Cosa succederebbe se con una semplice analisi del sangue fosse possibile prevedere in che modo si morirà? Ryan North, Matthew Bennardo e David Malky hanno lanciato la sfida alla Rete, questa raccolta di 34 racconti sono il risultato.
Cosa succederebbe se una macchina potesse predire in maniera infallibile in che modo una persona morirà, basandosi su un semplice esame del sangue? Come cambierebbe il nostro modo di agire? Saremmo più liberi o vivremmo incatenati a quella sentenza ineluttabile, condizionati in ogni scelta da un destino che può materializzarsi in qualsiasi momento? Saremmo morbosamente attratti da ciò che ci ucciderà o cercheremmo di fingere con noi stessi di non sapere nulla?
I quattro canti della resistenza civile.
Forse stiamo scrivendo accertate banalità. Ma per capire un libro (il ‘senso’, a scuola ci avrebbero fatto scrivere: il ‘messaggio’) spesso bastano pochissime righe. Dunque, prima di entrare in tema, leggete attentamente questa citazione: «Vorrei avere nella mia casa una donna ragionevole, un gatto che passa tra i libri, degli amici in ogni stagione senza i quali non posso vivere». Parole di un poeta francese riportate pari pari a pagina 190 del romanzo d’esordio di Giuseppe Di Piazza: «i quattro canti di Palermo», edito da Bompiani. Siccome Di Piazza è un noto giornalista cercheremo di non esagerare con le lodi.
Se il bunga bunga è americano
Lei lo chiamò sempre ‘Mr President’, malgrado fosse l’uomo con cui aveva perso la verginità. Lui si rifiutò sempre di baciarla sulla bocca, anche quando facevano l’amore. Uscito l’8 febbraio, ma solo nelle librerie statunitensi, il libro di memorie di Mimi Alford, ex amante di John Fitzgerald Kennedy ai tempi in cui era una stagista 19enne alla Casa Bianca. “Once upon a secret: my affair with president John F. Kennedy and its aftermath” (C’era una volta un segreto: la mia relazione con John F. Kennedy e le sue conseguenze), di cui il New York Post ha pubblicato alcune anticipazioni, è un libro pieno di particolari piccanti ma anche di dettagli inediti sulla vita privata di Kennedy e sui momenti più difficili della sua presidenza.
La sognatrice medioevale
In questo libro troviamo Ildegarda, monaca autorevole e ammirata, nel monastero benedettino di Disibodenberg. Vi è stata condotta dalla sua inquieta giovinezza, durante la quale aveva abbandonato la nobile famiglia d’origine per seguire la propria missione. Neanche questa, tuttavia, potrà essere la sua dimora: una visione le appare, esortandola a partire e a fondare una nuova comunità religiosa, in un luogo remoto e isolato. «Se ti senti più sicura fra le mura del tuo monastero» aveva detto la voce «allora mi tradisci». È La chiamata divina, che la sprofonda nell’angoscia: con che animo separarsi dal suo fedele amico, il monaco Volmar, e dalla sua amata discepola Richardis, con i quali ha condiviso i pensieri più profondi e le emozioni più sublimi?
Podcast. Tributo a Donna Summer
Interrompo le faticose faccende di casa per il dovuto tributo a Donna Summer, scomparsa qualche giorno fa a 63 anni. Le brutte notizie, amici miei, quest’anno non mancano. Chiedo a Qualcuno lassù un pò di tregua.
Troppo giovane per essere la mia musica, ma gli echi di “Love to Love You Baby”, con i suoi gemiti, il primo successo estivo del ’75 (!) e uno dei brani più scandalosi mai incisi sul poliestere, sono arrivati fino alla mia età da adulta. La canzone fu in seguito mixata da decine di interpreti e ballata da più di una generazione, me compresa.
