Dopo il successo di “1861”, Giovanni Fasanella e Antonella Grippo ripartono dalle strade del Risorgimento Italiano per percorrerle fino alla Grande Guerra. E lo fanno con un bel libro – “Intrighi d’Italia“, edito da Sperling e Kupfer – scritto con una verve capace di raccontare episodi “pesanti” con una leggerezza di calviniana impronta, rendendo l’intero lavoro piacevole e ricco di grandi “inediti” che sorprendono pagina dopo pagina il lettore. Da evidenziare da parte degli autori la grande opera nel saper ricercare fonti (specie quelle da archivi stranieri) che fanno conoscere quelle trame che non ci sono sui libri di storia. L’opera peraltro, in alcuni punti, ha molte analogie con i periodi molto più vicini al nostro: basti pensare al Governo dei banchieri, dei tecnici (d’affari) o allo scandalo della Banca Romana che oggi si chiamerebbe Tangentopoli; quasi a significare che la storia si ripete (corsi e ricorsi…) e quando si ripete, cambiano ovviamente i personaggi ma non la fattispecie, come direbbero i giuristi.
Strade Blu di William Least Heat-Moon
Ai viaggi on the road per il continente americano siamo forse già tutti letterariamente e cinematograficamente abituati. Tuttavia ci sono ancora percorsi sconosciuti, territori inesplorati e viaggi del tutto inediti. Strade Blue (nell’originale Blue Highways. A Journey into America) di William Least Heat-Moon è uno di questi.
Pubblicato ormai nel lontano 1982 è un libro che però si colloca in un’altra temporalità, una sorta di storicità parallela, il che lo rende un libro sempre attuale.
La storia di quell’America in cui l’autore viaggia e di cui parla infatti è quella di un’umanità senza tempo o comunque in un rapporto molto particolare con il tempo storico.
Andrea Camilleri, una voce che illumina la notte
Diceva Antonio Gramsci in “Odio gli indifferenti” che “lo sforzo fatto per conquistare una verità fa apparire un po’ come propria la verità stessa, anche se alla sua nuova enunciazione non si è aggiunto nulla di veramente proprio, non s’è data neppure una lieve colorazione personale”. Non citiamo Gramsci solo per rendere il nostro incipit ricco ed accattivante, ma perché, recentemente, abbiamo avuto modo di apprendere un’infinità di idee, opinioni, cognizioni tanto da averne la testa piena. Un cervello così saturo di idee che se non si dà adito ad un incipit alla fine l’idea inizia a scriversi da sé materializzandosi ai nostri occhi sul monitor. Abbiamo partecipato, domenica 9 dicembre 2012 a Roma presso il Palazzo dei Congressi dell’Eur, a “Più Libri più Liberi” (tra l’altro un titolo geniale voler considerare la parola “libri” una contrazione della parola “liberi” quasi un “difetto” dislessico e come un difetto si porta dentro una libertà creativa infinita), ma abbiamo partecipato non solo per i libri. Siamo andati ad un incontro con i libri che hanno voce, sguardi, mani , piedi e respiro: siamo andati all’appuntamento con Andrea Camilleri, nonostante il “fitusissimo friddu” che si sentiva dentro e fuori, in questo inverno che pare accompagnare le giornate di crisi nera della nostra Italia, Paese ormai estraneo pure a noi Italiani di rango europeo.
Cultura: bisogno primario e vero motore di sviluppo
Il 15 novembre 2012, si sono svolti gli Stati Generali della Cultura presso il Teatro Eliseo di Via Nazionale a Roma.
Roma che nella giornata precedente è stata scenario di libere e pacifiche manifestazioni di studenti e professori, ma anche teatro di scontri accesi e forti dissensi per questa crisi che avanza e toglie vitalità agli Italiani e al loro sviluppo, ma anche allEuropa e ai cittadini europei.
Una cometa da seguire: La chiara traiettoria di Niccolò Fabi
Le canzoni di Niccolò Fabi sono come un buon vino. Sprigionano sapori che fanno pensare alla terra, alle terre più diverse. Al sapore del silenzio di un navigatore solitario in un viaggio che trova senso solo in se stesso, nell’essere viaggio. Sono poesie che entrano nell’anima che fanno compagnia con forza rara e trasparente. Una traiettoria chiara ed intensa in un universo di coerenza senza mai cedere alla società dell’apparire. Niccolò non risente delle trasformazioni mediatiche.
