Secondo Sir William Young jr. Il Grand Tour era uno degli strumenti attraverso il quale la “classe dirigente” dei paesi del nord, Inghilterra in primis, veniva forgiata: una sorta di passaggio educativo che i rampolli delle famiglie aristocratiche dovevano affrontare sulle antiche e selvagge coste meridionali d’Europa. Un colonialismo epistemico funzionale alla Grand Bretagna su cui ha costruito la sua identità nazionale.
Francesca Lombardi racconta del viaggio di Wilde in Italia e della meraviglia nel suo sguardo. Uno dei pochi stranieri a guardare il Paese per la sua bellezza.
La letteratura racconterà altro. Anni dopo (a fine del 1897 dopo l’uscita dal carcere) della cattiva accoglienza a Napoli anticipata dagli articoli al vetriolo di Matilde Serao e della precipitosa partenza del grande artista a Parigi; non senza aver scritto parole durissime sui partenopei cadendo, anch’egli, nel tranello del paradigma nordeuropeo.. Ma questa è un’altra storia.
il saggiatore
ll Cigno Nero del nuovo secolo
Il Coronavirus ha cambiato la faccia del mondo in meno di un mese: la metà delle persone del pianeta è chiusa in casa. Un evento così catastrofico lo abbiamo letto solo nei romanzi di fantascienza mai immaginando di entrare a farvi parte come protagonisti. La malattia ha cambiato le nostre giornate ma anche quelle che verranno; l’economia, infatti, lancia il grido d’allarme sulla difficile ripresa che ci aspetta dopo l’emergenza. L’occasione giusta, in questi giorni di clausura forzata, per riprendere in mano un libro tanto attuale quanto il suo titolo in copertina: “Il Cigno nero”.
Le belle contrade. La nascita del paesaggio italiano
ndr.questo articolo di Antonio Capitano è stato pubblicato il 15/5/2019
La casa editrice “Il Saggiatore” prosegue il progetto di rivitalizzazione del corpus delle opere di Piero Camporesi ripubblicando “Le belle contrade” con un sottotitolo “la nascita del paesaggio italiano” utile a comprendere la genesi del dialogo tra uomo e natura, vita materiale e costruzioni culturali.”Nel Cinquecento non esisteva il paesaggio, nel senso moderno del termine, ma il “paese”, qualcosa di simile a quello che per noi è oggi il territorio” un’Italia “minore” di cose e di genti. Un libro prezioso, denso di attuali spunti
Un paese di nome Montaillou nell’anno 1325
Ricordate la quarta di copertina scritta da Baricco per Prateria di Least Heat-Moon?
Evidenziava come lo scrittore statunitense fosse riuscito a scrivere 700 pagine sulla Chase County, “una porzione di semi-nulla”.
Ebbene, anni fa Emmanuel Le Roy Ladurie è riuscito a scrivere un libro altrettanto ponderoso su Montaillou, un paesino abbarbicato sui Pirenei nel quale non c’era nemmeno il semaforo (lampeggiante) della contea di Chase; per non parlare delle pompe di benzina, inutili poiché non c’erano auto a scorrazzare per il paese.
Non c’erano auto perché il villaggio viene ritratto all’inizio del milletrecento, pochi anni dopo la crociata contro gli albigesi; e questo era un territorio in cui l’eterodossia catara era riuscita a sopravvivere. Il libro, un classico della microstoria, fu edito a metà anni settanta; ora Il Saggiatore lo ha giustamente ripubblicato.
I treni segreti della storia
Settembre 1933. All’ombra di un portone, Elise aspetta sotto la pioggia l’apparizione di Virginia Woolf, la scrittrice di cui venera le opere. Ma non osa avvicinarla. Poche ore più tardi, ritroverà Parigi e la sua piccola libreria nel Quartiere latino. Nello stesso momento, la giovane Camille Galay torna a calpestare il suolo francese dopo anni di esilio e di lacrime negli Stati Uniti.
Decrescita. Una nuova parola per il futuro
Il lavoro di Daniel Kahneman ha aperto una strada nuova per chiunque non si rassegni a vedere l’economia solo come un metodo per arricchire i banchieri a spese di tutti gli altri: Kahneman ha contribuito in modo decisivo a riportare le persone e le dinamiche relazionali nell’ambito di indagine dell’economia. Tanto è vero che Nassim Taleb apprezza molto Kahneman: Taleb ha visto con largo anticipo che alcuni banchieri stavano mandando il mondo a gambe all’aria e non ha mai accettato di rassegnarsi all’idea di lasciarli fare.
Italia senza Patria
Ma davvero è successo tutto questo? In un libro di novecento pagine, una cavalcata in quel vero romanzo che è stata l’Italia degli ultimi trent’anni. …