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L’insostenibile privilegio della sofferenza

Libro del mese / Gennaio. Ahi-ahi-ahi… tra i quasi 60.000 libri pubblicati nel 2010 vi è sfuggito il bel romanzo di Enrico Remmert, Strade bianche, edito da Marsilio (checché ne dicano le classifiche Marsilio non pubblica solo autori svedesi!). Non date la colpa al libraio: svuotare decine di colli al giorno, e metterli a scaffale, spesso sottrae tempo al consiglio di una buona lettura. Per fortuna ne parla Stilos sul numero di gennaio (in edicola oppure on line) e ne parlo qui su BookAvenue, dove ho recuperato parte della lunga intervista che Remmert mi ha rilasciato e che il mensile, per motivi di spazio, non poteva integralmente ospitare.

Nina Nihil: sorrisi amari di una giovane donna. Intervista a Marta Casarini

All’inizio la storia di Nina Nihil, baby sitter oversize con una vita caotica e sconclusionata, appare semplice. Ma è solo una prima e fugace impressione.
Perchè subito dopo si viene catturati da un vortice di sensazioni, citazioni, interrogativi. E allora le vicende di Nina – che vorrebbe trascorrere le sue giornate sdraiata sul pavimento e come unica confidente ha Mela, la bambina di cui si occupa – diventano un pretestoper scavare tra miti, speranze, problemi, disillusioni di una giovane donna di oggi che non riesce a sottrarsi al peso del maledetto clichè magra = vincente / grassa = perdente.
Marta Casarini giovane autrice esordiente, ci racconta qualche cosa in più sul suo primo romanzo Nina Nihil giù per terra (Voras Edizioni).

foto autore

Gli scrittori la lingua la fanno

foto autoredi Michela Murgia

Chi sta seguendo su La Nuova Sardegna il dibattito sulla vexata quaestio della letteratura sarda e delle sue lingue ricorderà che avevo già condiviso un articolo di Marcello Fois uscito un paio di settimane fa proprio in quelle pagine. Non avevo aggiunto niente di più o di diverso non solo perché consideravo già ampiamente dirimenti i suoi argomenti, ma anche per quella santa forma di rispetto per il mio tempo che mi induce a non sperperarlo dove non mi pare di vedere gli estremi per assistere a un cambiamento, quale che sia.

Jazz e dintorni nei romanzi di Frank Spada

Copertina Dimmi chi sei Marlowe

Capita, a volte, che mentre leggiamo un romanzo ci rimbalzi in testa una melodia: chissà quale associazione mentale l’ha risvegliata ed ora ci pare la colonna sonora ideale ad accompagnare la narrazione. Nel caso dei libri di Frank Spada il fenomeno è inevitabile perchè la stessa scrittura è scandita da riferimenti a celebri orchestre e standard jazz, così che il “sottofondo” musicale ce lo troviami già bello pronto, anzi potrebbe esserci utile per imparare qualcosa di nuovo sulla musica degli anni ’50. È chiaro che lo scrittore ha dimestichezza con questi brani: possiamo immaginarcelo assorto alla tastiera del computer, mentre il fumo della sigaretta lo avvolge e nella stanza risuonano proprio quelle canzoni che ritroveremo nei suoi libri. Ecco allora che, grazie alla collaborazione di Frank Spada stesso, vi propongo una sorta di inedito percorso musicale-letterario attraverso i suoi romanzi, scandito da grandi brani jazz e dalle citazioni a cui fanno riferimento. Buon ascolto e buona lettura.

A volte ritorno

Devo delle scuse manco da tempo, ma, per fortuna (iniziamo a divertirci davvero…) e purtroppo (familiari e amici torneranno a vedermi dopo le feste…) in libreria è a tutti gli effetti Natale. Trascorro poche ore lontana dalle pile di libri che affollano i tavoli, e quelle poche le dedico al sonno, lo ammetto.
Però ho da darvi le ultime su un paio di letture irrinunciabili…

La forma incerta del racconto

La forma incerta dei sogni di Leonora SartoriSe c’è un errore che può commettere uno scrittore emergente è quello di darsi subito al racconto autobiografico. Se poi lo scrittore in questione dà al protagonista del racconto il suo stesso nome, l’errore è madornale. Infine se, come in questo caso, l’autore si fa anche la recensione da solo – presentando la storia che ha scritto come “luminosa e a tratti oscura, sincera e a tratti distorta”, – ci chiediamo perché poi tocchi a noi leggere.
Ecco, questa in sintesi la recensione di “La forma incerta dei sogni”, di Leonora Sartori, opera prima di una scrittrice che in passato ha fumettato la tragedia di Ustica.
E a noi, sarebbe già bastato, invece…

De Roma, uno scrittore pericoloso

di Michela Murgia

Alessandro De Roma è pericoloso nel modo subdolo in cui spesso lo sono i narratori di razza. Però è un uomo sincero, non ha mai finto di essere diverso, e infatti è dal primo libro che io dichiaratamente lo temo.
Ogni volta che esce un suo romanzo mi accosto in libreria con cautela, perché la sua scrittura ha il potere delle verità taciute, la forza di metterti davanti a quello che di te intorbidisce l’aria, l’acqua e il cuore. Non importa che questo scrittore abbia gli occhi limpidi e la faccia simpatica, con l’accento dolce del Guilcer a modulargli le parole tra i sorrisi. Quando scrive viene comunque fuori l’animo chirurgico dell’entomologo sulla mosca, lo scienziato che crocifigge il mondo al suo vetrino con la determinazione di chi cerca la sezione del suo stesso DNA.