David Byrne è un grandissimo artista che non riesco a definire “solo” rock; nella sua musica c’è qualcosa che la rende davvero molto, molto speciale.
L’articolo di giro è anche l’annuncio di un grande concerto che il nostro beniamino terrà a Roma il prossimo anno. Il mio due di coppia è stato ed è un fan dei Talking Heads; l’appuntamento con David Byrne è dunque imperdibile; qui è con il gruppo di St.Vincent, al secolo Annie Clark con la quale, credo, faccia pure coppia.
Podcast. Il paradiso è un posto dove non succede nulla. David Byrne

Cos’altro dire di questo straordinario testimone del secolo? Quali parole usare per raccontare la sua indimenticabile voce, il suo enorme talento, la sua monumentale reputazione di artista? Poco. Davvero molto poco. Su Ray Charles molti, meglio di me, hanno saputo raccontare di come abbia aperto la strada alla musica “soul”, nata sperimentando la fusione dei generi Rhythm & blues, gospel, e blues. Le sue registrazioni sono tutte, e dico tutte, magnifiche e sempre caratterizzate dalle sue grida e urlate che hanno pervaso la cultura musicale di tutto il mondo.

In seguito all’inattesa popolarità di Crazy blues di Mamie Smith, il primo blues registrato da un’artista nero, la Columbia si accorse dell’esistenza dei consumatori afroamericani e cercò di trovare cantanti in grado di attirarne l’attenzione. 
La verità è che sono partita dal titolo per poi scrivere di altro. L’intenzione rimane, intendiamoci, ma trovo difficile raccontare di una famosa canzone inglese che, benchè sia stata scritta nel 1500 circa, è ancora molto, molto di moda. Qundi mi limito ad abbracciare i numerosi “follower” di questa rubrica per i miei più sentiti auguri di Buon Natale.
Alla fine ho capito da dove il cuoco più famoso del mondo abbia mutuato il titolo del suo programma. Hell’s Kitchen, infatti, non è solo il nome del famoso show di Gordon Ramsey, ma il quartiere dove è nata la beniamina di questo appuntamento: Alicia Keys.