Non c’è gioia paragonabile alla lettura di un romanzo di David Grossman perché la sua scrittura esalta alla perfezione la qualità sublime della parola.
“Che tu sia per me il coltello” è una strana ed emozionante storia d’amore tra un uomo e una donna che non si sono mai realmente incontrati.
E’ un romanzo che solleva gravi interrogativi, un capogiro, un viaggio mozzafiato negli angoli più oscuri dell’animo umano.
Il goffo Yair, venditore di libri rari, vede una bella donna, Miriam, che non conosce e si sente in dovere di scriverle suggerendole una relazione basata solo sulla corrispondenza. Lei accetta l’offerta e da questo momento in poi tra i due inizia una relazione intensa.
Yair si dedica con tutto se stesso a questo rapporto non realistico e Miriam fa lo stesso.
Inizia così tra i due una storia di parole, una corrispondenza che diventa un doloroso scambio di segreti.
“Mi stringerai ancora più forte e, così facendo, è come se riversassi in me tutto quello che è racchiuso e celato in te, che si aprirà e si svelerà nel mio corpo, piano piano, finché tutto si scioglierà.”
Grossman scende a spirale nella psiche di un uomo e di una donna in modo appassionato e lo fa con una scrittura densa, impegnativa, ricca di momenti di grande poesia e inventiva che però può anche diventare difficile e oscura (tanto che alcuni passaggi chiedono di essere riletti).
David Grossman, Che tu sia per me il coltello, 1999, Mondadori (collana Oscar scrittori moderni).