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Emancipazione e ribellione: Vita di Miranda di Luigia Pantalea Rovito

Miranda, classe 1907, nasce contessina Vallardi Malaspina. Benché appartenga all’alta società è però, fortunatamente, figlia di genitori intelligenti e illuminati tanto che il migliore amico del padre è il ciabattino Achille Fassi, la cui famiglia nel romanzo resterà indissolubilmente legata fino alla fine al destino dei Vallardi Malsapina. Miranda cresce con tutti gli stimoli intellettuali e culturali che i genitori sono in grado di offrirle e questo la rende molto presto uno spirito libero nel pensiero. Un po’ meno nell’azione vista l’epoca, il sesso e il censo a cui appartiene.

A Isabella Bossi Fedrigotti il premio Fondazione Campiello

Alla scrittrice il riconoscimento alla carriera che ritirerà in occasione della finale della 57^ edizione del Premio Campiello

Venezia, 23 maggio 2019– Il Premio Fondazione Il Campiello 2019 è stato assegnato a Isabella Bossi Fedrigotti. La scrittrice milanese, originaria di Rovereto, ritirerà il riconoscimento alla carriera in occasione della finale della 57^ edizione del Premio Campiello, in programma sabato 14 settembre al Gran Teatro La Fenice di Venezia.

Matteo Zoppas, Presidente della Fondazione Il Campiello e di Confindustria Veneto, ha dichiarato: “Isabella Bossi Fedrigotti è una scrittrice che i lettori del Campiello hanno sempre apprezzato,dal romanzo di memorie familiari “Casa di Guerra” del 1983 (Premio Selezione Campiello), a “Di buona famiglia”, che vinse il Premio Campiello nel 1991 e che ancora oggi rappresenta un autentico libro di culto per schiere di appassionati. Il suo stile infatti, raffinato e mai dissacrante, interpreta al meglio quella tradizione familiare tipica della società italiana di un tempo, che riesce ad essere sempre attuale”.

La storia dimenticata: Resto qui di Marco Balzano

Mentre gli echi del Premio Strega 2019 si fanno già sentire in vista della sfida a due, l’esito finale potrebbe essere meno scontato del previsto. La presenza tra i 12 semifinalisti di Antonio Scurati, autore di M. Il figlio del secolo (Bompiani), rende meno semplici i consueti pronostici degli addetti ai livori.In ogni caso, Missiroli (che con l’atteso Fedeltà ha diviso la critica ma è stato premiato dai lettori) e Scurati (a sua volta autore di un discusso bestseller, che vede protagonista la figura di Benito Mussolini) dovrebbero giocarsi la vittoria, e sono quindi praticamente certi di un posto in cinquina. Restano due dubbi: in quale misura l’autore di Fedeltà verrà penalizzato dall’etichetta di “favoritissimo”?  Vi terremo informati, nel frattempo vi riproponiamo la recensione di Carla sul libro vincitore della scorda stagione. Un grande libro davvero. ndr.

Ciò che si impara a scuola sulla storia del ‘900 è una goccia nel mare. Nel secolo scorso si sono concentrate tali e tante vicende che approfondirle tutte come meritano richiederebbe un programma di studio vastissimo  e molte più ore di lezione di storia soprattutto alle superiori. Ma la storia è “pericolosa” perché apre gli occhi alle persone e ogni tanto sbuca persino il politico di turno che vorrebbe abolire le ore di storia perché considerata una “materia morta”. Cosa c’entra questa premessa con Resto qui di Marco Balzano? C’entra perché il suo ottimo romanzo racconta alcune delle vicende che non si imparano sui banchi di scuola, la storia della gente altoatesina tra le due guerre mondiali e dopo. Lo fa attraverso la storia di Trina, maestra di Curon, e della sua famiglia. Vi intreccia anche le vicende del lago di Resia, un bacino artificiale riempito nel secondo  dopoguerra allagando i paesi di Resia e Curon.

