Requiem per i dimenticati

   Tempo di lettura: 2 minuti

Yiyun Li è cresciuta a Pechino e nel 1996 si è trasferita negli Stati Uniti. Oggi insegna alla University of California e vive a Oakland, in California, con il marito e due figli.
Suoi racconti e saggi sono stati pubblicati sul New Yorker e in Best American Short Stories.
Yiyun Li ha una formazione scientifica a tutto tondo, il suo sogno era quello di diventare la Marie Curie della Cina. E’ emigrata negli Stati Uniti per perseguire un dottorato di ricerca nel campo dell’immunologia.

Il suo romanzo d’esordio, “I girovaghi“, è uno scritto potente e riflessivo ambientato in Cina nel 1979 (due anni dopo la morte di Mao Tse-tung, quando Pechino veniva scossa da un’ondata anti-comunista che voleva portare la Cina oltre l’ombra scura della Rivoluzione culturale) e narra di un gruppo di persone in una piccola città nel momento drammatico e straziante che fece da prologo a Tiananmen.

Yiyun Li esplora queste vite ordinarie con grande sensibilità, equilibrio morale e dignità. Ma anche con spietata lucidità.

“I girovaghi” è un requiem per le vittime dimenticate e un aspro dipinto della vita sotto un regime totalitario in cui povertà, fame e paura sono forze in grado di modellare vite.

Con una prosa luminosa, Yiyun Li intreccia le vite di personaggi (indimenticabili per complessità e profondità) costretti a fare delle scelte decisive.

Non è il tipico romanzo che rappresenta in forma stereotipata la storia cinese, ma una testimonianza di fedeltà superiore, di ideali democratici, una meditazione sul destino, sulla causalità e sulla sofferenza.

E’ basato su una storia vera che ha avuto luogo in Cina proprio due anni dopo la morte di Mao.

Li Yiyun, I girovaghi, 2010, 401 p., brossura, traduzione di E. Kampmann, Einaudi (collana L’Arcipelago Einaudi).

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Marco Crestani

"In una poesia o in un racconto si possono descrivere cose e oggetti comuni usando un linguaggio comune ma preciso, e dotare questi oggetti - una sedia, le tendine di una finestra, una forchetta, un sasso, un orecchino - di un potere immenso, addirittura sbalorditivo. Si può scrivere una riga di dialogo apparentemente innocuo e far sì che provochi al lettore un brivido lungo la schiena… Questo è il tipo di scrittura che mi interessa più di ogni altra. Non sopporto cose scritte in maniera sciatta e confusa…"(Raymond Carver)
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