E’ un anno pieno di incertezze e di preoccupazioni legate all’applicazione della “riforma” scolastica targata Renzi-Giannini, che ha portato e porterà con sé tanti dubbi, proteste e critiche ma che dirà anche qualcosa di nuovo nell’ambito del sistema dell’istruzione. Pur potendosi prevedere in parte quel che accadrà, molti aspetti della “buona scuola” sono ancora alquanto nebulosi, per mancanza di chiarezza nelle norme in vigore ma anche per la sostanziale differenza tra la teoria e la pratica, cioè tra il dettato della legge e la sua effettiva applicazione. Intanto, mentre inizia oggi l’anno scolastico, la televisione ripropone la solita fiction – in modo banale- della annuale polemica sui libri di testo, il cui costo dissanguerebbe le famiglie dei poveri studenti.
Sull’argomento BookAvenue ha espresso quello che ha da dire già negli scorsi anni e non vogliamo quindi ripeterci, tranne una cosa: la polemica sul costo dei libri è pretestuosa, soprattutto da parte di quelle famiglie, spiace dirlo, (e sono molte) che si sentono svenate quando debbono comprare i libri ai figli, ma che spendono senza battere ciglio centinaia di euro in zaini firmati, vestiti alla moda o telefoni di ultima generazione, di cui ormai quasi tutti gli studenti sono dotati. Per costoro la cultura vale meno di un telefonino o di un paio di jeans sdruciti. Mentre non si è altrettanto puntuali a sostenere nuovi bisogni e interessi di lettura senza dover delegare l’educazione alla scuola. Il patrimonio di idee e la loro circolazione deve essere un altrettanto bisogno e sollecito famigliare, prima ancora dell’aula scolastica!
Quest’anno la campanella suona, dunque, anche per noi. Grazie a Paola Chiesi che di mestiere fa l’insegnante nella scuola pubblica, e alla quale avevamo chiesto un commento proprio sula legge Renzi-Giannini, seguiremo l’anno scolastico da dentro un’aula: la sua. E attraverso le cose che avrà da dire e i contributi che saprà raccogliere in questo diario, osserveremo da un posto privilegiato quello che accade nella scuola del nostro paese.
La rubrica si chiamerà “Diario di scuola”. Meglio di così’…