Per te che ami programmare tutto; per te che tutto deve andare esattamente come hai previsto; per te che gli imprevisti li vivi così male che sprechi metà del tuo tempo ad arrabbiarti piuttosto che a predisporre subito una soluzione; per te un libro/un consiglio: il making of è interessante esattamente quanto il made, e a inserire nuove prospettive su uno schema prestabilito spesso si ottiene un risultato più bello, per te e per gli altri.
La violetta del Prater, Christopher Isherwood
Lo osservai per tutto il tempo della ripresa. Non era necessario guardare il set: l’ intera scena era riflessa sul suo volto. Non distraeva l’occhio dagli attori nemmeno per un istante. Sembrava controllare ogni gesto, ogni intonazione, attraverso uno sforzo assoluto di potere ipnotico. Le sue labbra si muovevano, la sua espressione si rilassava e si contraeva, il suo corpo si protendeva o si raggomitolava sulla sedia, le sue mani si sollevavano e ricadevano per sottolineare le fasi dell’ azione. Ora stava spostando Toni dalla finestra, ora sorvegliando un eccesso di precipitazione, ora incoraggiando suo padre, ora sollecitando una espressione più intensa, ora spaventato che la pausa andasse perduta, ora deliziato con il ritmo, ora di nuovo ansioso, ora veramente allarmato, ora rassicurato, ora commosso, ora compiaciuto, ora molto compiaciuto, ora cauto, ora disturbato, ora divertito. La concentrazione del regista è meravigliosa nella singolarità del suo proposito. E l’atto della creazione.