Hanif Kureishi, Il Budda delle periferie
Torniamo indietro negli anni per riscoprire questa volta un testo apparso oramai una ventina d’anni fa, il Budda delle Periferie, opera d’esordio dello scrittore anglo-pakistano Hanif Kureishi e pubblicato appunto nel lontano 1990.
Rimane in ogni caso un testo attuale e moderno, nonostante nel libro il contesto sia quello della Londra hippie degli anni 70. Ma non solo della capitale britannica si parla, bensì della sua sterminata periferia, che rappresenta un microcosmo non poi tanto diverso da quello che troviamo ai nostri giorni, almeno per problematiche, situazioni e persone. Come dice l’autore stesso: “Londra sembrava una casa con cinquemila stanze, tutte diverse. Il trucco era di scoprire come si collegavano, e alla fine attraversarle tutte”.
Sefardita di Eliette Abécassis
Sefardita é un romanzo pubblicato nel 2009 in Francia e tradotto in Italia nel 2010, scritto da Eliette Abécassis, autrice francese contemporanea.
Il libro é in realtà una saga sull’identità, o per meglio dire sulle molteplici identità che abitano la nostra persona e che attraversano le nostre origini.
La protagonista è una giovane donna ebrea sefardita nata a Strasburgo ma di origini Marocchine. Già in questo semplice dato autobiografico si mescolano almeno tre culture: quella ebraica, quella francese e quella marocchina. Tre culture che diventano tre identità in conflitto, in perenne contrasto e che lottano per la supremazia. Ma in realtà Esther scoprirà come queste culture ne nascondono a loro volta, alla loro radice, altre – quella spagnola, quella ladina, quella araba e quella berbera- in un moltiplicarsi esponenziale e apparentemente incoerente, che trova tuttavia un’unità ultima e suprema nell’affermazione di ognuna di essa insieme alle altre, secondo un disegno quasi cabalistico – per rimanere in tema con il contesto del romanzo. Le identità non sono solo geografiche, come appare all’inizio del romanzo, ma anche storiche, benché esprimano una temporalità che paradossalmente diventa eterna nel momento in cui si fa tradizione.
Il buio oltre le stelle
Abbiamo fatto tre domande sul Bosone di Higgs ad Amedeo Balbi, autore Codice Edizioni di “Il buio oltre le stelle“.
Intanto, due parole sul libro.
I primi osservatori che secoli fa sollevarono lo sguardo e cominciarono a scrutare il cielo potevano appena immaginare cosa si nascondesse dietro quel poco che si vedeva a occhio nudo. Da allora l’uomo ha raggiunto risultati straordinari, ha esplorato le più remote profondità del cosmo, e ha tracciato un quadro molto soddisfacente della struttura complessiva dell’universo e dei meccanismi che ne hanno governato l’origine e l’evoluzione. Eppure, per alcuni versi, non siamo in una situazione tanto diversa rispetto a quei primi osservatori. Dopo tutta la strada percorsa, dopo tutte le scoperte e i progressi, gli astronomi conoscono con certezza la natura fisica di una porzione limitata di universo, appena il 5% del totale: una goccia in un’oscurità di cui possiamo solo intuire la maestosità e la vertigine. Cosa sono l’energia e la materia oscura, le componenti predominanti del cosmo di cui abbiamo per ora solo una conoscenza indiretta? Potrebbero mettere in discussione le ipotesi fisiche alla base della descrizione e dell’interpretazione dell’universo? I segreti da strappare al buio del cielo notturno sono ancora tanti.
Aprire, spalancare le porte alla cultura
Staccate la spina (al televisore) e non ci sarà più terrorismo
Mc Luhan
Ha fatto molto effetto, sabato sera, leggere sui battenti serrati di Villa D’Este a Tivoli – che doveva illuminarsi nella notte, per aprirsi gratis al pubblico – che sarebbe rimasta chiusa per lutto nazionale. Un segno, la “chiusura”che, in certi casi, è più assordante di una deflagrazione. Come a dire non si attenta alla vita dei giovani, non si compie un’efferatezza contro la vita e la speranza di futuro della civiltà proprio nel cuore di una scuola che è il primo luogo propulsivo della formazione,della cultura, un luogo in cui la cultura si plasma tramandandola, si libera “concependola”.