Nell’America degli anni Quaranta, Pat (Patricia Highsmith) è una sorta di malvivente: determinata e spietatamente libera, ama le donne e vuole fuggire da ogni ipocrisia. È scappata dal Texas e da una madre autoritaria e accentratrice per inseguire il sogno di diventare scrittrice: nei salotti letterari si sente fuori luogo e in grande imbarazzo, ma ha una prontezza e una perspicacia uniche, oltre a un talento straordinario. Per lei la vita e la scrittura – che è piacere, felicità, beatitudine, qualcosa di incredibile che fa sentire vivi – si fondono tra loro nutrendosi l’una dell’altra in modo prodigioso. È questo il prezzo del sogno: è inquietudine, cura, impegno, ma anche frustrazione e inappagamento.
E Pat è logorata dall’apprensione, dall’affanno. Non sopporta la falsità assurda dell’american dream e se ne va in Europa cambiando del tutto la sua vita. Scriverà romanzi e racconti che affascineranno i lettori di tutto il mondo. Perché per lei scrivere è vivere vite impossibili nella realtà consueta. È riconoscersi nella forza della parola per uscire dalla propria pelle e indossare quella dei personaggi che appassionano, pagina dopo pagina.
“È il giugno del 1946, l’America ha vinto la guerra, l’America è il centro del mondo e New York il cuore pulsante di quel Paese vasto e straniero che è il suo. Pat cammina per la città in uno stato di quasi terrificante euforia. Attorno a lei, come un’evidenza tangibile, la presenza della donna che conosce da poco e che è già tutto. Carol. Le strade risuonano ancora dell’eco dei suoi passi, l’aria del tramonto estivo è impregnata del suo profumo leggero, tutte le donne che passano sono copie imperfette di lei, specchi obliqui che per un attimo lasciano intravedere quell’unica, perfetta immagine.”
…
“Quello che mi disgusta è la mia capacità di fingere di stare al gioco. Ogni giorno, ogni momento, desidero mandare tutto all’aria, eppure non lo faccio. È come se avessi deciso di vedere fino a che punto posso arrivare con questa finzione.
La mia vera vita è quando scrivo. E quando rileggo le lettere di Ellie, e il tempo che passo con lei nell’immaginazione.”
…
“La morte come finzione e via di fuga. Un corridoio oscuro tra le stanze della vita, così illuminate e false.”
il libro:
Margherita Giacobino, Il prezzo del sogno, collana Scrittori italiani e stranieri, Mondadori 2017.