… Tantissimi uccelli di carta giocavano ad inseguirsi
planando e risalendo.
Il cielo era saturo di colori e di grida,
era come una danza nell’aria
in cui ognuno recitava la sua parte
sincronizzando perfettamente
il volo con quello degli altri.
Linda era estasiata e rimase così,
con il naso all’insù, la bocca spalancata
in un sorriso pieno … ” (pag.14)
Cenerontola: principessa all’arrembaggio
“… C’era una volta una principessa il suo nome era Cenerontola.
Sì, proprio con la “o” in mezzo.
Proprio per questo non era né alta né bionda,
né bella né magra
e non aveva neppure gli occhi azzurri.
Abitava, più o meno felice e contenta, in affitto in un castello di soli due piani alla periferia … (pag.12) “
Vi presento oggi Cenerontola una principessa oltre i pregiudizi e i preconcetti: single, indipendente, non porta la taglia 42, al posto delle scarpette di cristallo preferisce le ballerine color amaranto perché almeno quelle non le fanno sudare i piedi, ha una grande passione per il cioccolato e invece di chiedere aiuto al principe azzurro, sfoderando voluminosi battiti di ciglia, preferisce rimboccarsi le maniche e risolvere i propri problemi … da sola! [ continua …]
L’orso che non lo era
C’era una volta un Orso che un giorno, era un martedì, si rintanò in una caverna nel bosco per il suo lungo sonno invernale. Ma quando a primavera riaprì gli occhi … niente più alberi, niente più erba, niente più fiori … Come poteva immaginare di essere finito in una fabbrica?…« Torna al lavoro!» gli sbraitò un uomo non appena lo vide. « Ma io non lavoro » disse l’Orso « Io sono un Orso» …
Vi presento oggi un’altra storia deliziosa, illustrata e scritta dal tratto geniale di uno dei primi cartoonist americani, un grande maestro dell’animazione collaboratore anche dei fratelli Marx e di Jerry Lewis: il grande Frank Tashlin.
Un concentrato di poetica stralunata, screziata comicità e malinconia che si legge in poco tempo ma rimane per sempre.
Stargirl
… Il fatto è che, in un gruppo, tutti agiscono fondamentalmente allo stesso modo è così che il gruppo si tiene insieme.
– Tutti? – chiese lei.
– Beh, quasi tutti – risposi – Per questo ci sono prigioni e manicomi, perché le cose continuino così.
– Pensi che dovrei stare in prigione? – mi chiese.
– Penso che dovresti sforzarti di essere più simile a tutti noi – risposi.
– Perché?
– Perché sì.
– Dimmelo – insistette.
– Perché non piaci a nessuno – dissi …
Le Favole del Lupo e della Volpe
“Amico caro – disse la volpe tornando indietro –
Se tu avessi sale in zucca
per quanto pelo hai nella barba,
non saresti certo sceso
senza prima aver pensato
a come risalire …”
Perché ancora le favole? Non saranno troppo datate per i bambini del nostro tempo?
Che differenza c’è tra favola e fiaba?
Innanzitutto … ben ritrovati!
Scegli me
… « Riusciresti a dormire, tu, se un giorno si avverasse il tuo sogno più bello?
Adesso sono le dieci e mezzo, ho sentito rintoccare l’orologio nove volte, poi una, poi dieci e
poco fa di nuovo una e tutti dormono, li sento respirare, qualcuno russa.
Sento che si agitano e si girano nei letti.
E in lontananza sento una sirena della polizia, un motorino e un cane, ma più forte di tutto sento battere il mio cuore, come se avessi appena fatto le scale di corsa un paio di volte.
Ma come faccio a dormire?
Tutto sta per cambiare un’altra volta.
Penso a questa mattina, alla settimana scorsa,
a Babs, all’Asciugheria e alla nonna …» ( pag. 5 )
[segue ]
Un cane in viaggio
… « In un giorno piovoso di maggio
un cane si mise in viaggio,
era un bel po’ coraggioso,
anche un bel po’ pauroso.
Aveva un orecchio bianco
e un orecchio marrone
era così obbediente,
era così legato al suo “padrone”
… Perché lasciò un posto tranquillo
aveva ogni giorno un osso
per
andarsene senza uno spillo
finendo a dormire in un fosso …» ( pag. 3 )
[segue ]
Regalami le ali
… « Non dipingermi le ali.
Lo sai quelle tutte piumate »
« Perché no?»
« Fuori moda. Scomode.
Sempre tra i piedi.
Voglio qualcosa di nuovo.Fatti venire un’idea. Regalami le ali … » ( pag. 4)
[segue ]
Ninablu
“… Il giorno in cui è nata, Ninablu era Nina. E basta. Una Nina come tutte le Nine del mondo.
Con gli occhi così aperti da assomigliare ai grandi bottoni tondi della giacca del nonno, osservava tutto attentamente, facendo bolle di saliva e ba, ba, ba, come ogni neonato.
Il tempo passava velocemente e giunse l’ora delle prime parole.
Il nonno la portava fuori sulle spalle, in un canestrino costruito da lui stesso.
Un bel mattino di sole Nina indicando il mare parlò.
E disse: « Blu!»…“ ( pag.22 )
[segue ]