può prescindere da tale assunto…>>
Chi siete?
Carissimi amici di BookAvenue, la comunità che si stringe intorno al nostro sito ci è molto affezionata: questo lo sappiamo da un pezzo. Ma ieri …
La profezia di Francesco Cossiga
Questo è uscito nel maggio del 2010. Tre mesi dopo, il 17 agosto, Francesco Cossiga è morto. O meglio: s’è lasciato morire. Nell’ultimo capitolo, emblematicamente intitolato «Solitudine, caduta e morte del leader», aveva spiegato come la politica sia più di un mestiere. «E’ una droga che non prevede disintossicazioni», aveva detto. Più che una ragione di vita, è la vita stessa. E quando si è costretti a rinunciarvi si finisce spesso per rinunciare a tutto il resto. Si muore, insomma. Come Spadolini, come De Gaulle, come tanti altri di cui Cossiga ha, con involontaria autoprofezia, parlato nel libro.
John Fante. Storia di un autore di culto
STORIA di uno scrittore “cult” riscoperto. Merito, tra gli altri, anche di un festival che lo celebra ormai da qualche anno, in quel paese nei pressi di Chieti che ha un nome familiare e quasi dialettale, un nome che sembra inventato da un gioco romanzesco di fantasia: Torricella Peligna. Lui è John Fante, Denver nel Colorado classe1909, figlio di emigranti. Del padre Nicola aveva quel sangue abruzzese che per metà gli scorreva nelle vene, perché l’altra metà apparteneva alla madre, Maria Capolungo, americana di nascita ma figlia di genitori lucani. Storia antica di immigrati italiani, di operai, muratori come papà Nick, gente povera che aveva una famiglia da sfamare con un salario che non bastava mai.
La paura delle donne. Intervista a Marcela Serrano
Nove donne si ritrovano lo stesso giorno nello stesso luogo, chiamate dalla terapista che hanno in comune, per raccontare la loro storia. Non si conoscono, per cui raccontano le loro vicende dal principio. Insieme alle loro vite, raccontano le ragioni per le quali sono andate in terapia. Natasha, la terapeuta, è la catalizzatrice, il filo conduttore di ogni storia, ma non ascoltiamo mai la sua voce, anche se sappiamo che è presente. Nell’ultimo capitolo conosciamo la storia di Natasha, raccontata da un’altra donna ancora. Sono tutte donne molto diverse tra loro, come dimostrano le loro origini, professioni, età, estrazione sociale e linguaggio.