Una crudele idea di ordine

   Tempo di lettura: 8 minuti

Lulu Miller, autrice del libro “ I pesci non esistono” oggetto delle righe che seguono, ha lottato con la depressione per molto tempo; ho letto notizie di un tentativo di suicidio: sono vere.  Suo padre, biochimico e scienziato a modo suo, le ha insegnato che le vite umane sono, nel grande schema delle cose, roba insignificante. La ricerca di una risposta alternativa a quella di suo padre l’ha segnata per tutta la vita, facendo della ricerca e della divulgazione scientifica lo scopo della sua esistenza.

La necessità di mettere un po’ d’ordine nel caos della sua vita sembrava aver trovato una sponda nella figura di David Starr Jordan, un grande scienziato con una biografia assai controversa, come l’autrice scoprirà di seguito.Il prof. Jordan è stato un tassonomista e ittiologo: conservava migliaia di pesci in barattoli pieni di alcol, il che si sarebbe rivelato disastroso quando una notte dell’estate del 1883, un fulmine colpì un filo telefonico nel campus dell’Università dell’Indiana a Bloomington. Le scintille volarono nel vicino edificio scientifico, che presto iniziò a bruciare. “Molti vasi esplosero come minuscole bombe”, scrive la Miller.  Alcune creature non ancora identificate furono incenerite facendo scomparire ogni possibilità di essere classificate. Un evento, questo, sufficiente per spezzare la maggior parte delle persone, ma il prof. Jordan sembrava prendere con calma la distruzione del lavoro della sua vita. “Ha prima pulito le ceneri, poi si è rimesso al lavoro tornando verso i bacini d’acqua della nazione per recuperare ciò che aveva perso”, scrive Lulu Miller.

Questa tenacia le ha fatto venire voglia di raccontare la storia di Jordan. Al là dalle sue battute d’arresto scientifiche, Jordan era un uomo intimamente consapevole del sentimento della perdita, costretto a fare i conti con la morte prematura del fratello maggiore e soprattutto della sua prima moglie e due dei suoi figli. A questo tragico elenco di perdite vi si aggiunsero un caro amico e due studenti. Eppure, è sempre andato avanti.Scrive: “Sembrava che Jordan avesse decifrato un codice segreto”. E poi: “Mi chiedevo cosa gli permettesse di continuare ad andare avanti e ricucire la sua vita dal disastro, nonostante i molti avvertimenti riservatigli”. E aggiunge: “Mi chiedevo se si fosse imbattuto in qualche trucco, qualche ricetta, per ritrovare la speranza in un mondo indifferente”.”Forse”, continua, “aveva stabilito qualcosa di essenziale su come avere speranza in un mondo senza promesse, su come portare avanti i giorni più bui”.

Ma il lavoro dell’autrice le fa scoprire anche il lato oscuro di David Jordan dietro la sua forza.

L’uomo, diventato il primo rettore della Standford è anche lo scienziato aderente al movimento di eugenetica che scrive articoli su come bisognerebbe sopprimere diverse categorie di genere umano e che contribuisce, negli Stati Uniti, alla sterilizzazione forzata di migliaia d’individui. La brutale convinzione, cioè, che esista un piano naturale, una gerarchia secondo cui c’è un disegno capace di distinguere chi è degno della vita e chi altri destinato a soccombere; e come tale da eliminare perchè si tratta di porre riparo ad un errore della natura.
Fatti, questi, che trasformano il libro da una tranquilla biografia di un brillante scienziato in un giallo dove, man mano che si procede, ogni rivelazione diventa più spaventosa di quella immediatamente precedente. Trasformando l’omaggio ad uno scienziato indomabile in un racconto difficile da comprendere.

Finisco. Lulu Miller confessa in un’intervista di aver speso dieci anni per scrivere il libro. Condivide il suo personale tentativo di cedere alla depressione con la riscoperta dell’amore e alla difficile ricerca di un senso della propria esistenza ferita con l’assenza di un Dio cui rivolgersi per chiedere aiuto. E mentre fa pace con l’idea di un uomo che ha fatto cose meravigliose e altrettanto crudeli, forse anche mostruose, offre al lettore i mezzi per riflettere, come suo padre prima di lei, su cosa siamo noi nel grande schema delle cose.

Per BookAvenue, Michele Genchi

 

Ps.

Ecco. Sono state queste righe a scatenare il bisogno di pormi alcune domande sul significato che diamo alle nostre giornate. Come reagiamo ai momenti più disastrosi, alle perdite più profonde, ai cambiamenti che la vita talvolta ci impone? Non ho trovato le risposte e, forse, è meglio cosi. Tuttavia, penso a questo. Che forse le cose vanno come devono andare e forse è vero. C’è un silenzio che tiene insieme le cose quando le osservi da lontano che ti fa sembrare tutto giusto, necessario in fondo, come un ammutolirsi sacro di fronte a un’opera d’arte, a un sogno, a Dio. Dipingiamo continuamente il lago dei ricordi nella mente mentre viviamo dove perfino l’accaduto più doloroso a guardarlo da qui sembra stagnante, sembra galleggiare inerte in una gola di necessità benigna grazie a cui siamo qui oggi, grazie a cui in fondo siamo quel che siamo e perfino lui, quel dolore così grave e ferroso ritorna in superficie più leggero, più insospettabilmente innocuo da quasi consolare i patimenti di oggi. L’accettazione del dolore allora non è che una necessità vitale, una difesa forse che la vita predispone e prepara di fronte alla propria miseria.

Per questo motivo; per l’urgenza di confrontare questa ragione, ho chiesto ai miei amici più cari di rispondermi sul difficile significato che danno alla loro vita.
Ho ricevuto decine di messaggi e mail. Ognuno ha riflettuto sulle esperienze che hanno segnato il proprio cammino: alcune bellissime, altre altrettanto dolorose. Qualcuno ha chiesto aiuto al Cielo ed è stato ascoltato. Altri non hanno chiesto. Altri ancora non sanno cosa chiedere e a chi. Molti aspettano con gioia domani mentre ringraziano per quello che hanno ricevuto oggi.

Ringrazio, quindi:

l’Autrice, Louisa Elizabeth Miller, per avermi sollecitato e gli amici di seguito per avermi risposto: Isabella Paglia, Clesia Thaulero, Giovanni Valitutto, Antonio Manzoni, Silvia Belcastro, Antonella Cavallo, Marina Dello Preite, Francesca Mariucci, Stefano Zavagnini, Jacopo Bianchi, Paola Calvetti, Antonio Conte, Loredana Della Rovere, Luca Massetti, Luigi DeRosa, Fabrizio DeFabritiis, Giulia Fabiani, Anna Mendicini, Angelo Pavone,  Francesco Pavone, Vincent Venturelli, Teresa D’Agostino, Nicola Signorile

L’Autrice: Louisa Elizabeth Miller, meglio conosciuta come Lulu Miller, è una scrittrice, artista e giornalista scientifica americana per National Public Radio. La carriera di Miller in radio è iniziata come produttore per il programma WNYC Radiolab. Ha contribuito a creare lo spettacolo NPR Invisibilia con Alix Spiegel. (dal sito della casa editrice Simon & Schuster)

Il Libro: I pesci non esistono di Lulu Miller, ed.Italiana di ADD editore 2020, Trad, Luca Fusari pp 216

 

ndr

reprint: questo articolo è stato pubblicato sul nostro sito il 14.2.2021

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