È uscito da un paio di mesi negli USA il nuovo libro di Philip Roth, dal titolo Nemesis, che con Everyman, Indignazione e L’umiliazione costituisce una ideale serie dallo stesso Roth titolata, appunto, Nemesi.
Chi mi legge lo sa da un pezzo. Trovo irresistibile Philip Roth che considero da molto, molto tempo il mio autore preferito. Ma i lettori di Roth sono abituati a dare poco retta ai segnali che arrivano con una certa costanza dai suoi libri: l’ultimo titano in piedi del romanzo americano ci sta annunciando la sua fine già da un pò.
E’ difficile, per questo motivo, poter scrivere qualcosa sull’ennesima sorpresa riservatami da Nemesis, il 31° libro di Roth.


Nel secolo del mitico far west, nelle terre selvagge dell’Arkansas, al confine con lo sterminato Territorio Indiano – rifugio di ladri di cavalli, rapinatori di treni e battelli a vapore, assassini bianchi e meticci braccati da feroci cacciatori di taglie – vive Mattie Ross, un’impertinente «mocciosa di quattordici anni… capace di andarsene di casa in pieno inverno per vendicare la morte del padre».
La traduttrice Helga Rainer, racconta il successo de “
Avevo promesso a Marco Crestani una risposta. Eccola. 
Libro nuovo di Roth che esce, recensione del sottoscritto che trovi.
Le statistiche ci dicono che in Italia si legge poco, drammaticamente meno che negli altri paesi. Il lettore forte, come l’Istat definisce chi legge almeno un libro al mese, è una persona che non fa parte della maggioranza degli italiani, è fuori dalla “norma”, E il futuro che si annuncia non sembra migliore. Le differenze per genere, fascia d’età, area geografica, livello culturale e sociale non solo si confermano ma si radicalizzano… 



Due anni fa, una miscela velenosa di cattiva economia,unitamente ad una regolamentazione molto permissiva, ha fatto saltare letterarlmente in aria il sistema finanziario degli Stati Uniti causando la sua fase discendente e ripida dai tempi della Grande Depressione.