Il successo del Salone del libro è dei lettori

Grazie Milano. Se il Salone del Libro di Torino si avvia a chiudere un’edizione trionfale, euforica, entusiastica come neppure il più ottimista avrebbe potuto prevedere alla vigilia, una grande parte del merito va alla scelta dei grandi gruppi editoriali di organizzarsi una propria fiera a Rho, nella convinzione di sbaragliare facilmente il campo avverso. Una conferma che la concorrenza fa bene (non a entrambi i concorrenti, però), costringendo a ripensarsi, a innovare, a dare fondo all’inventiva. Dentro e fuori del Lingotto, con gli scissionisti non c’è stata partita. Per vendite e partecipazione del pubblico.

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Video Games. Piccolo manuale per videogiocatori.

Siamo nel mese in cui si concentrano feste e saggi, le vacanze sono vicine, si annusa già il profumo di libertà. Qualche regalo arriverà e tra questi ci sono anche i videogiochi, amati da molti giovani studenti: ne esistono per tutti i gusti, sono divertenti e avvincenti, ma possono incontrare qualche ostacolo da parte degli adulti. Ecco che ho pronto un consiglio di lettura a tal proposito: si potrebbe includere con il nuovo videogioco anche il piccolo manuale per videogiocatori. Riuscire a conoscerli meglio serve a tutti, grandi e piccoli. Un libro utile e piacevole anche per i genitori. Sono troppo divertenti, i videogames, per rinunciarvi o negarli a priori. Spulciamoli insieme!

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Hotel Grande A

Non ci si imbatte spesso in romanzi che riescono a raccontare l’amore, la morte, la malattia, la famiglia, la vita, con sincerità e trasporto, ma allo stesso tempo facendo ridere e voltare le pagine una dietro l’altra, tessendo tutti i fili di una storia fino a regalare ai lettori un lieto fine appagante. Oh boy! di Marie Aude Murail ci riusciva perfettamente e per tanti aspetti questo Hotel Grande A me lo ha ricordato. Che siano entrambi libri classificati come “per ragazzi” non ne dovrebbe limitare il valore o il pubblico: significa che con essi si potrà identificare sia un lettore giovane che un adulto, che giovane lo è già stato.

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Il cuore scomparso della Mitteleuropa

Con questo articolo Davide Zotto comincia la sua collaborazione con BookAvenue…a sua insaputa.
Dalla redazione un caloroso benvenuto.

Non cercate sullo scaffale della libreria la guida Lonely della Galizia, perché non la troverete. Non chiedete nemmeno al solerte commesso. Sarebbe inutile; forse vi risponderebbe che quella guida non la stampano più. Perché la Galizia è stata inghiottita dalla storia; come è stato inghiottito l’impero Austroungarico di cui era la regione più orientale, come sono stati inghiottiti gli shtetl ebraici che la punteggiavano.>>

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I nostri cuori chimici

Le recensioni che potrete trovare in rete su questo romanzo sono molte, interessanti e competenti. Quindi perché scriverne un’altra? Quella che segue non sarà una recensione, ma un’intervista di Livia A (che sta per “Livia Ancora Adolescente”) a Livia B (ossia “Livia Bacucca Bigotta”). Altro non serve sapere, se non che è il modo più vero per descrivere questo romanzo, dal mio punto di vista. O dovrei dire “dai miei”.
Se volete lasciarmi i recapiti di un buon analista nei commenti, fate pure.

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Il mondo di Paolo Conte

“En blue marine” è uno di quei brani che dura poco, giusto il tempo di sognare per poi sfumare tra le note come il più dolce dei saluti reso immortale dalla bella cinematografia di tutti i tempi.
Questo è il brano (contenuto nel suo nuovo lavoro “Amazing Game”), che ho scelto quale sottofondo per raccontare il mio breve incontro con Paolo Conte “inseguito” da tempo che mi ha fatto pensare ad un ottimo volume che indaga finemente il suo mondo di emozioni sonore.

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Podcast. Il blues delle origini: Bessie Smith

In seguito all’inattesa popolarità di Crazy blues di Mamie Smith, il primo blues registrato da un’artista nero, la Columbia si accorse dell’esistenza dei consumatori afroamericani e cercò di trovare cantanti in grado di attirarne l’attenzione.
Fu così che l’etichetta mise sotto contratto Bessie Smith, già molto famosa al sud. Fu l’imperatrice del blues a introdurre nella musica il concetto di diva. Il suo primo singolo per la Columbia, Down hearted blues, vendette 780mila copie in sei mesi. La sua grandezza è evidente in brani come Taint’ nobody’s bizness if I do, If you don’t know, i know who will e negli altri brani di una raccolta capitata tra le mani come quasi un regalo: The complete Columbia recording, che “copre” il decennio dagli anni 1923 al 1933. Non ci sono inediti, ma è la prima volta che queste registrazioni vengono messe in commercio in una unica raccolta.

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Podcast. Le donne del R&B: Alicia Keys

Alla fine ho capito da dove il cuoco più famoso del mondo abbia mutuato il titolo del suo programma. Hell’s Kitchen, infatti, non è solo il nome del famoso show di Gordon Ramsey, ma il quartiere dove è nata la beniamina di questo appuntamento: Alicia Keys. 
A New York, si sa, si può fare di tutto se si ha talento. La nostra a sedici anni era già iscritta alla Columbia University e si diplomava pieni voti da un altra parte, precisamente al PPAS: la Performing art school di NY. Per capirci: questa signorina non solo ha una voce straordinaria, ma suona pure il piano, il violoncello, il sintetizzatore, il basso, il clarinetto e altro ancora. Roba grossa per una che di battesimo fa Augello-Cook ed è dell’81’. Che invidia: tutte, dico, tutte a Lei

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