La disapplicazione delle leggi
“Più profonda piaga dell’anarchia non esiste” Antigone, v.674
A prima vista un libro sulla disapplicazione delle leggi (Giuffrè 2012) potrebbe apparire rivolto soltanto agli addetti ai lavori o comunque a chi opera, a vario titolo, nel variegato mondo del diritto. Ma nel caso di volumi scritti dall’insigne giurista Vittorio Italia non è mai così. Il suo ultimo lavoro è un saggio agevole che ci mette al corrente di questa materia che riguarda molto da vicino i soggetti giuridici, con il fine primario della certezza del diritto. Il Prof. Italia è sempre molto chiaro, con esposizioni schematiche che arrivano con puntualità al nucleo centrale della trattazione. Per questo giurista dai vasti orizzonti, eminente professore e studioso di diritto pubblico e diritto amministrativo vale una bella frase di Albert Camus “Quelli che scrivono con chiarezza hanno dei lettori, quelli che scrivono in modo ambiguo hanno dei commentatori”. E il concetto di chiarezza deve essere necessariamente connesso con quello di certezza per evitare quel vuoto normativo che danneggia l’intero sistema dei rapporti giuridici.
Jonathan Safran Foer, Ogni cosa è illuminata
Chi, dopo aver superato lo scoglio dei primi capitoli, riesce ad avventurarsi oltre, troverà in questo libro emozionanti sorprese, sia letterarie che narrative.
Nonostante le difficoltà iniziali, come dicevo, poiché le sperimentazioni stilistiche che questo romanzo attua sin dalle prime pagine non si possono certo definire semplici e scorrevoli, il viaggio caleidoscopico che s’intraprende in seguito vale tuttavia lo sforzo.
Ogni cosa è illuminata di Jonathan Safran Foer, plaudito come il primo vero romanzo sperimentale americano del 21esimo secolo, è stato pubblicato nel 2002 e poi tradotto in Italia nel 2005. Come spesso accadde, al pubblico è piuttosto noto il film, ma il valore aggiunto è senza alcun dubbio, quello letterario in senso stretto.
Anche perché ritengo, mai come in questo caso, libro e film sottolineino piuttosto aspetti diversi della vicenda. Il titolo del libro è una citazione tratta da ‘L’insostenibile leggerezza dell’essere’ di Kundera, il che ci conferma la coscienza letteraria dell’autore senza pero’ poter avvicinare le estetiche dei due autori.
Ci salverà il diritto. Principi di solidarietà per una civiltà nuova
“Nessun uomo è un’isola”( John Donne)
Questi i precetti del diritto: vivere onestamente, non offendere alcuno, dare a ciascuno il suo.
(Eneo Domizio Ulpiano)
Gli incipit recenti di molti articoli o scritti cominciano più o meno così: nell’attuale contesto di crisi”; in questo momento difficile; nella complessa situazione. L’elenco potrebbe continuare, ma ciò che accumuna le diverse analisi è la condizione critica in cui versa il “malato” Paese. Un malato di molteplici patologie sociali. Malattie ben conosciute e rare al tempo stesso. Cure che non si trovano e che non si vogliono trovare. E “medici” con specializzazioni formali che non hanno la capacità di intervenire di disinfettare la società sempre più senza regole e senza certezze. Anche le più semplici. Quelle del buon vivere, del vivere civilmente.
E’ stato autorevolmente osservato che il diritto limita e condiziona le nostre azioni, ma che garantisce e difende i nostri diritti. E che Il “diritto”, a differenza della “legge”, possiede una sua “carnalità”, assumendo le sembianze di una “storia vivente”, che si sviluppa attraverso un percorso segnato dalla consuetudine, dalla prassi, dalle convenzioni, dalle interpretazioni rese dalla dottrina e dalla giurisprudenza. In questo senso, opera la riscoperta delle tre dimensioni proprie dello “ius” occidentale: la dimensione “comunitaria” – il diritto è un fenomeno sociale -; la dimensione della “natura delle cose” – il diritto sta scritto dentro i fatti, di per sé stessi “normativi.
Nikos Kazantzakis, Zorba il greco.
Grazie alla nostra amica e collega Paola Mattiazzo, celebriamo il grande capolavoro dell’autore cretese e greco.
Ho provato spesso il desiderio di scrivere la vita e le imprese di Alexis Zorba, un vecchio operaio che ho molto amato.
I maggiori benefattori della mia vita sono stati i viaggi e i sogni; pochissimi esseri umani, tra vivi e morti, mi hanno aiutato nella mia lotta. Ma se volessi distinguere le persone che hanno impresso l’impronta più profonda nella mia vita ne enumererei tre o quattro: Omero, Bergson, Nietzsche e Zorba. […]