Il “segreto brutto” e il misterioso suicidio di una donna ebrea. Non si placano le polemiche occorse intorno al libro di Sergio Luzzatto “Partigia” dove si ricostruiscono i passaggi salienti della breve e sfortunata carriera di partigiano di Primo Levi. E, in particolare, del “segreto brutto” custodito dal grande scrittore a proposito della fucilazione da parte dei partigiani della banda del Col Joux di due compagni giudicati responsabili di qualcosa che filtrerà sporadicamente tra le pagine successive di Levi e che Luzzatto immagina, pur dentro la tragedia della guerra civile e dell’occupazione tedesca, forse esagerata, se non conseguente a “futili motivi”. Cioè il contenuto di un senso di colpa non dicibile.
scienze sociali
Promemoria italiano «manifesto» per il cambiamento
Incontri con i giovani e nelle scuole sul libro di Napoletano dedicato alle personalità che seppero ricostruire l’Italia.
«Direttore, è fondamentale che gli adulti credano in noi, se sono loro a dirci che dobbiamo andare via come possiamo avere fiducia nel nostro futuro e nel nostro Paese?». Federico Iori, al quarto anno del liceo scientifico «Spallanzani» di Reggio Emilia, parla al direttore del «Sole 24 Ore» Roberto Napoletano.
Nella sua domanda, una richiesta di attenzione. L’appello ad essere presi sul serio di una generazione di giovanissimi che forse non è così abbattuta e rassegnata come spesso la si rappresenta. Disorientata, piuttosto. Assetata di modelli e di incoraggiamento.
E forse proprio perché risponde a questa necessità, Promemoria italiano (Bur, € 12, p.158) – raccolta dei Mememorandum pubblicati da Napoletano sulla prima pagina della «Domenica del Sole» – è arrivato in sette mesi all’ottava edizione. Diventando una sorta di «manifesto» di valori, figure e comportamenti cui ispirarsi, diffuso soprattutto grazie al passaparola. Tanto che lo stesso direttore sta girando l’Italia – da Saluzzo a Merate, a San Salvo e Pescara -, accogliendo le richieste dei ragazzi che chiedono di incontrarlo.
Raffaele Sardo racconta le storie di morti dimenticati
Vincenzo Polverino era nato da poco. Doveva essere battezzato l’8 maggio del 1977. Ma quel giorno andò a finire che invece del suo battesimo si dovette celebrare il funerale del padre. Pasquale Polverino, un cameriere di 23 anni, fu ammazzato durante una rapina al ristorante ´La Taverna del Ghiottoª, a Napoli. Lo uccise un colpo alla schiena, sparato da un fucile a canne mozze. Oggi Vincenzo ha 36 anni. Del papà-ragazzo non ha ricordi, conserva solo qualche fotografia e ritagli di giornale.
I dialoghi di Bologna. La sfida della cultura
Il Paese con il patrimonio artistico più importante al mondo non è capace di trasformarlo in lavoro e sviluppo. Perché? E cosa si può fare? Ne hanno parlato a Bologna con il direttore dell’Espresso Bruno Manfellotto , Lucia Annunziata, Marzia Corraini, Linus e Marino Sinibaldi
Cosa può fare la cultura per l’Italia, e come cambia il modo di produrla e di usufruirne nell’era di internet e dei nuovi mezzi di comunicazione. E’ intorno a questo tema che si è sviluppata la terza tappa dei Dialoghi dell’Espresso, la manifestazione che porta il dibattito sulle emergenze nazionali nei principali atenei italiani, alimentando il confronto con gli studenti e con il mondo accademico.
L’ho uccisa perchè l’amavo
Molte volte io e Loredana Lipperini ci siamo incontrate sulle stesse battaglie: dall’uso univoco e strumentale dell’immagine delle donne agli stereotipi di genere, dall’affermazione della consapevolezza del femminicidio alla tentazione di riportare indietro l’orologio dei diritti. Ci siamo spesso domandate come sia stato possibile lavorare per tanto tempo sugli stessi argomenti e non aver mai scritto niente insieme, ma ora abbiamo rimediato.
Il Diritto di avere Stefano Rodotà
20 Aprile ore 16.00. Si è consumatala soluzione molto all’italiana di sottrarsi dalla responsabilità di eleggere il nuovo capo dello Stato per prolungare a tempo determinato il mandato (con una opportuna rielezione) del presidente Napolitano.
di seguito il nostro articolo a cura di Antonio Capitano
Tre anni senza Edmondo Berselli
Filippo Ceccarelli su Repubblica del 12 aprile 2010 scriveva così “adesso sarà molto più difficile capire la politica, in questo passaggio cruciale, senza Edmondo Berselli. E ancora più difficile sarà interpretarne le vicissitudini non tanto nei suoi mutevoli scenari, ma alla luce di quello che, normalmente invisibile e spesso irriconoscibile, stabilmente domina e muove la vita pubblica e al tempo stesso le sta sotto, e dietro, ma anche al lato e soprattutto a traverso. Là dove solo la cultura, la rettitudine e la curiosità spingono a volgere lo sguardo.
Roberto Saviano, Zero Zero Zero
A sette anni dall’uscita di “Gomorra”, è tornato Roberto Saviano nelle librerie con “ZeroZeroZero”: il romanzo-inchiesta sul mondo della cocaina edito da Feltrinelli. Il titolo …
Impegno Riformista
È stata una lunga vita quella di Antonio Giolitti, nato il 12 febbraio 1915 e morto l’8 febbraio 2010, ma soprattutto una vita intensa che ha potuto attraversare da posizioni di protagonista l’evoluzione del sistema politico italiano, dalla corrosione e dal crollo della svolta fascista sino alla crisi, volendo usare un termine benevolo, di quella «repubblica» che come giovane combattente partigiano aveva contribuito ad instaurare. In una storia del genere trovare percorsi lineari è una contraddizione in termini, ma quello del nipote del grande statista Giovanni Giolitti è stato particolarmente tormentato.