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Antonio Manzini. Per Rocco Schiavone la pista è nera.

Dell’indagine si deve occupare il vicequestore Rocco Schiavone da poco trasferito in punizione da Roma ad Aosta. Poche le tracce intorno al corpo maciullato, briciole di tabacco, qualche lembo di indumento e qualche altro segno che fa pensare a un delitto. La vittima è un catanese, Leone Micciché, che ha lasciato la Sicilia per avviare quassù in mezz0 alla neve una riuscita attività turistica.

Elmore Leonard. Il Dickens di Detroit.

Avrebbe continuato a scrivere se, come ora tutti sappiamo, le conseguenze di un ictus non lo avesse portato via a 87 anni giusto qualche giorno fa. Martin Amis, l’altrettanto grande scrittore americano, lo ha salutato con un “addio Charles Dickens di Detroit!” E’ forse il commiato più giusto che si sia sentito.

Quello che forse pochi sanno è che Elmore Leonard è stato anche un grande sceneggiatore di film western, quando erano i soli film capaci di popolare le sale. Lui, non improvvisava mai nessuna delle sequenze da lui raccontate e dubito che nella storia del West siano mai successi eventi del genere. In realtà le cronache del periodo ci testimoniano situazioni molto diverse in cui spesso tizi assetati di vendetta entravano nei saloon e sparavano ai loro avversari alle spalle…

L’assassino non è il maggiordomo

In attesa di regalarvi lo “speciale” d’estate che, come consuetudine,vi guida alle letture per le vacanze, vi invito alla lettura ad un’anteprima di “stagione” con un’autrice già molto amata nel nostro paese, Anne Holt, che torna con un’altra indagine dell’amatissima detective Hanne Wilhelmsen, alle prese con un caso più intricato che mai e con un dilemma esistenziale che lascia con il fiato sospeso.

Fattacci. Storia di un’ordinaria follia famigliare

Nel 1993 l’Italia fu sconvolta da un caso di omicidio familiare senza precedenti: Rosalia Quartararo uccise la figlia diciottenne e ne occultò il cadavere in una roggia della Bassa lodigiana. Per gli inquirenti il movente fu passionale: la donna si sarebbe innamorata del fidanzato della giovane e, in preda a un furioso attacco di gelosia, avrebbe eliminato la «rivale» con ferocia inaudita. Rosalia fu condannata all’ergastolo e inserita nei trattati di criminologia tra le assassine più spietate. Per cancellare l’etichetta di mostro attribuitale dai media, Gianluca Arrighi ne ha ricostruito la complessa vicenda processuale cercando di rispondere a una domanda cruciale: cosa scatta nella mente di una madre che uccide la figlia?

Alla ricerca del giallo perfetto. Ritratto in nero di Roma

Chissà perché, quando si discutedi narrativa ‘gialla’ (definizione di comodo, filologicamente non correttissima, che include anche il ‘noir’, il ‘poliziesco’, l”hard boiled’ e tutti i generi e sottogeneri affini), salta sempre fuori la definizione: «E’ arrivato il Montalbano…» con annessa provenienza cittadina. Ecco quindi il ‘Montalbano fiorentino’, ‘bolognese’, ‘perugino’, ‘spezzino’… Nel caso che analizziamo siamo in presenza, secondo questa vulgata un po’ stucchevole, del ‘Montalbano romano’.
Inciso per chiarir ancor più il concetto: quando eravamo più giovani andava di moda dire che Camilleri era il ‘Montalbàn siciliano’ e oggi, che siamo invecchiati, leggiamo come il grandissimo Markaris sia ‘il Camilleri greco’. Entravano in campo altre variazioni: Montalbano era, ad esempio, il ‘Pepe Carvalho siciliano’.

Il libro più brutto del secolo.

fabrizio_corona_libro.jpgCi eravamo appena rassegnati al fatto che Giorgio Faletti fosse effettivamente uno scrittore (dati alla mano) senza aver ancora avuto il tempo di digerire il picco di vendite dell’ultimo romanzo di Fabio Volo (dati alla mano) che zacchete, spunta fuori anche Fabrizio Corona (il controverso agente di paparazzi con all’attivo una carriera come ospite alle serate in discoteca, un brand di mutande con il suo nome, una biografia dal carcere su carta patinata e con in programma una rivista di gossip e un reality show). La cosa anni luce più distante dal codice ISBN che vi possa capitare di pensare.

Il ritorno di Jack Ryan

Prima o poi tornano tutti e quindi ecco di nuovo Jack Ryan, ”intelligence man” dall’analisi sottile e, all’occorrenza, dalle maniere spicce. Personaggio velocemente passato dai libri al grande schermo – dove è stato interpretato, a turno, da Harrison Ford, Alec Baldwin e Ben Affleck (ma presto sarà la volta di Chris Pine nell’ennesimo sequel della saga) – Ryan è l’alter ego di Tom Clancy, scrittore da best seller grande esperto di armi e di servizi segreti (soprattutto Usa). I suoi ”La grande fuga dell’Ottobre Rosso” e ”Potere esecutivo” sono due classici della spy story moderna, ma atipica e molto muscolare, tanto da essere ribattezzata ”tecno thriller”, in onore anche del ripetuto uso delle più sofisticate possibilità delle reti informatiche.

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La letteratura deve essere scomoda. Intervista a Helga Rainer

copertinaLa traduttrice Helga Rainer, racconta il successo de “La Carezza dell’Uomo Nero

Helga Rainer è la traduttrice del bel thriller La carezza dell’uomo nero di Sabine Thiesler, edito da Baldini Castoldi Dalai Editore, un libro che affronta di petto il tema della pedofilia senza nascondersi nel moralismo né scivolare nel pietismo, anzi, la Thiesler ci offre la possibilità di vedere il mondo con gli occhi del mostro, dell’Uomo Nero. L’anti-eroe è un «diavolo ma è volutamente dipinto come un angelo, tanto che i personaggi nel libro si fidano di lui» ma la narratrice ci offre due scorci del suo passato, rivelando delle ferite profonde che lo hanno segnato sin da bambino. Alla fine il lettore rimane da solo con l’orrore, le domande senza risposta, la voglia di mollare il libro ma allo stesso tempo, grazie alla scrittura coinvolgente della Thiesler, viene attratto in un vortice dal quale dovrà trovare una personale via d’uscita. Helga Rainer, collaboratrice della rivista Linus,
è particolarmente affezionata a questo titolo che in Germania ha fatto grandi numeri e afferma: «Mi sono messa in gioco ma ammetto che diverse volte ho provato una stretta al cuore, una morsa allo stomaco, e allo stesso tempo un moto di ribellione per il destino dei piccoli angeli che vengono privati delle cose più importanti al mondo – la speranza».

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Giustizia ingiusta nel nuovo romanzo di Grisham.

copertinaLa spietata ingiustizia sociale della pena capitale, la difficoltà della revisione dei processi e le falle del sistema giudiziario americano sono il nocciolo del nuovo romanzo di John Grisham, Io confesso edito da Mondadori. È una storia dura, quasi priva di speranza e che rimesta nel torbido. Grisham arriva a sostenere che il sistema della giustizia nel suo Paese non funziona, e che «il sistema della giustizia minorile non fa altro che allevare criminali in carriera. La società vuole rinchiudere quei ragazzi e buttare la chiave, ma è troppo stupida per rendersi conto che prima o poi usciranno. E, quando escono, le cose non vanno molto bene…».