E’ stato approvato in via definitiva dal Senato il decreto legge che disciplina il prezzo del libro. Per la gioia di editori, soprattutto piccoli e medi, e librai, soprattutto indipendenti; sull’entusiasmo dei lettori, invece, si possono nutrire molti dubbi. Il prossimo 1° settembre, con la decorrenza della «legge Levi» (dal nome del primo relatore), finirà l’era degli sconti selvaggi, online, e di quelli «civetta», applicati a prezzi di copertina rialzati.
Il testo, come anticipato , fissa un doppio tetto. I venditori, grandi e piccoli, tradizionali e online, non possono offrire sconti superiori al 15 per cento del prezzo di copertina. Il secondo riguarda gli editori e le loro campagne promozionali, bloccate al 25 per cento di sconto, ma sono sottoposte a ulteriori vincoli: vanno proposte a tutti i venditori, senza favoritismi, non possono durare più di un mese e, comunque, sono vietate a dicembre.
Le associazioni di categoria hanno ribadito grande soddisfazione. Da Marco Polillo presidente dell’Aie (Associazione italiana editori, grandi gruppi compresi), per cui «la legge migliora una situazione fuori controllo», a Paolo Pisanti dell’Ali (Associazione italiana dei librai), che spera inibisca la cannibalizzazione delle piccole librerie ad opera delle grandi catene. A loro volta minacciate dalle vendite online, che in America hanno contribuito al fallimento del colosso Borders.