 

Una piccola rivoluzione, molto borghese

“Il Giovin Signore si trova ad agire in un contesto e in un tempo nei quali qualcuno si permette di mettere in discussione i privilegi del suo stato e i diritti del suo casato. Educato nella ferma certezza del suo rango, affronta le contestazioni e i nemici con l’assoluta sicurezza del suo buon diritto. Nel  nuovo mondo in cui si trova a vivere e ad agire, la sua fermezza inconcussa appare come boria violenta e alterigia irresponsabile. Con l’educazione tardofeudale finisce per essere sfasato rispetto al suo tempo. Ogni questione finisce per sembrargli una questione d’onore. Sembra non aver capito che nell’Ottocento per tutelare efficacemente i propri interessi deve servirsi freddamente di avvocati e tribunali, e non usare in modo sanguigno di bravi e randelli.”
Federico Bozzini, Nobili, borghesi e contadini in un conflitto di paese, Mazziana, Verona, 2016, p. 39.

particolare da copertina marziani suono solitudine

Il suono della solitudine di Michele Marziani

Il suono della solitudine. Piccole storie da raccontare a te stesso di Michele Marziani si legge in meno di due ore ma contiene una vita intera. Questo piccolo libro infatti è una sorta di manifesto del Marziani-pensiero e della filosofia di vita che lo scrittore ha elaborato nel corso degli anni e con le esperienze che inevitabilmente, per il solo fatto di essere al mondo, ci determinano. Ma il libro, che fa parte della collana Piccola filosofia di viaggio di Ediciclo Editore, è anche una specie di memoir in cui Marziani racconta i momenti salienti della sua biografia, quelli che hanno influenzato le sue scelte di vita, a volte molto drastiche come quella di costruirsi il proprio mondo da sé.

Natalia Ginzburg la corsara

Ho letto Lessico familiare quando avevo 11 o 12 anni e, tra i tanti libri che divoravo già allora nel copioso tempo libero che avevo, fu uno di quelli che amai di più. Perciò mi sono avvicinata a La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg con un sentimento particolare: sono tornata la ragazzina che voleva diventare scrittrice e aveva trovato nella Ginzburg un modello da seguire.
Il libro percorre tutta la sua vita e attraverso le sue vicende biografiche, che in parte abbiamo conosciuto – romanzate – leggendo Lessico familiare, offre una precisa panoramica del suo lavoro di scrittrice, traduttrice, articolista, drammaturga (e tanto altro ancora) e dell’incredibile contesto culturale e politico in cui si è trovata per tutta la sua esistenza, lei, una delle donne fondamentali della cultura italiana del Novecento.

Le donne che fecero la storia: Veduta di pianura con dame di Muriel Pavoni

Muriel Pavoni ha scritto Veduta di pianura con dame traendo spunto e ispirazione dalle vicende di dieci donne romagnole che nell’800 e ‘900 hanno contribuito alla storia del nostro Paese come attiviste (Giuseppina Cattani, Maria Goia, Maria Luisa Minguzzi), staffette partigiane (Ida Camanzi, Maria Margotti, Benilde Verlicchi), artiste “resistenti” (come Cordula Poletti e Sonia Micela) oppure “semplici” maestre (Maria Maltoni, Giovanna Righini Ricci).

Le tre del mattino

di Bruna Mozzi

E’ la notte il momento che Gianrico Carofiglio sceglie per questo suo romanzo; le tenebre che, con il loro trascorrere, fanno avvicinare i due protagonisti, un padre e un figlio. Forse, dopo, i due non saranno più come prima: un ragazzo adolescente che cresce e un uomo sulla cinquantina che matura.

E’ l’età topica di tante coppie di padri e figli, da Telemaco che cerca il padre Ulisse a Zeno che con il padre litiga fino a riceverne uno schiaffo sul letto di morte a Kafka che accusa il genitore di avergli imposto una vita non voluta. Un evergreen che hanno affrontato anche i contemporanei: ad esempio il Michele di “Io non ho paura” o la giovane figlia nel romanzo “Pura vita” di De Carlo.