Una scrittura esilarante e satirica

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   Tempo di lettura: 3 minuti

copertinaGary Shteyngart (all’anagrafe Igor Shteyngart, classe 1972) è uno scrittore americano nato a Leningrado in Unione Sovietica (che egli chiama “St. Leningrado” o “St. Leninsburg”).
In Russia ha trascorso i primi sette anni della sua infanzia. Proviene da una famiglia ebrea e descrive la sua famiglia come “tipicamente sovietica”. Suo padre lavorava come ingegnere in una fabbrica di macchine fotografiche, sua madre era una pianista. E’ emigrato negli Stati Uniti nel 1979 ed è cresciuto senza televisione parlando sempre russo. Per questo ha conservato, fino all’età di quattordici anni, il suo forte accento russo.

Shteyngart è un tipo piuttosto eccentrico, decisamente originale. Si è laureato presso l’Oberlin College in Ohio e ha conseguito un MFA in scrittura creativa. Durante i primi anni ’90 ha lavorato come scrittore per varie organizzazioni non-profit di New York.
Vive nel Lower East Side di Manhattan e attualmente insegna scrittura creativa alla Columbia University e a Princeton.

Shteyngart eccelle a evocare e giustapporre le differenze di cultura e di luogo. La sua è una scrittura esilarante e satirica e dimostra di avere intuizioni davvero acute a proposito della politica mondiale, in particolare dell’attuale clima negli States.

In “Absurdistan“, il protagonista Misha Vainberg, è il figlio “in carne” di uno degli uomini più ricchi della Russia post-sovietica che, dopo aver vissuto per dodici anni nel Midwest e a New York City, si considera un americano nel corpo di un russo.
Le sue passioni sono il cibo e l’alcol, ma anche il rap e tutto quello che fa rima con New York, la città che però ha dovuto abbandonare a causa del comportamento violento del padre.
Misha arriverà in modo rocambolesco in uno stato chiamato l’Absurdistan, ma vorrà scappare presto da questo suo esilio, lontano dagli amati States. Quando sta per ottenere un passaporto belga per darsi alla fuga, in Absurdistan scoppia una guerra civile e a Misha toccherà diventare Ministro degli affari interculturali e scontrarsi con un mondo in cui avere una vita conforme alla media pare inattuabile.

Nonostante la sua vocazione storica, “Absurdistan” può essere considerato più un romanzo di satira politica e culturale che uno scritto fantasioso di geopolitica.

Se non fosse uno scrittore Shteyngart vorrebbe essere un urbanista perché dice di amare le città più di ogni altra cosa ed è affascinato dal modo in cui sono messe insieme. E’ inoltre convinto che umorismo e pathos possono coesistere in una singola pagina, persino in una sola frase.
In un’intervista recente ha detto di aver scritto i suoi romanzi quasi interamente sdraiato sul letto o sul divano con i piedi sul tavolino da caffè.

Gary Shteyngart, Absurdistan, 2007, 365 p., brossura, traduzione di K. Bagnoli, Guanda (collana Narratori della Fenice).

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Marco Crestani

"In una poesia o in un racconto si possono descrivere cose e oggetti comuni usando un linguaggio comune ma preciso, e dotare questi oggetti - una sedia, le tendine di una finestra, una forchetta, un sasso, un orecchino - di un potere immenso, addirittura sbalorditivo. Si può scrivere una riga di dialogo apparentemente innocuo e far sì che provochi al lettore un brivido lungo la schiena… Questo è il tipo di scrittura che mi interessa più di ogni altra. Non sopporto cose scritte in maniera sciatta e confusa…"(Raymond Carver)
http://libereditor.wordpress.com/

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