Tra vicoli poco illuminati, magari di notte, lontani dalle main streets del centro, oppure in alto, tra i sentieri che rimandano la roccia grigia della Valtellina. Luoghi di racconto di una umanità laterale. Poesia che si fa cronaca di una solitudine che rende esausti. Michele Genchi per i Passeggeri solitari di Stefano Lorefice.
Lorefice Stefano
Stefano Lorefice, poeta della notte
Una “notte” che è opposizione tra percezione interiore, intima e realtà fisica, esteriore. Una notte quindi “psichica”, squisitamente mentale, e un’altra intesa come “luogo di eventi straordinari”.