La rabbia dei ventenni che unirono l’Italia e quella dei giovani che oggi vivono in un Paese diviso. Due epoche messe a confronto da due relatori d’eccezione, Vittorio Zucconi, direttore di Repubblica.it e storico corrispondente dagli Stati Uniti, e Antonio Caprarica, corrispondente del Tg1 in Gran Bretagna. Giovedì sera i due giornalisti hanno messo in scena, nell’aula dei filosofi dell’università di Parma, un dibattito senza pause, fitto di schermaglie e lampi di satira. Invitati dall’istituzione biblioteche, intervistati dai loro colleghi della Gazzetta di Parma, Gabriele Balestrazzi e Carlo Brugnoli, i due hanno iniziato a parlare del tema dell’incontro, i centocinquanta anni d’unità d’Italia, e sono approdati ai giorni nostri, tra riflessioni su Berlusconi e Minzolini.
«Il nostro risorgimento è stato dei ragazzi che avevano 20 anni, che avevano una capacità di sognare, oggi perduta. I nostri giovani appaiono rassegnati» si lamenta Antonio Caprarica. «Quali possibilità hanno oggi i nostri giovani? – ribatte Vittorio Zucconi – Quali sono le occasioni reali che la nostra generazione ha costruito per loro? Noi abbiamo delle responsabilità». «Come si può raccontare questa complicata Italia di oggi?» domanda Gabriele Balestrazzi, direttore di Gazzettadiparma.it. «La missione dei giornalisti è raccontare agli altri quello che non si è capito. Ma io dell’Italia non capisco più niente. – esordisce Zucconi – Non sappiamo che governo avremo la settimana prossima. Il nostro è un paese che si definisce in negativo. Siamo bravi a dire ciò che non siamo. Non siamo neri, cinesi, musulmani, omosessuali. Ecco perché hanno successo quelli che predicano il verbo del no». «All’estero giudicano gli italiani furbi e imbroglioni. – racconta Caprarica – La nostra immagine nel mondo è pessima, perché è la stessa immagine che abbiamo noi. E continuiamo a pensare così per assolverci, nella convinzione che più irrimediabili sono i nostri errori e più ci si può convivere».
«L’immagine negativa degli italiani all’estero non tocca solo a Berlusconi – continua il corrispondente da Londra – Il bunga bunga è l’autobiografia di una nazione». «Non sono d’accordo – protesta Zucconi – Esiste un’Italia di minoranza che ha una reazione indignata e protestante di fronte alla classe politica da cui non si sente rappresentata. L’Italia non è un paese di caste, è un paese di corti».
I due giornalisti, amici da una vita, si rubano il filo del discorso a vicenda: «Io non l’ho interrotta, lei non mi interrompa» afferma Zucconi, scimmiottando i politici in televisione. «Questa non è l’edizione speciale di Porta a Porta» risponde il collega. Ad assistere all’incontro, dal titolo «Quest’Italia che ci tocca raccontare», ci sono studenti delle scuole superiori accompagnati dai professori. «Siamo un paese strano – dice Caprarica – in America quando qualcuno sbaglia, paga, Bernard Madoff per la frode da 50 miliardi di dollari si è beccato 120 anni di prigione, il dottor Tanzi, invece, mi pare che circoli liberamente». Non mancano le frecciate al nuovo direttore del Tg1: «Antonio Caprarica manifesta la sua insofferenza a Minzolini con le sue cravatte» dice Zucconi, provocando le risate del pubblico. «C’è qualcuno che non sa farsi il nodo della cravatta e non gli va giù, così si mette i maglioni» replica, pronto, il corrispondente del Tg1.