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Una storia in apparenza semplice

Come Paul Auster si svegliò una mattina da sogni inquieti e si trovò trasformato in un cane… sembrerebbe (ma non lo è) l’incipit giusto per un racconto come “Timbuctú“, una storia apparentemente semplice narrata dal punto di vista di un cane.
Auster è conosciuto come uno scrittore a cui piace sperimentare, mettersi in gioco. Forse per questo è uno degli autori più originali e meno prevedibili.
Chi ama la sua scrittura liscia come la seta riconoscerà in “Timbuctú” alcuni temi familiari come la natura della solitudine e della memoria, il padre perduto e il figlio abbandonato, il confronto tra l’individuo e il vuoto…

La vita è una scatola di biscotti

Quando ho sentito nominare per la prima volta Haruki Murakami è stato per il libro “Norwegian Wood” di cui parecchie persone mi avevano raccontato.
Appena ne ho sentito parlare subito mi sono chiesto che cosa poteva scrivere uno scrittore giapponese a proposito dei boschi norvegesi.
Norwegian wood. Tokyo blues” in realtà ha ben poco a che fare con la Norvegia, ma sull’omonima canzone dei Beatles ha tanto da dire.

Il viaggio dell’elefante

Pieno di fascino e con un tocco sapiente di stravaganza, “Il viaggio dell’elefante” di Josè Saramago si legge come una favola per adulti, ma come favola non è affatto semplice.
E’ forse il suo libro più ottimista, divertente e magico. Uno scritto sornione, avvincente, una storia di tenero umorismo in cui il lettore si troverà piacevolmente invischiato.
Messo su carta verso la fine della sua vita, “Il viaggio dell’elefante” è un racconto di amicizia e avventura dalla prosa incantevole ricco di ironia e di empatia.

Nasce dall’intenso amore di Saramago per il nonno materno, Jerónimo, un guardiano di porci analfabeta che lo ha introdotto alla magica arte della narrazione.

Libraie instacabili e intrepide

L’11 Ottobre, nella sua casa di Washington, è venuta a mancare Carla Cohen, classe 1936.
Molti di voi ora si chiederanno chi è.
Ebbene, per ventisei anni lei e Barbara Meade hanno gestito un piccolo (grande) negozio indipendente (Politics and Prose), la migliore libreria di Washington e una delle librerie più famose e di successo dell’intera nazione. Un avamposto della vitalità intellettuale e letteraria nella capitale degli Stati Uniti.

Carla e Barbara sono state libraie e lo sono state in modo instancabile e intrepido aprendo anche una caffetteria quando non era una cosa ovvia da fare in un negozio di libri (oggi il “caffè” c’è ancora ed è un successo).
Lo hanno fatto soprattutto guadagnandosi il massimo rispetto degli editori perché tutti si fidavano della loro grande competenza e perché, si sentiva, hanno sempre considerato i libri come qualcosa di diverso dalla merce comune.

Mi bacerai con tutta l’anima

Non c’è gioia paragonabile alla lettura di un romanzo di David Grossman perché la sua scrittura esalta alla perfezione la qualità sublime della parola.
“Che tu sia per me il coltello” è una strana ed emozionante storia d’amore tra un uomo e una donna che non si sono mai realmente incontrati.
E’ un romanzo che solleva gravi interrogativi, un capogiro, un viaggio mozzafiato negli angoli più oscuri dell’animo umano.
Il goffo Yair, venditore di libri rari, vede una bella donna, Miriam, che non conosce e si sente in dovere di scriverle suggerendole una relazione basata solo sulla corrispondenza. Lei accetta l’offerta e da questo momento in poi tra i due inizia una relazione intensa.

Vargas Llosa e la Casa Verde

Nabokov diceva che la curiosità è “insubordinazione allo stato puro”. Di sicuro ci fa aprire al nuovo e il premio Nobel assegnato a Mario Vargas Llosa ha stimolato la mia di curiosità facendomi avvicinare per la prima volta a un suo libro scritto in uno stile diverso da qualsiasi altro. Nuovo, appunto.
Uno dei romanzi più difficili che abbia mai letto, e, di conseguenza, di gran lunga uno tra i  più gratificanti.
La Casa Verde” di Vargas Llosa si svolge in due luoghi fondamentali: la città alta e secca di Piura e la regione amazzonica del Perù.

Una storia senza tempo

Non c’è dubbio che Graham Greene sia stato una figura importante nella letteratura del XX° secolo per le opere teatrali, le sceneggiature, i saggi e le critiche, così come per i thriller. Greene ha creato indimenticabili personaggi ed è stato probabilmente l’autore più volte “nominato” al Nobel, anche se non lo ha mai vinto.
Il nostro agente all’Avana” del 1958 per me è stato un’autentica sorpresa. Mi ha completamente spiazzato perché è un burlesco racconto di spionaggio e intrighi (ma anche un’arguta parodia della vita) davvero ben scritto, in rapido movimento e con dei personaggi molto umani. Indubbiamente una satira sui servizi d’informazione in generale e sui servizi segreti inglesi in particolare. Una storia senza tempo che potrebbe anche avere successo se conformata al giorno d’oggi.

Le cose belle che porta il cielo

Dinaw Mengestu è uno scrittore statunitense di origine etiope.
E’ nato ad Addis Abeba, in Etiopia, nel 1978.
Nel 1980 è emigrato negli Stati Uniti con la madre e la sorella, per raggiungere il padre, che era fuggito dalla rivoluzione comunista in Etiopia (quattro anni dopo la caduta di Haile Selassie e tre anni dopo il colpo di stato comunista).
Si è laureato alla Georgetown University e ha scritto per Harper’s, Jane e Rolling Stone.

Storie di antieroi convalescenti

Tutto bruciato, tutto devastato” è stato, secondo la critica, uno dei migliori prodotti letterari usciti lo scorso anno negli Stati Uniti.
Una raccolta di racconti che vive e respira, una visione eccezionalmente lucida e convincente dei complessi meccanismi della psiche.
Tower Wells
, nominato miglior giovane scrittore del 2009 dal Village Voice, lo storico settimanale culturale (gratuito) di New York lanciato da Norman Mailer, è ancora una promessa (dal talento non comune), ma scrive in modo impeccabile, empatico, profondo, divertente per come descrive l’assurdità spesso esilarante della vita contemporanea.