La notizia ha gettato nello sconforto molti appassionati di jazz come la sottoscritta. Ornette Coleman, il sassofono contralto più potente, il compositore più controverso ma altrettanto innovatore nella storia del Jazz, è morto ieri a Manhattan per un arresto cardiaco. Aveva ottantacinque anni. Intorno a Coleman ci ho girato molte volte dedicandogli il giusto tributo qualche tempo fa. Peccato davvero.
francesca schirone
Podcast. La storia la fanno le donne parte 1: Aretha Franklin
Una voce pazzesca. Il pezzo con cui apro la stagione 2012 è dedicato a Aretha Franklin. Figlia di un predicatore da Detroit, ha iniziato cantando gospel da bambina (come tante altre future star del pop nero) fino al successo degli anni ’60 con i primi album per la Columbia. Il suo primo disco lo ha inciso all’età di 14 anni. Nel’67 ha firmato per la Atlantic Records e registrando alcuni grintosi album R&B con i Muscle Shoals. Da quegli anni fino ai primi anni ’70 Aretha Franklin ha registrato soul, pop e gospel di grande successo.
Podcast. Il blues delle origini: Bessie Smith
In seguito all’inattesa popolarità di Crazy blues di Mamie Smith, il primo blues registrato da un’artista nero, la Columbia si accorse dell’esistenza dei consumatori afroamericani e cercò di trovare cantanti in grado di attirarne l’attenzione.
Fu così che l’etichetta mise sotto contratto Bessie Smith, già molto famosa al sud. Fu l’imperatrice del blues a introdurre nella musica il concetto di diva. Il suo primo singolo per la Columbia, Down hearted blues, vendette 780mila copie in sei mesi. La sua grandezza è evidente in brani come Taint’ nobody’s bizness if I do, If you don’t know, i know who will e negli altri brani di una raccolta capitata tra le mani come quasi un regalo: The complete Columbia recording, che “copre” il decennio dagli anni 1923 al 1933. Non ci sono inediti, ma è la prima volta che queste registrazioni vengono messe in commercio in una unica raccolta.
Podcast. Storia di una foto. A great day in Harlem
Podcast. We wish you a Merry Christmas with Dave Holland
La verità è che sono partita dal titolo per poi scrivere di altro. L’intenzione rimane, intendiamoci, ma trovo difficile raccontare di una famosa canzone inglese che, benchè sia stata scritta nel 1500 circa, è ancora molto, molto di moda. Qundi mi limito ad abbracciare i numerosi “follower” di questa rubrica per i miei più sentiti auguri di Buon Natale.
Podcast. Le donne del R&B: Alicia Keys
Alla fine ho capito da dove il cuoco più famoso del mondo abbia mutuato il titolo del suo programma. Hell’s Kitchen, infatti, non è solo il nome del famoso show di Gordon Ramsey, ma il quartiere dove è nata la beniamina di questo appuntamento: Alicia Keys.
A New York, si sa, si può fare di tutto se si ha talento. La nostra a sedici anni era già iscritta alla Columbia University e si diplomava pieni voti da un altra parte, precisamente al PPAS: la Performing art school di NY. Per capirci: questa signorina non solo ha una voce straordinaria, ma suona pure il piano, il violoncello, il sintetizzatore, il basso, il clarinetto e altro ancora. Roba grossa per una che di battesimo fa Augello-Cook ed è dell’81’. Che invidia: tutte, dico, tutte a Lei
Podcast. Suonala ancora Chuck!
Da più di cinquant’anni la storia d’amore tra Chuck Mangione con la musica è stata caratterizzata dalla sua infinita energia, l’entusiasmo e la gioia pura che si irradia dal palco ogni benedetta volta che qualche fortunato abbia la fortuna di vedere un suo concerto, (io al Blue Note di Milano c’ero!, ne parlo dopo). Oggi CM ha 72 anni.
Podcast. Pharrell Williams: don’t worry, be… Happy!
Il bello del pop è che non stanca mai mai mai e, a leggere le storie dei protagonisti di questa musica, ti rimette in pace con il cielo. Molte delle storie che vi ho raccontanto in questa rubrica hanno una parola in comune: “speranza”. Sono, tutte storie di persone che per motivi diversi hanno cominciato a cantare o suonare in chiesa e, nella maggior parte dei casi, nei sottoscala delle loro abitazioni, ma la tenacia, la forza, e il talento unitamente alla grande “speranza” di arrivare da qualche parte, anche a costo di prendere un treno per una destinazione lontana da casa, ha permesso loro di diventare i nostri idoli musicali di oggi ai quali rivolgiamo il nostro incondizionato amore.
La scomparsa di Paco De Lucia
Un chitarrista, semplicemente un chitarrista si definiva Paco de Lucia. Lui, invece, era un musicista di fama mondiale che ha abbagliato il pubblico con i suoi ritmi di flamenco e la sua fulminea velocità con cui faceva lavorare le dita sulla chitarra. Paco De Lucia ha forse ricevuto il dono di una buona morte anche se improvvisa, inaspettata, istantanea. Era su una spiaggia del Messico a Cancun, come raccontano le cronache, con la sua famiglia. Aveva appena finito di giocare con i figli, Aveva 66 anni.
Un portavoce del sindaco della città ha riferito, confermando la notizia e le modalità della scomparsa del grande musicista che è morto per un infarto, quasi scusandosi del fatto che lo stato delle leggi locali non consento di dare altre informazioni che quelle più immediatamente disponibili.>>